venerdì 31 ottobre 2014

Poesia polacca contemporanea. Wisława Szymborska.1


Wislawa Szymborska  nel 2011,Nobel per la letteratura nel 1996















Wislawa Szymborska(Kòrnik,1923-Cracovia 2012)è stata una poetessa e saggista polacca premiata con il Nobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti.E' generalmente considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni.In Polonia i suoi volumi competono nelle vendite con quelli dei più notevoli prosatori,anche se è la stessa poetessa ad aver affermato ironicamente nella poesia dal titoilo"Ad alcuni piace la poesia(Niektorzy lubiq poezje),che la poesia piace a non più di due  persone  su mille.
"Sono,ma non devo
esserlo,una figlia del
secolo."
Nel 1931 si trasferì con la famiglia a Cracovia,città alla quale è sempre stata legata:vi ha studiato,vi ha lavorato,vi ha sempre soggiornato,a allora fino alla morte.All'esplodere della seconda guerra mondiale nel 1939,continuò gli studi liceali sotto l'occupazione tedesca,seguendo corsi clandestini e conseguendo il diploma nel 1941.A partire dal 1943,lavorò come dipendente delle ferrovie e riuscì ad evitare la deportazione in Germania come lavoratrice forzata.E' in questo periodo che cominciò la sua carriera di artista,con le illustrazioni per un libro di testo in inglese.Cominciò inoltre a scrivere storie ed occasionalmente poesie.
Sempre a Cracovia,cominciò nel 1945 a seguire in un primo momento i corsi di letteratura polacca per poi passare a quelli di socioloia presso l'Università Jagellonica,senza però riuscire a terminare gli studi:nel1948 fu costrettaad abbandonarli per le scarse disponibilità economiche.Ben presto fu coinvolta nel locale amiente letterario,dove incontrò Czeslaw Milosz,che esercitò su di lei una profonda influenza.
Nel 1948 sposò Adam Wlodek ,dal quale divorziò nel 1954..In quel periodo lavorava come segretaria per una rivista didattica bisettimanale e come illustratrice di libri.In seguito si sposò con lo scrittore e poeta Kornel Filipowicz,che morì nel 1990.
La sua prima poesia,Szukam slowa(Cerco una parola),fu pubblicata nel marzo 1945sul quotidiano
"Dziennik Polski".Le sue poesie furono pubblicatepoi con contuinuità su vari giornalei e periodici per parecchi anni;la prima raccolta Dlatego zyjemy(Per questo viviamo)venne pubblicata molto più tardi,nel 1952,qundo la poetessa aveva 29 anni.
In effetti n effetti.negli anni quaranta la pubblicazione di un suo primo volume venne rifiutata per motivi ideologici:il libro,che avrebbe dovuto essere publicatonel 1949,non superòla censura in quanto "non possedeva i requisiti socialisti".Ciò nonostante,come molti altri intellettualidella Polonia post-bellica,nella prima fase della carriera,Szymborska rimase fedele alla ideologia ufficiale  della PRL:sottoscrisse petizioni politiche ed elogiò Stalin,Lenin e il realismo socialista.Il primo volume di poesie del 1952 contiene infatti testi dai titoli Lenin,Mlodziezybudujacej Nowa hute(Per i giovani che costruiscono Nowa Huta)che parla della costruzione di una città industriale stalinista nei pressi di Cracovia.aderì anche al PZPR(partito operaio unito polacco)del quale fu membro fino al  1960.
Tuttavia ,in seguito la poetessa prese nettamente le distanzea "questo peccato di gioventù"come disse lei stessa,al quale è da ascrivere anche la raccoltaPytania zadawane sobie(Domande poste a me stessa)del 1954.anche se non uscì dal partito che nel 1960,aveva cominciato ancor prima a stabilire contatti con i dissidenti,per arrivare a prendere le distanze dai suoi primi due volumi di poesie..
Dal1953 al 1966 fu redattrice del settimanale letterario di Cracovia "Zycie Literackie"(Vita letteraria)
all quale ha collaborato come esterna fino al 1981.Sulle pagine di questa pubblicazione è apparsa la serie di saggi Lectury nadobowiazkowe(Letture facoltative)successivamente raccolti in volume.
Nel 1957 fece amicizia con Jerzy Giedroyc,editore dell'influente giornale  degli emigrati polacchi Kultura,pubblicato a Parigi,di cui divenne anche lei collaboratrice.
Il successo letterario arrivò con la terza raccolta poetica,Wolanie do Yeti(Appello alloYeti),del1957.
Dall'81 all'83 fu redattrice del mensile della sua città "Pismo".Negli anno ottanta intensificò lesue attività di opposizione,collaborando al periodico samizdat"Arka" con lo pseudonimo Stanczykòwna e a Kultura.si impegnòper il sindacato clandestino Solidarnosc.Dal 1993 pubblica recensioni sul supplemento letterario di "Gazeta Wyborcza",importante quotidiano polacco.nel 1996 è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura "per una poesia che ,on ironica precisione,permette al contesto storico e biologico di venire alla luce  in frammenti di umana realtà."Ha anche tradotto dal francese opere del poeta barocco Théodore Agrippa d'Aubigné.Le sue opre sono state tradotte in numerose lingue.Pietri Marchesani ha tradotto la maggior parte delle sue opere in italiano.La sua più recente raccolta poetica  Dwukropek(Due punti),apparsa in Polonianel 2005,ha riscosso uno strepitoso successo di vendite.
Preferiva l'uso del verso libero nelle sue poesie.le sue opere sono caratterizzate,dal punto di vista linguistico,da una grande semplicità.i suoi espedienti retorici sono l'ironia,il paradosso,la contraddizione,la litote.,per illustrarei temi filosofici e le sottese ossessioni.e' una miniaturista,le sui poesie compatte spesso evocano ampi enigmi esistenziali.Spesso mostrano il mondo in un'otticoa inusuale - "Vista con granello di sabbia"-
Benché le sue poesie spesso non siano lunghe più di una pagina,toccano spesso argomenti di respiro etico che riflettono sulla condizione delle persone,sia come individui che come membri della società umana.Il suo stile si caratterizza per l'introspezione intellettuale ,l'argu universale sullo stato delle cose:



