giovedì 30 aprile 2015

Paul Eluard,Notti condivise.4




 
Paul Eluard














Perché non posso ,come ai tempi della mia giovinezza,dichiararmi ancora il
tuo discepolo,perché non posso convenire con te che il coltello e quel che
il coltello taglia ben s’accordano fra loro? Il pianoforte e il silenzio,l’orizzonte
e la distesa.
Con la forza e la debolezza,credvi poter conciliare le contraddizioni della
presenza e le armonie dell’assenza,una unione maldestra,ingenua,e la
scienza delle privazioni.Ma,più in basso d’ogni altra cosa,era il tedio.Che
vuoi ricordi,delle nostre nostalgie,quest’aquila accecata?
Per le vie,per le campagne,cento donne sono da te disperse,tu laceri la
somiglianza che le unisce,cento donne  sono da te riunite e tu non puoi
unificare quei loro lineamentied eccoche esse hanno cento volti,cento
volti che imprigionano la tua bellezza.  


                                                                              
                                                               *°*°*
                                                              continua

mercoledì 29 aprile 2015

Paul Eluard.Notti condivise.3



Paul Eluard di  PabloPicasso










3.Riuniti,ogni volta riuniti per sempre,la tua voce ti colma gli occhi come
 l’eco colma il cielo serale.scendo verso le rive della tua parvenza.che
cosa dici?che no hai mai creduto di essere sola,che non hai più sognato
da quando ti ho vista,che sei come una pietra che si spezza per aver
due  pietre più belle della loro madre morta,che eri la donna di ieri e
 che sei la donna d’oggi,che non c’è la consolarti perché ti sei divisa
 per essere intatta in quest’ora. Tutta nuda,tutta nuda,hai il seno più
fragile del profumo dell’erba gelata eppure ti sorregge le spalle.tutta
nuda. Ti sfili la veste con semplicità grande.e chiudi gli occhi ed è
allora  la caduta dell’ombra intera sulle ultime fiamme.
Le messi delle stagioni precipitano,tu mi mostri il fondo del cuore.
E’ la luce della vita che profitta delle fiamme diminuite,è un’oasi
che profitta del deserto,che il deserto feconda,che la desolazione
alleva. La frescura delicata e cava si sostituisce ai fuochi rotanti
che ti destavano nella mente il desiderio di me.Sopra di te ,i capelli
ti scivolano nell’abisso che giustifica la nostra lontananza.
                                        
                                       *°*°* 
                                        continua

martedì 28 aprile 2015

Paul Eluard,Notti condivise.2

Paul Eluard
















Eppure la luce m’ha donato talune belle immagini delle negative
di quei nostri inontri.Ti ho identificata ad esseri che solo per la loro
 varietà meritavano di venir denominati così,con un nome sempre
eguale,il tuo;ad esseri che trasformavo come trasformavo te,in
piena luce,come si trasforma l’acqua d’una sorgente accogliendola
in un bicchiere ,come,ponendola in un’altra,si trasforma la propria
mano.persino la neve,che fu dietro di noi lo schermo dolorosp
dove si scioglievano i cristalli dei giuramenti,persino la neve era
mascherata. nelle caverne terrestri piante cristallizzate cercavano  
le scollature dell’uscita.
Tenebre abissali tese verso una confusione abbagliante,non mi
avvedevo che il tuo nome diventava illusorio,che esisteva ormai
solo sulla mia bocca e che ,a poco a poco,il volto delle tentazioni
 appariva reale,intero,solo.Allora mi volgevo a te.


