martedì 5 marzo 2013

Il secolo d'argento. (11)



- Dai –la interrompe Gordon premuroso - ora mangia piuttosto questi succosi frutti di mare, se la paella si fredda non ti piacerà e sarà un vero peccato! Comunque hai ragione. Lo sai come sono sensibile all’eterno femminino … Ma non è solo questo. La poesia è l’arte del “dictare”, è quasi  retorica, più che  letteratura: ricordati Dante.La poesia nasce come arte orale e lo è sempre rimasta. Il tratto in cui non lo è stata più è davvero infinitesimale. La dimensione vocale è fondamentale nel testo scritto. Sai già come la penso: il metro, il ritmo sostengono la struttura e finiscono per costituire l’impianto, l’impalcatura delle  figure, perfino  nel tuo adorato Rimbaud! Considera, ad esempio, come  quella voce di velluto ha reso davvero unici quei versi di Federico Garcia Lorca!  E inoltre, che invidia intravvedere quel paradiso in terra, costruito semplicemente con un campo silenzioso dove scorre con discrezione un fiume, dove è una piccola fonte e dove i baci degli innamorati sono “sonori nèi nell’eco”. Un vero “Paradiso perduto”! Se poi pensi alla sua vita ,all’esilio ,alla fucilazione … Che crudele, dannato contrasto!..
         Zoé si interrompe un attimo per bere un sorso,ma tesa, subito aggiunge- Certo, penso che fosse inevitabile l’esilio negli anni della dittatura franchista per uomini  capaci di immagini impalpabili e libere, perciò tanto affascinanti. Pensa a  quelle di Rafael Alberti coi suoi” valzer del cielo” che i venti suonano nei capelli di lei, mentre la prima luna degli innamorati fa capolino  dietro al suo ventaglio. Che  sapiente capacità di collegarsi con i fervori innovativi delle avanguardie europee e, nello stesso tempo, rendere omaggio ai maestri, come Béquer,[1], di sapere insomma trovare il punto di equilibrio e di sintesi che permette di recuperare una vena neo-popolare, di essere il poeta di tutti, rifiutando ogni odore di accademia, e tuttavia raggiungere con naturalezza e semplicità una eleganza e una raffinatezza estreme.  Quanto a ritmo, metro ,lo sai,io preferisco privilegiare  i termini armonia /disarmonia . Credo che in certi testi una certa disarmonia insistita, a volte aggressiva, addirittura corrosiva, è il vero supporto alla efficacia figurale. In questo senso posso condividere il tuo modo di sottolineare  la musicalità di un testo poetico. Ma … Ancora  una curiosità.  Hai colto anche tu qualcosa di diverso, di più autentico e diretto in questa, non saprei come chiamarla esattamente, performance  in rapporto alle altre esperienze in cui l’ attore  dice o legge poesie?
         - Allora, andiamo con ordine-riprende Gordon - prima un’osservazione sui maestri spagnoli: il punto di equilibrio tra opposti , appunto, mi sembra anche l’elemento comune delle personalità, per altri versi, molto differenti, dei componenti di questo gruppo straordinario di intellettuali. La sintesi che Lorca seppe trovare tra tradizione colta e popolare, tra avanguardia e tradizione è quella che io ritrovo nella poesia pura di Pedro Salinas intessuta di intelligenza e di sentimenti senza mai scadere in sentimentalismi e, tantomeno, in intellettualismi. Piuttosto, un rifuggire dalla retorica, una ricerca severa del  linguaggio, essenziale,spoglio, che ti riporta ai valori essenziali dell’essere, alla nudità vera dei pronomi. ” La voce a te dovuta “ è davvero magnifica, non sei d’accordo?
        - Sì, certo-concorda Zoé,ribattendo però subito dopo- Ma è proprio qui che risiede il loro fascino. Pensa alla loro ammirazione per Antonio Machado, appena una generazione precedente alla loro, e, tuttavia, con la forza di creare un modo originale per esprimere la propria preoccupazione per i problemi dell’Uomo . Io penso a Vicente Aleixandre e alla sua  “Figlia del mare ”, alla “ generosa presenza” della sua”’ bellezza irresponsabile”, alla sua” innocenza offerta ad occhi savi” come una “conchiglia lasciata dalle onde”, come la “spuma che resta quando la riva si ritrae”. Quanto lontano il sogno, quanto fondate le inquietudini …