Torture

“Nulla è cambiato.
Il corpo prova dolore,
deve mangiare e respirare e dormire,
ha la pelle sottile, e subito sotto – sangue,
ha una buona scorta di denti e di unghie,
le ossa fragili,le giunture stirabili.
Nelle torture, di tutto ciò si tiene conto.”
                            
                              […]

 "Nulla è cambiato

Il corpo trema,come tremava
prima e dopo la fondazione di Roma,
nel ventesimo secolo prima e dopo Cristo,
le torture c'erano,e ci sono,solo la terra è più piccola
                            
                               […]

                                                   
“Nulla è cambiato
tranne il corso dei fiumi,
la linea dei  boschi,del litorale,di deserti e ghiacciai.
Tra questi paesaggi l’animula vaga,
sparisce,ritorna,si avvicina,si allontana,
a se stessa estranea,inafferrabile,
ora certa,ora incerta della propria esistenza,
mentre il corpo c’è, e c’è, e c’è
e non trova riparo.”
(Wislawa Szymborska,Torture)
(trad. di Pietro Marchesani )
versi citati in “Viaggi e altri viaggi” di A.Tabucchi .ed.Feltrinelli 

               
                                        (continua)


giovedì 30 ottobre 2014

Miniatura e poesia,le tradizioni di Teheran.




   Carissimo amico ,
   La vicina,al rientro dal suo soggiorno a Teheran,mi ha regalato questa elegante miniatura che un artista di strada le ha  fatto lì per lì,al momento.
Ho pensato che potrebbe farti piacere se io te lo inviassi.
A presto,
Mariel
                                                               *************
   Très cher ami,
La voisine ,à sa rentrée du séjour à  Teheran, m’a donné cette élégante miniature qu’un dessinateur lui a faite sur le champ.
J’ai pensée qu’il pourrait te faire plaisir si je te l’envoyais .
A  tantot ,
Mariel


                                                                       ***********
 Ciao carissima,
grazie per aver pensato a me.Sono GELOSO della tua vicina!Ho così tanta voglia di rivedere
non fosse che per una sola volta quel paese.Il mio quartiere dell'infanzia.E di poterli mostrare ai miei figli, a Dona, e...chissà,ai miei amici.
La miniatura è bella.Disegna un poeta e non un santo o un  profeta.Qui sia, nel vero Iran che resta fiero e fedele ai suoi "eroi" laici:in gran parte poeti.
Sono a Tolosa per due eventi:una lettura di poesia,due giorni fa,e uno spettacolo di danza-poesia-musica,sabato prossimo.Abbiamo lavorato con i musicisti ieri e i ballerini oggi.Le due  sedute di preparazione ,come quela di lettura sono stati puri momenti di felicità e di magia poetica.
ti invio qui la poesia d'apertura del mio libro sulla Palestina che viene detto verso la fine dello spettacolo.
==Bottiglia==
Noi
Le Celebri Sentinelle
-I misteriosi guardiani della città-
Abbiamo messo questi versi in una bottiglia
E l'abbiamo gettata nel mare che ci riunisce
Se siamo riuniti qui,
Se leggete queste parole
E' un buon segno.