                                                      *°*°*
                                                     Continua





lunedì 27 aprile 2015

Paul Eluard,Notti condivise.1



Paul Eluard



















Notti condivise
Alla fine di un lungo viaggio,rivdo sempre quel corridoio,quelle talpa,
quella stnza calda cui la schiuma marina prescrive correnti d’aria pura
 come bambini appena nati,rivedo sempre la stanza dove venivo a
spartire con te il pane dei nostri desideri,rivedo sempre il tuo pallore
 denudato che ,all’alba,fa corpo con le stelle che scompaiono
So che chiuderò ancora gli occhi per ritrovare i colori e le forme
convenzionali che mi consentono di accostarmi a te.Quando li
riaprirò,lo farò per cercare in un angolo l’ombrello corruttibile
dal manico di zappa che mi fa temere il bel tempo,il sole,la vita,
perché non ti amo più in piena luce,perché rimpiango il tempo
che ero partito per scoprirti e anche il tempo che ero cieco e muto
di fronte all’universo incomprensibile e all’incoerente sistema di
intesa che mi proponevi  .
 Non hai portato abbastanza la responsabilità di quel candore
che sempre mi costringeva a rivolger contro di te le tue volontà?
Quli cose non mi hai faffe pensare!Ormai,vengo a vederti solo per
 esser più certo del mistero grande che material’assurda durata
 della mia esistenza,l’assurda durata di una notte.
Quando arrivo,tutte le barche salpano,innanzi a loro cede il fortunale.
Un’ondata libera i fiori oscuri,si riaccende il loro splendore e ancora
unavolta percuote le mura di lana.Lo so,non sei mai sicura di nulla,
ma l’idea d’una menzogna,l’idea di un errore sono troppo superiori
alle nostre forze.Da tanto tempo la porta testarda non aveva ceduto,
da troppo tempo la monotonia della speranza nutriva il tedio,da
troppo tempo i tuoi sorrisi erano lacrime. Ci  siamo rifiutati di lasciar
 entrare gli spettatori,perché non c’era spettacolo alcuno.ricordati,
per la solitudine,la scena vuota,senza quinte,senza attori,senza
musicanti.Si dice: il teatro  del mondo,la scena mondiale e,noi  due,
non sappiamo più che cosa sia.Noi due,insisto su ueste parole,perché
nelle tappedei lunghi viaggi che compivamo separatamente,ora lo so,
eravamo veramete insieme,eravamo veramente,eravamo,noi.Né tu,
né io sapevamo sommare il tempo che ci aveva separati al tempo
durante il quale eravamo riuniti,né tu né io sapevamosottrarlo.
Un’ombra iascuno,ma nell’ombra ce ne dimenticavamo.
                                      
                                     *°*°*
                                  Continua 

domenica 26 aprile 2015

Sandra Moussempès,l'approdo contemporaneo .

SANDRA MOUSSEMPÈS, UN POETA CONTEMPORANEO.
 
Sandra Moussempès

 *      Le forme miste.
Arriviamo così all’oggi. Alla poesia di Sandra Moussempès[1]
che ama  praticare le forme miste, forme ancora una volta 
protagoniste.
*      La cura compositiva dei caratteri tipografici
L’attenzione alla parola qui è piuttosto di natura visiva, per
la cura compositiva nell’uso variato dei caratteri tipografici 
e colpisce immediatamente il lettore per la sua evidenza 
provocatoria.
La ricerca dell’ambivalenza della parola.
*      Ma La ricerca dell’ambivalenza della parola.
È interessante anche la ricerca dell’ambivalenza  della 
parola per un significato dubitativo e scettico che metta
a nudo la complessità
 della realtà odierna.

Tutto ciò è annotato direttamente sotto la pila di segreti  (II)[2]
Una serie di non detti  fermentati in sciroppo di granatina
come pezzi maggiori del Museo Inquieres secondo un arrangiamento
ben preciso e modalità da rispettare.
DA GIRARE IMPERATIVAMENTE:
1)
Il paragrafo è cancellato.
2)
In una camera velata: un corridoio esterno insegna agli individui 
a diventare cinefili delle loro vite associate ;dimenticando che essi
esistono,i personaggi vanno  a segregarsi separando i loro pensieri 
per finire per abitare i libri dell’infanzia ed i pensieri che vi si collegano.
3)
Trasmutare i segreti in performance e i personaggi in” sculture decisive”
questo percorso sarà effettuato per permettere la restituzione 
di ogni istante bramato:luoghi,orari, attività,rappresentazioni,
che evocano IL BAGLIORE/CHIARORE.
 4)
Le serie telescopi si intricano di codifiche teatrali o romanzesche 
per fare deviare il soggetto “fuori-tempo”
(immagine/tempo/interpretazione/messa in scena/collocazione delle luci):
di che è morto?
 5)
la sorte di una principessa in pullover nero, Cenerentola 
versione nipponica ammaccata/ferita. Le Alice 8 si rifanno
una bellezza purpurea prima di inabissarsi 
in una limousine aromatizzata al limone
alla maniera delle  merende troppo zuccherate
 per ragazzine docili
( con collants neri che riemergono un giorno)”



