giovedì 31 dicembre 2015

27.Rilke.Sonetti a Orfeo



SONETTI AD ORFEO
27.II,23

In quell'ora tua chiamami
che ti sta fronte a fronte, impercettibile,
ti anela addosso qual muso di cane
e sempre ancora indietro si ritrae

quando oramai t'attendi d'agguantarla.
Tuo più di tutto è quel che ti si nega.
Liberi siamo. E il congedo ci colse
dove il primo saluto attendevamo.

E un appoggio imploriamo, con paura,
per le vecchie misure troppo giovani,
troppo vecchi per quel che non fu mai.

Il lodare soltanto ci giustifica,
ahi, siamo ramo e scure,
la dolcezza del rischio, che matura.


mercoledì 30 dicembre 2015

26.Rilke.Non posso ricordare.

Non posso ricordare

Non posso ricordare. Ma quei momenti
puri dureranno in me come
in fondo a un vaso troppo pieno.
Non penso a te, ma sono per amore tuo
e questo mi dà forza.
Non ti invento nei luoghi
che adesso senza te non hanno senso.
Il tuo non esserci
è già caldo di te, ed è più vero,
più del tuo mancarmi. La nostalgia
spesso non distingue. Perché
cercare allora se il tuo influsso
già sento su di me lieve
come un raggio di luna alla finestra.

martedì 29 dicembre 2015

Buon anno!!!





                                   

Auguri  per un nuovo anno immacolato,dimentico delle polveri sottili!



25.Rilke.Un vento di primavera.

Un vento di primavera 

 Con questo vento viene destino; lascia,
lascia che venga tutto ciò che preme, cieco,
di cui noi arderemo -; tutto questo.
(E resta immobile perché ci trovi).
Porta il nostro destino questo vento.
Da chi sa dove questo vento nuovo,
sbandando sotto il peso di cose senza nome,
porta sul mare quello che noi siamo.
… Oh, se lo fossimo. Saremmo a casa.
(Vedremmo scendere e salire in noi i cieli).
Ma ogni volta con questo vento passa
il destino oltre di noi immenso.

lunedì 28 dicembre 2015

24.Rilke.Canto d'amore.

Canto d'amore

Come potrei trattenerla in me,
la mia anima, che la tua non sfiori;
come levarla, oltre te, ad altre cose?
Ah, potessi nasconderla in un angolo
perduto nella tenebra, un estraneo
rifugio silenzioso che non seguiti
a vibrare se vibri il tuo profondo.
 
Ma tutto quello che ci tocca, te
e me, insieme ci prende come un arco
che da due corde un suono solo rende.
Su qual strumento siamo tesi, e quale
violinista ci tiene nella mano?

domenica 27 dicembre 2015

23.Rilke.Sii paziente

Sii paziente

Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore e
cerca di amare le domande, che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date
poichè non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta.

sabato 26 dicembre 2015

22.Rilke.Esperienza della morte.

  Esperienza della morte

  Nulla sappiamo di questo svanire
che non accade a noi. Non abbiamo ragioni
- ammirazione, odio oppure amore -
da mostrare alla morte la cui bocca una maschera

di tragico lamento stranamente sfigura.
Molte parti ha per noi ancora il mondo. Fino a quando
ci domandiamo se la nostra parte piaccia,
recita anche la morte, benché spiaccia.

Ma quando te ne andasti, un raggio di realtà
irruppe in questa scena per quel varco
che tu ti apristi: vero verde il verde,
il sole vero sole, vero il bosco.

Noi recitiamo ancora. Frasi apprese
con pena e con paura sillabando,
e qualche gesto; ma la tua esistenza,
a noi, al nostro copione sottratta,

ci assale a volte e su di noi scende come
un segno certo di quella realtà;
tanto che trascinati recitiamo
qualche istante la vita non pensando all'applauso.

venerdì 25 dicembre 2015

21.Rilke.Le loro mani.


 
Le loro mani
Le loro mani son mani di donna,
e non so qual maternità le infonde.
Giulive, come il passero che reca
nuove pagliuzze a costruir suo nido.
Nel prender, calde; placide, nel dare:
coppe che han sete di farsi ricolme.

giovedì 24 dicembre 2015

20.Rilke.Viene adagio la sera.







 VIENE ADAGIO LA SERA

Viene adagio la sera, camminando
tra gli alberi lontani nella neve
e silenziosa preme le sue guance
fredde alle finestre, per spiare.

E nelle case cresce il buio.
I vecchi sulle sedie pensano,
le madri sono come regine,
i bambini lasciano da parte i giochi
e le ragazze non filano più.

La sera fuori tende l'orecchio
nella casa, e dentro ascoltano
il silenzio della sera. 


mercoledì 23 dicembre 2015

19.Rilke.Come ho patito ciò che ha nome addio.




Come ho patito ciò che ha nome addio.
E ancora so: un oscuro, implacabile, un crudele
qualcosa, che una forma in armonia composta
mostra ancora una volta e porge e lacera.
Come indifeso la guardavo mentre
lasciandomi partire mi chiamava e restava
quasi fosse tutte le donne in una,
ma bianca e piccola e non più che questo:
un saluto già non più a me rivolto,
replicato in silenzio – quasi già
inesplicabile: un susino forse,
onde un cuculo spiccò brusco il volo.

martedì 22 dicembre 2015

18.Rilke.La solitudine è come la pioggia.orig./trad.




 

La solitudine è come la pioggia.
Si alza dal mare verso sera;
dalle pianure lontane, distanti,
sale verso il cielo a cui da sempre appartiene.
E proprio dal cielo ricade sulla città.
 
Piove quaggiù nelle ore crepuscolari,
allorché tutti i vicoli si volgono verso il mattino
e i corpi, che nulla hanno trovato,
delusi e affranti si lasciano l'un l'altro;
e persone che si odiano a vicenda
sono costrette a dormire insieme in un letto unico:
 
è allora che la solitudine scorre insieme ai fiumi.
 
Die Einsamkeit ist wie ein Regen.
Sie steigt von meer den Abenden entegegen;
von Ebenen, die fern sind und entlegen,
geht sie zum Himmel, der sie immer hat.
Und erst vom Himmel fällt sie auf die Stadt.
...
Regent hernieder in den zwitterstunden,
wenn sich nach Morgen wenden alle Gassen
und die Leiber, welche nichts gefunden,
enttäuscht und traurig von einander lassen;
und wenn die Menchen, die einander hassen,
in einem Bett zusammen schlaffen müssen:

dann geht die Einsamkeit mit den Flüssen.