Il segno che le bottiglie servono
- Più che mai - 
Che la parola è magica
Che il mare fa il suo lavoro
Che le onde sono con noi
Che malgrado le apparenze
Non siamo soli
Che malgrado quel che dicono
Nessuno resta per sempre solo
Noi
Le Celebri Sentinelle
-I misteriosi guardiani della città -
Vi offriamo le nostre migliori olive
Perdonateci se questi Zeitouns sono talvolta amari
Perdonateci!
Le confidenze di famiglia non sono sempre allegre
Dipende dai giorni
E questi giorni 
...
Buon viaggio!
                                                           ****************
 Ti abbraccio forte,
Reza
                                                     
Ciao carissima,

Merci pour avoir pensé à moi. Je suis JALOUX de ta voisine ! J'ai tellement envie de revoir, ne serait-ce qu'une seule fois ce pays. Mon quartier d'enfance. Et de pouvoir les montrer à mes enfants, à Dona et ... qui sait, à mes amis.

La miniature est belle. Elle dessine un poète et non pas un saint ou prophète. On est ici dans le véritable Iran qui reste fier et fidèle à ses "héros" laïques: en grande partie des poètes.

Je suis à Toulouse pour deux évènements: une lecture de poésie, il y deux jours, et un spectacle de danse-poésie-musique ce samedi qui vient. On a travaillé avec des musiciens hier et les danseurs aujourd'hui. Les danses sont autour de mes poèmes. Les deux séances de préparation, ainsi que celle de la lecture ont été de purs moments de bonheur et de magie poétique.

Je t'envoie ici le poème d'ouverture de mon livre sur la Palestine qui se dit vers la fin du spectacle:

== Bouteille ==

Nous
Les Célèbres Sentinelles
- Les mystérieux gardiens de la cité -
Nous avons mis ces vers dans une bouteille
Et l'avons jetée à la mer qui nous réunit
Si nous sommes réunis ici
Si vous lisez ces mots
C'est un bon signe

Le signe que les bouteilles servent
- Plus que jamais -
Que la parole est magique
Que la mer fait son travail
Que les vagues sont avec nous
Que malgré les apparences
Nous ne sommes pas seuls
Que malgré ce qu'ils disent
Personne ne reste à jamais seul
Nous
Les Célèbres Sentinelles
- Les mystérieux gardiens de la cité -
Vous offrons nos meilleures olives
Pardonnez-nous si ces Zeitouns sont parfois amères
Pardonnez-nous !
Les confidences de famille ne sont pas toujours gaies
Cela dépends des jours
Et ces-jours ci

Bon voyage !


Reza Hiwa
2014-06-23#21.30
Balcon


Je t'embrasse bien fort
Reza
                                                                               **************

mercoledì 29 ottobre 2014

Ancora Poesia Francese Contemporanea.J.Baude8

*
il faudra me reposer longtemps deux mois au moins et je me prépare à cette trêve des mots de l’écriture encore et encore qui viennent irriguer le cerveau cela vit s’aère les premiers pas sur la terre ferme cette occasion de revenir à sa naissance unique et belle comme une aube la rosée du matin sur les fleurs
le poème le texte les enfants la lumière derrière les vitres l’hôpital ne sera qu’un passage la pluie vient rafraîchir les feuilles le jardin s’éclaire je me nourris je bois à la vie
ils me posent des questions je raconte cette expérience de la mort cette faille dans le système la suffocation jusqu’à l’épuisement il fallait tirer un trait je l’ai fait
aller à la ligne paraissait impossible je sombrais avant que s’ouvre un nouveau paragraphe

