lunedì 31 marzo 2014

Poesia boliviana contemporanea.P.Shimose,6



Pedro Shimose



















MORTE DI MACHIAVELLI


Io,
Niccolò Piero Michele Machiavelli,
oscuro funzionario fiorentino,
fui ucciso dalle ulcere intestinali.

Spacciato da' medici,
in braccio della moglie e de' figlioli,
confortato da que' pochi amici
che ancora mi restavano,
me ne andai in un fiume di sangue
senza paura e senza rancori,
senza rimorsi.

Feci chiamare - è vero -
                      il confessore,

ma non parlammo d'altri mondi.
Ci limitammo a ragionare
dell'ingratitudine umana.
























domenica 30 marzo 2014

Poesia boliviana contemporanea.P.Shimose.5




Pedro Shimose.
















POLITICO DISOCCUPATO


                         Machiavelli fu privato di tutte le sue cariche e partì da Firenze in esilio.


 
Di buon mattino
s'alza,
esce a caccia di beccafichi,
                                   vagola per il bosco,
osserva il lavoro de' legnaiuoli,
si siede presso le fonti
e legge i poeti
                  che gli parlano
di amori ed esilii.
Va all'osteria,
mangia e beve
                  con la gente umile,
giuoca alla cricca e s'ingaglioffa
in grandi discussioni con
il canovaio,
         il mugnaio,
                  il beccaio

(inveisce,
li abburatta,
si sbraccia)

Di notte
torna alle sue stanze,
si spoglia quella veste cotidiana
e - in panni condecenti -
                           conversa
co' grandi uomini antichi;
domanda la ragione
delle loro azioni,
legge,
           medita,
dimentica ogni affanno
                          non teme la povertà
                                    la morte, non lo sbigottisce.






sabato 29 marzo 2014

Poesia boliviana contemporanea.P.Shimose.4


Pedro Shimose


















MACHIAVELLI, POETA


Però se alcuna volta io rido o canto,
Follo perché io non ho se non questa una
Via da sfogare il mio acerbo pianto


MACHIAVELLI, Lettera a Francesco Vettori, 16/4/1513


Parla il poeta
Lacerato dall'invidia che mi portano,
solo la poesia mi consola.
So di non essere un gran poeta.
Non so scrivere. Non sono caro alle muse.

Ma la gloria a cui aspiro
non è l'elogio del critico che non stimo,
né l'alloro né l'accademia né i premi.

Per favore, lasciatemi vivere in pace
con le mie amate ulcere.

venerdì 28 marzo 2014

Poesia boliviana contemporanea.P. Shimose.3


Pedro Shimose
























STARE CHETO


Pure, se io vi potessi parlare, non potre' fare che io non vi empiessi il capo di castellucci, perché la Fortuna ha fatto che, non sapendo ragionare né dell'arte della seta et dell'arte della lana, né de' guadagni né delle perdite, e' mi conviene ragionare dello stato, et mi bisogna o botarmi di stare cheto, o ragionare di questo.


MACHIAVELLI, Lettera a Francesco Vettori, 9/4/1513



Tanto tempo senza saper che cosa fare
di questo sogno povero
tinto di soprassalti.
Aver visto un cielo stramazzato
tra fiori e uccelli
e un bosco in fiamme
appie' della montagna.

Molto ho deplorato di essere qui,
seduto,
a contemplare un uomo
che di notte legge
e di giorno
redige rapporti burocratici
come che voglia parer saggio e grave.

A che scopo venirmene dove non ricordo,
dove sono un'assenza che non rammenta nulla,
nemmeno la sua voce,
nemmeno il suo stesso volto nella pietra dove
ci guardavamo.


giovedì 27 marzo 2014

Poesia boliviana contemporanea.P.Shimose.2


Riflessioni machiavelliche
POESIE DI PEDRO SHIMOSE
(1980 - Sinopia, Venezia 2004
traduzione di Claudio Cinti)