LE ESPERIENZE CONTEMPORANEE
        
   Eccoci dunque al nucleo del problema. Se il linguaggio
poetico classico era costruito su rapporti consolidati,
la parola poetica moderna gode di uno status 
di libertà infinita e s’irradia verso mille rapporti possibili, 
dunque incerti. Infatti, la poesia oggi non può che riflettere
la rottura dell’unità culturale e della compattezza e impermeabilità
della struttura sociale del passato. 
   È perciò lo specchio fedele delle contraddizioni
dell’età moderna, età di transizione tra quei valori 
 strutturati dalla tradizione e la fluidità dei valori in costruzione,
non ancora organizzati in sistema e non ancora decantati
in un codice che ne stabilisca, con una convenzione 
socialmente conosciuta e accettata, le relazioni.

      

         ‘ C’est tout! Ora, pensiamo alla cena '.’
         La vitalità della vecchia Corinne e il piacere della  sua ricerca solitaria,
la ricchezza di quelle poesie così belle, pur nella loro diversità,
hanno un po’ rasserenato Zoé.
        Purtroppo, la  durata di un attimo. No, non può rimandare. 
Gordon non si è fatto ancora vivo; tocca a lei ricucire questo silenzio.
Le ceneri del vulcano portate dal vento continuano a soffocare
questo amore ancora così fragile. È una lettera difficile 
quella che comincia a scrivere, rimandando i suoi progetti culinari. 
Ogni parola pesa e non sembra mai quella giusta.
Non dirà nulla del suo imprevisto incontro ravvicinato con Raùl; 
è qualcosa che non sa bene, neanche lei, perché è successo; 
tutto quel  mondo diverso, quei colori, suoni, profumi e sapori 
l’avevano, sì, come ubriacata. E Raùl era così presente.
E così tenero. Rimarrà un ricordo dolce da ritirar fuori
nei giorni di pioggia, quando sarà vecchia. 
Ma con Gordon è tutta un’altra storia. Ora ne è sicura.
Le manca e vorrebbe  piacergli davvero. 
Vorrebbe essere ancora baciata da lui, come a Copenhagen.
‘Ma -pensa Zoé- In fondo,ha ragione: chi siamo?
Che sappiamo l’uno dell’altra?Se ci penso, è così impenetrabile:
un enigma. Devo sapere. Gli chiederò se posso andare a trovarlo.
Non voglio perderlo.’  È la prima volta, da anni, che si sente così. 
Le sembra di essere tornata a vivere. Vuole stare con lui,
ma teme di essere stata, come al solito, troppo precipitosa.
‘L’ho spaventato!’- pensa ancora fissando lo schermo vuoto‘
Oddio, basta! Dobbiamo incontrarci prima possibile.’ 
Alla fine, scrive una mail molto breve: sarà a Londra 
per il fine settimana e lì, avendolo accanto,  riuscirà a parlargli.
Ne è sicura.




[1]Sandra Moussempès nasce a Paris nel 1965. Ancienne pensionnaire di Villa Medici a Roma(1965) , lauréate della Villa Kujoyama a Kyoto(1999). Insegnante di filosofia e di francese, è autrice di numerose pubblicazioni. Ha vissuto a Parigi la maggior parte del tempo. Ha risieduto anche a Londra. Attualmente vive nella regione del Gard, nel Midi della Francia. Parallelamente al lavoro di scrittura, pratica il canto (improvvisazione e musica elettronica) e realizza opere vocali. Soprattutto ha collaborato all’ultimo album del gruppo The Wolfgang Press, uscito con l’etichetta 4AD.Pratica audio-poesia con performance sonore e poetiche( "Beauty sitcom"); questo lavoro è una  messa in scena sonora della lettura delle sue poesie con la sovrapposizione della  voce che canta in varie tonalità.
[2] Sandra Moussempès :da “Couleurs  femmes”, Le Castor Astral- Le Nouvel Athanor éditeurs.2010. Traduzione  di M. G. Bruni