*
dovrò riposarmi a lungo per due mesi almeno e mi preparo a questa tregua di parole della scrittura ancora e ancora che vengono a irrigare il cervello e ciò vive prende aria i primi passi sulla terra ferma questa occasione di tornare alla sua nascita unica e bella come un’alba la rugiada del mattino sui fiori
la poesia il testo i bambini la luce dietro i vetri l’ospedale non sarà che un passaggio la pioggia viene a rinfrescare le foglie il giardino si rischiara mi nutro bevo alla vita
mi pongono domande racconto questa esperienza della morte questa faglia nel sistema il soffocare fino allo sfinimento bisognava azzerare l’ho fatto
andare a capo sembrava impossibile m’inabissavo prima di aprire un nuovo paragrafo

martedì 28 ottobre 2014

Ancora Poesia Francese Contemporanea.J.Baude7

*
dans l’intensité la dureté du passage les infirmiers
les médecins leurs discours je suis déjà ailleurs
en avant sur la route stellaire ils s’étonnent de cette
transformation de ce courant électrique qui me traverse
non pas ravageur mais porteur de paix j’embrasse
ma fille et mon fils pour la première fois je les reconnais
à leurs yeux fervents fossettes et mèches de cheveux
plus claires sur le front c’est à eux que je dédie ce fleuve dernier
l’enthousiasme venu de derrière la mort du plus loin
rien à comprendre sinon la vie son fleuve même si
les cadavres longent les plaines les villes les déserts
autour de moi dans les chambres de cet hôpital
certains meurent de n’avoir pas su pas pu penser
le retour l’avancée
je suis déjà en avant ailleurs sur la route stellaire






*
nell’intensità la durezza del passaggio gli infermieri
i medici i loro discorsi io sono già altrove
sbalzata avanti sulla strada stellare si meravigliano di questa
mia mutazione di questa corrente elettrica che m’attraversa
non rovinosa ma portatrice di pace bacio
mia figlia e mio figlio per la prima volta li riconosco
ai loro ferventi occhi fossette e ciuffi di capelli
più chiari sulla fronte a loro dedico questo fiume ultimo
l’entusiasmo venuto da dietro la morte dal più lontano
nulla da capire tranne la vita il suo fiume anche se
i cadaveri rasentano le pianure le città i deserti
attorno a me nelle camere di questo ospedale
alcuni muoiono per non aver saputo potuto pensare
il ritorno l’avanzata
sono già avanti altrove sulla strada stellare

lunedì 27 ottobre 2014

Ancora Poesia Francese Contemporanea.J.Baude6





*
ne pas se poser de questions après le désastre l’aube vient surprendre les enfants leurs mains en corolles sur le lit ils m’accompagnent sont là avec leur sourire leur désir d’être plus que jamais des oiseaux dans ma nuit effacer la nuit la provocation de la mort le coma huit longs jours qui hanteront mon esprit jusqu’à ce que je disparaisse mais regarder devant toujours à l’avant de la proue
le navire de la haute mer a largué les amarres
je ne vois qu’eux dans le silence blanc de la chambre
je demande qu’ils apportent leurs jouets et qu’ils jouent
leurs baisers sur mes paupières colorent les traces
éteintes plus jamais ça je ne recommencerai pas
le soleil sa brûlure sur les rives le fleuve dernier sera

*
non porsi domande dopo il disastro l’alba arriva per sorprendere i bambini con le loro mani a corolla sul letto mi accompagnano sono qui col sorriso col desiderio di essere più che mai uccelli nella mia notte cancellare la notte la provocazione della morte il coma otto lunghi giorni che invaderanno la mia mente fino a che io scompaia ma guardare davanti sempre sul davanti della prua
la nave dell’alto mare ha mollato gli ormeggi
non vedo che loro nel bianco silenzio della camera
chiedo che portino i giocattoli e che giochino
i loro baci sulle mie palpebre dipingano le tracce
spente mai più questo non ricomincerò
il sole la sua scottatura sulle rive il fiume ultimo sarà