Quando nel 1980 arrivarono le Riflessioni machiavelliche,( pubblicato in Italia nel 2004   da Sinopia ed.), Shimose è nella piena maturità poetica, avendo già pubblicato sei raccolte, e dopo quasi un decennio d'esilio. Pur nel dolore che ovviamente permane, c'è stato un assorbimento del colpo, e si passa a una meditata "riflessione". Il libro allora è alimentato e sostenuto dalla cultura classica e rinascimentale dell'autore, si ragiona in modo lucido sulla politica, sugli uomini, sulla morte e, ancora, sull'esilio. Lo sguardo ora è più terso, quasi filosofico. Non a caso questa volta il collegamento con lo scrittore del passato avviene con Machiavelli, e si fa più diretto ed esplicito che in Quiero escribir, pero me sale espuma. Un dialogo serrato tra il pensatore fiorentino allontanato da Firenze e l'autore, che a volte gli cede la parola, lo lascia riflettere liberamente.
In Riflessioni machiavelliche tutto è centrato sul personaggio di Niccolò Machiavelli, (ma si citano molti altri pensatori, tra i quali, per esempio, Gramsci e Leonardo da Vinci), rivelato nei suoi aspetti più umani, nella sofferenza dell'esilio, eppure sempre lucido e profondo, anche quando descrive le fasi più semplici e umili della sua vita quotidiana:
Di buon mattino
s'alza,
esce a caccia di beccafichi,
                                     vagola per il bosco,
osserva il lavoro de' legnaiuoli,
si siede presso le fonti
e legge i poeti
                che gli parlano
di amori ed esilii.
Di questi versi sorprende la lucidità e l'ironia che stempera il dolore, la riflessione amara e pessimistica che sa mutarsi in saggezza, in quel flusso discreto d'umorismo che come un corso d'acqua limpido (Shimose è cresciuto in mezzo a due fiumi) attraversa e salda queste poesie intense, le purifica d'ogni eccesso, d'ogni scoria. Per questo le poesie di Pedro Shimose calano giù come fendenti di scimitarra, esatti, pieni di uomini e vicende, forti e civili:
Ma la gloria a cui aspiro
non è l'elogio del critico che non stimo,
né l'alloro né l'accademia né i premi.
Poesia di meditazione sulla cultura, la bellezza, la Storia, il significato dell'esistenza e il bruciore dell'esilio, che non rifugge dai toni ironici ("La bontà / muove la lingua / di quanti mi calunniano"; "Se mi domandano quale posto preferisco, / dirò che preferisco parlare di politica / che vivere in Paradiso come un fesso") e malinconici in cui si avverte il senso di solitudine di chi, come Shimose, ha vissuto sulla propria pelle la persecuzione politica e lo sradicamento dalla madrepatria, dalla propria terra, ma allo stesso tempo anche il sogno, l'utopia di una società migliore - non a caso l'affinità con Machiavelli, non a caso il Rinascimento italiano, le citazioni di Leonardo da Vinci e, soprattutto, il richiamo ad Antonio Gramsci.
Si parlava di solitudine, sì, ma quella di Shimose è una solitudine stoica e fertile, spesso ironica e sottilmente autoironica, in cui resistono la fiducia e l'ammirazione per l'uomo che ascolta, osserva e medita sul mondo e sulla vita, sul passato e sul presente, e che si apre ai giorni che verranno:
Parlare col silenzio. Vedere
il sole che arde nella memoria
del futuro.
Per questo nei testi delle Riflessioni machiavelliche spesso ci imbattiamo in versi gioiosi e in attimi di felice abbandono, dove i colori forti e caldi dell'Amazzonia abbracciano le linee perfette dell'architettura di Firenze, fondendosi con il pensiero razionale, eppure così umano, di Machiavelli:
Adesso voglio contemplare il fiume.
Adesso voglio solo congedarmi e rammentare
l'amicizia delle palme.
Adesso, per favore, lasciatemi sorseggiare in pace
il buon mate di coca.
La poesia di Pedro Shimose è più che mai attuale, quindi, visto i tempi d'instabilità e vaghezze culturali, di guerre preventive e terrore, di sradicamenti dalla propria terra, di frammentaria globalizzazione. E voglio chiudere riportando gli ultimi versi d'una poesia di Quiero escribir, pero me sale espuma che fa parte della silloge qui sotto proposta (e per l'occasione appositamente tradotta) da Nicola Licciardello. Versi che racchiudono in poche parole la bellezza e la tempra della poetica di Pedro Shimose:
Nell'esilio, lontano dalla patria
 la forza della nostra attesa.

Quiero escribir, pero me sale espuma
quiero decir muchísimo y me atollo;
no hay cifra hablada que no sea suma,
no hay pirámide escrita, sin cogollo.
Voglio scrivere e mi esce solo schiuma
voglio dire moltissimo e mi blocco;
non c'è numero che non sia una somma,
non c'è piramide senza un germoglio.
( traduzione di Alessio Brandolini)





                                                               




OPERE POETICHE DI PEDRO SHIMOSE:
·         1961, Triludio en el exilio
·         1967, Sardonia
·         1968, Poemas para un pueblo
·         1975, Caducidad del fuego
·         1976, Al pie de la letra
·         1980, Riflexiones maquiavélicas (in italiano Riflessioni machiavelliche, con testo a fronte, a cura e traduzione di Claudio Cinti, Sinopia Libri, Venezia 2004, pp. 149, € 14,00)
·         1985, Bolero de caballería
·         1988, Poemas (raccoglie in un unico volume le precedenti raccolte)
·         1996, Riberalta y otros poemas (primo libro pubblicato in Bolivia dopo 25 anni)
·         2000, No te lo vas a creer
·         2003, De naufragios y sonámbulos (antología poética)

Oltre ai libri di poesia Pedro Shimose ha pubblicato anche il libro di racconti El Coco se llama Drilo (1976), nonché numerosi studi sulla letteratura latinoamericana, come il Diccionario de Autores Iberoamericanos (1982) e Historia de la literatura latinoamericana (1989). Nel 1989 ha ricevuto il Premio Nacional de Cultura de Bolivia.




                                                                           continua