lunedì 4 marzo 2013

Il secolo d'argento. (10)



          Il pubblico  può ora tributare un applauso convinto e grato.
          Gordon e Zoé possono finalmente lasciarsi andare ai loro consueti duetti, seduti al  tavolo di un piccolo ristorante delle Ramblas, di fronte a una paella davvero sontuosa .
          È una selezione molto interessante  quella che le  Donne di Carta hanno presentato. Ha saputo affiancare a modelli di riferimento, come le poesie di Antonio  Machado e di quei maestri, che frequentarono quella particolarissima comunità di artisti senza leader che fu la “Casa de los Chopos[1], i  testi delle personalità più originali della “Generazione del ‘27”. Uno strano raggruppamento di poeti, pittori, cineasti, musicisti e architetti che condividevano la tensione per il rinnovamento. Nei poeti, in particolare, è evidente una spinta comune alla revisione dello stile barocco, all’antiretorica, per poi  finire, però, per  imprimere ciascuno alla propria produzione direzioni diverse.
         - Gordie, ora bisogna fare un altro brindisi!-prorompe Zoé,appena conquistato il loro tavolo - Che gioia, e che  fatica contenerla  tutta durante  l’esibizione! Avevo dimenticato la grandezza del  “Secolo d’argento delle lettere spagnole.[2]
         -Mi sono chiesto davvero come fosse possibile vederti tanto a lungo in silenzio … -interviene Gordon –Ma  dai!  Scherzavo! Come siamo suscettibili, però  … Non prendertela, non è il caso di fare quella  espressione imbronciata! Allora, su, brindiamo alla Spagna, ai suoi grandi poeti e a Sant Jordi! - e poi continua -  Penso poi che abbia molto contribuito la forza comunicativa, quella meravigliosa capacità di trasmettere emozione delle Donne di Carta, non credi? Proprio brave! Così diverse, ma tutte possedute da quella tensione, da quella concentrazione assoluta che crea, su di te che ascolti, un legame così intenso, una sorta di filo invisibile che si tende fra i due poli, una sorta di effetto calamita che consente la piena condivisione del piacere di ogni rivisitazione. Penso proprio che la Donna di Carta quando dice il suo pezzo diventi il poeta, anzi di più: si identifichi e faccia percepire con il suo corpo e la sua voce  il testo stesso da lei scelto e amato.  In realtà  ci fa assistere alla sua piena immersione nella vocalità del testo: c’è un misterioso  ponte  gettato tra la scrittura e la voce … Anche là dove un testo non nasce per essere accompagnato da strumenti musicali, diventa tuttavia materia  musicale, nel momento in cui viene detto in un certo modo …  
         - Come al solito, molto profonda la sua riflessione, Mr Fisher, unita a molta galanteria! Nei miei confronti e nei confronti delle belle Donne di Carta!-replica ironica Zoé- Comunque, anche io ho apprezzato la loro capacità  di mettersi in relazione col pubblico, che, mi sembra, abbia anche saputo  cogliere l’occasione. Un’opportunità, del resto, per tornare alle origini, Omero, i Troubadours … Io , però, se permette, Mr  Fisher, io ho provato qualche preferenza …  Ho apprezzato in modo particolare il  risultato  del lavoro del ” poeta per grazia di Dio (e del diavolo)”, devoto “ della tecnica e dello sforzo”[3] nel  suo madrigale . Come sottrarsi al sortilegio di quel bacio succoso e intenso come  una “melagrana profonda e spalancata “sulla sua bocca, pur delicata e fragile come una rosa di carta!



[1] La Residenza si poneva il compito iniziale di supportare l’insegnamento universitario attraverso la creazione di un ambiente intellettuale e di convivenza fra studenti e insegnanti, fra gli uomini delle arti e quelli delle scienze, con un marcato stampo umanistico, e di essere il centro di accoglienza delle avanguardie europee.
Lorca, Dalí e Buñuel furono tra i residenti più prolifici. Lo scrittore Miguel de Unamuno, il compositore Manuel de Falla, i poeti Juan Ramòn Jimènez, Pedro Salinas e Rafael Alberti, il filosofo Josè Ortega y Gasset -per citarne solo alcuni- si potevano spesso incontrare agli appuntamenti della strapiena agenda culturale della casa. Anche Albert Einstein, Paul Valéry, Marie Curie, Igor Stravinsky, John M. Keynes, Walter Gropius, Henri Bergson, Le Courbusier vi passarono per scambiare conoscenze e impressioni .La casa si trovava in una zona tranquilla di Madrid, su un colle battezzato dai poeti come Colina de los Chopos (Colle dei Pioppi) .Aveva una cinquantina di camere, molto austere e semplici (letto di pino, vaso da notte, libreria, scrivania e due sedie). Le occupavano giovani, dai 15 anni in avanti per i quali i genitori, o loro stessi, avevano scelto una educazione alternativa a quella dell’Università Centrale.
La Residenza si finanziava con gli affitti pagati dagli studenti, anche se dopo qualche anno una parte dei fondi furono destinati a creare borse di studio per i meno agiati. Come unico lusso, in mezzo a questo clima di silenzio e austerità, c’era un pianoforte nel salotto del piano terra. Lo suonava spesso Lorca dopo la cena. Nella loro vita quotidiana, gli studenti adottavano le abitudini inglesi, considerate più adatte allo sviluppo della creatività, con pasti anticipati sugli usi spagnoli e tè in giardino alle cinque di pomeriggio.
La poesia è stata forse l’attività che si è sviluppata tra quelle mura nel modo più bello e profondo. Raramente era il centro della vita collettiva, tranne nella camera di Lorca, che invitava spesso gli amici a letture di versi.
Nella residenza nacque la cosiddetta Generazione del’27, che raccoglieva un gruppo di poeti rinnovatori. Erano giovani, quasi sempre colti, benestanti, repubblicani e di sinistra. Hanno scritto una delle pagine più importanti della letteratura spagnola.
È qui che Lorca,Alberti e Salinas scrissero ‘El Manifesto de la Colina’.
[2] Gli Spagnoli chiamano il Novecento” il secolo d’argento delle lettere ”per distinguerlo dal secolo d’oro di Cervantes.
[3]Definizione della condizione/del mestiere di poeta di Federico Garcia Lorca.






(continua)

2 commenti:

  1. Se ti piace la poesia,puoi provare a leggere il "Viaggio sull'onda dell'immaginazione"sul blog:
    gabysouk.bolgspot.com/
    E' un pretesto per presentare poeti di tutto il mondo di questo secolo e del precedente.Forse puoi trovarli interessanti.La procedura è sempre la stessa:il racconto dove sono immersi serve a fornire qualche strumento per una più facile interpretazione.

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  2. Il largo abbraccio su questo blog è un confronto ravvicinato della poesia di due grandi come Paul Eluard e Octavio Paz.Mi sembra molto interessante scoprire attraverso le immagini
    scoprire ,in mondi culturali apparentemente lontani come quello europeo e quello latino-americano, le analogie nel modo di costruire le loro affascinanti figure...

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