domenica 26 ottobre 2014

Ancora Poesia Francese Contemporanea.J.Baude5

*
écrire au quotidien les parois de verre les assauts le givre
croire au plus loin de soi l’océan sa mesure revenus sur l’immense et voguant
sur l’arche des mots
la Terre à ton chevet l’univers ta poussière mêlés
scories sans lumière ou lumières sans scorie dans l’errance la ligne de fuite
le parcours acéré de l’écrit
probable l’étreinte probable l’éreintement
tu survis au soleil sous le vent qui contourne les îles essaimées sur l’azur
le noir et blanc d’une durée prononcée
et qui se cherche dans le rythme de tes pas l’herbe que tu fouettes la rivière qui longe les versets de tes psaumes
tu prends au centre le chemin choisi
la fureur te malmène tu avances dans la révolte le sensuel le désirant la cognée
tu avances au large des pluies tu sillonnes ce vaste les blés sur le crépuscule l’ornière te dévoie
tu reprends ta route
tu accostes sur la parcelle le muret de tes jours si l’éternité n’est guère plus longue que la vie ton sillage creuse ce qui vient
une maison une saison
une glycine sous l’auvent de tes gestes d’enfant
partout comme ici même le chant
couleur café couleur cordages couleur serpent poudres et pigments même dans le fervent
l’appel de la note le bond du jaguar
les oiseaux incendiaires l’insensé désert son reflet sur la couche de l’aimé
sans que rien non rien ne puisse t’arrêter

*
scrivere giorno per giorno le pareti di vetro gli assalti la brina
scrivere nel più lontano di sé l’oceano la sua misura ritornati
sull’immenso e navigando
sull’arca delle parole
la Terra al tuo capezzale l’universo la tua polvere mischiati
scorie senza luce o luci senza scoria nell’erranza la linea di fuga
l’aguzza strada dello scritto
probabile abbraccio probabile sfinimento
sopravvivi al sole sotto il vento che circonda le isole che sciamano sull’azzurro
il nero e bianco di spiccata pronunzia
si cerca nel ritmo dei tuoi passi l’erba che frusti mentre il fiume costeggia i versetti dei tuoi salmi
prendi al centro il sentiero scelto
il furore ti sfianca avanzi nella rivolta il sensuale il desiderante la scure
avanzi sospinta al largo delle piogge solcando questa vastità i campi di grano sul crepuscolo traviata dal solco
riprendi la tua strada
ti avvicini alla parcella col muretto dei tuoi giorni se l’eternità non è molto più lunga della tua vita la tua orma scava ciò che capita
una casa una stagione
un glicine sotto la tettoia dei tuoi gesti infantili
ovunque come qui anche il canto
color caffè color cordame color serpente ciprie e pigmenti anche nell’intensità
il richiamo della nota il balzo del giaguaro
gli uccelli incendiari l’insensato deserto il suo riflesso sul giaciglio dell’amato
senza che niente no niente possa fermarti

                                                                                 a cura di Viviane Ciampi

sabato 25 ottobre 2014

Ancora Poesia Francese Contemporanea.J.Baude4



*
De la parabole au silence, en venir aux mains.
À cette lutte entre soi et soi.
Entre dedans et dehors, fermer toute possibilité d’errance.
Elle, entre ses draps qui ne verront plus le jour.
Une autre, peut-être moi, face à ce dit de la mort.
Donner l’ordre à tous les navires qui ont pris la mer de jeter l’ancre.
À tous les déserts d’avancer sur les terres fertiles, de limoger la vie.
Si l’eau coule encore entre les guerres, le pont oublie le fleuve.
Le babil des enfants ne peut assouvir leur faim. Il se tait.
L’homme et le loup meurent inutilement.
Sans lanterne, la nuit éponge l’ombre qui éponge la nuit.
Les fougères et les chênaies austères forment une paroi
que les flammes agressent dans la torpeur de l’été.
L’humanité a perdu la vue.
Le goût, le toucher ne sont que cendres.
Certains se masturbent derrière un arbre pour ne plus
rien entendre de ce qui se dit.

*
Dalla parabola al silenzio, fino ad andare alle mani.
A questa lotta tra sé e sé.
Tra dentro e fuori, chiudere ogni possibilità d’erranza.
Lei, tra le sue lenzuola che non vedranno più il giorno.
Un’altra forse io di fronte a questo detto della morte.
Dare l’ordine a tutte le navi che hanno salpato il mare di gettare l’ancora.
A tutti i deserti di avanzare sulle terre fertili, di silurare la vita.
Se l’acqua scorre ancora tra le guerre, il ponte dimentica il fiume.
Il chiacchiericcio dei bambini non può placare la loro fame. Esso tace.
L’uomo e il lupo muoiono inutilmente.
Senza lanterna, la notte prosciuga l’ombra che prosciuga la notte.
Le felci e gli austeri querceti formano una parete
che le fiamme aggrediscono nel torpore dell’estate.
L’umanità si è accecata.
Il gusto, il tatto, solo cenere ormai.
Alcuni si masturbano dietro un albero per non più
sentire ciò che si dice.

                                                      a cura di Viviane Ciampi