        - È vero-continua Gordon - Come il grande Machado che accenna a qualche mistero, improvviso ed etereo,come la storia d’amore che s’incardina nel cuore del poeta che ricorda come nella vita  c’è molto di incompreso e che è pronto tuttavia ad afferrare il ritmo nuovo dello spazio,impresso dalla mano di lei che si posa sul suo braccio,l’imprecisa cosa felice che la brezza dice sui rami senza saperlo,che fa riapparire  il quadro della sua vita nella quieta piazzetta tra le acacie fiorite e la limpida fonte o la dorata assenza incantata o infine quell’amore che nel confuso specchio rompe gli scenari dei suoi crepuscoli antichi.
         Aleixandre si lascia trafiggere dagli occhi azzurri della figlia del mare che raggiano e si lascia legare al caldo nodo della sua presenza. Devo confessarti che sono stato conquistato dalle movenze,in sintonia con il movimento del mare, e dallo sguardo incantato e luminoso della suadente Donna di Carta che l’ha rievocata per noi -e, dopo una rapida occhiata preoccupata alla sua interlocutrice,prosegue:-Aleixandre è un poeta legato al suo mare, ma con un forte legame anche con la sua terra:la sua originalità non si lascia contaminare dalle scosse sismiche  delle avanguardie europee,ma affonda le sue radici nella tradizione del suo paese che non abbandonò neppure per l’esilio. La sua poesia angosciata ed esistenzialista è testimonianza alta della durissima guerra che fu vissuta dal suo popolo...
         -Sei proprio  un incorreggibile maschio -lo interrompe Zoé- e non solo  britannico! Ma quanto charme in quel sondare le profondità dell’essere e della storia … Confessa che  lo fai apposta per sottolineare la mia natura compulsiva che ti disturba. E, ora, la mia piccola curiosità … sono sempre in attesa …
-Oh! Basta coi battibecchi e le sfide scherzose -propone Gordon sorridendole- Ognuno è come è. Sono d’accordo con Salinas. L’ideale sarebbe esserlo senza maschere e senza orpelli, ma è utopico . Se vuoi il mio parere, dunque, sì, è proprio vero. Se devo essere sincero, ho provato spesso un certo fastidio, quando mi sono trovato di fronte ad un attore dalla forte personalità, specialmente se interpretava un poeta che conoscevo bene e che amavo particolarmente. Non mi piaceva che la sua  visione del mondo soffocasse quella che secondo me era  del  poeta. Oggi, invece, la donna che era corpo in scena, che diceva versi era riconoscibile per la verità che stava in quel momento dicendo, che sgorgava direttamente dal testo; mi è sembrata, di volta in volta, un corpo-voce prestato al corpo-voce  del testo poetico, la sua strada autentica  per interpretare il mondo. Insomma, secondo me, nella Donna di Carta (che non è un attore che recita poesie) il suo ego non traspare,totalmente cancellato per l’immedesimazione piena con la verità carismatica del poeta.  Ecco perché ci sono particolarmente piaciute. Eccola, secondo me, la natura del rapporto diretto, che però è frutto di amore e di attenta ricerca.
    Ora però-aggiunge pomposamente - è tempo per la conclusione degna di una serata così intensamente ricca di emozioni diverse;lasciami allora chiudere adeguatamente,imprimendo ancora un segno all’atmosfera  festosa che ci circonda e alzando insieme i bicchieri di un’abbondante e robusta sangria..Il sigillo di un momento  prezioso di sogno!



[1] Poeta spagnolo del XIX secolo; un frammento di un suo verso è in epigrafe della poesia di Rafael Alberti “Terzo ricordo”, vedi pagine precedenti. 


(continua)

Nessun commento:

Posta un commento