lunedì 24 agosto 2020

XXIV.GERMANIA 57.Bertolt Brecht.b.La ballata di Hanna Cash.






XXIV. GERMANIA   
50.Bertolt Brecht

nasce ad Augsburg in Baviera nel 1898,(Germania)
da una benestante famiglia borghese. Critico 
nei confronti della società del tempo,  
Brecht aderì al marxismo e nel 1933,
 quando salì al potere il nazismo, 
dovette lasciare la Germania.(11 ott 2018).
 Muore a Berlino nel 1956.
        
b.La ballata di Hanna Cash.

1.Con la gonna di cotone e la sciarpa gialla
e con gli occhi dei laghi neri,
senza soldi e talento ma con abbastanza
capelli neri sciolti che portava
fino alle dita dei piedi, ancora più nere:
                  questa era Hanna Cash, ragazzo mio,
                  che i "gentlemen" riusciva a imbrogliare.
                  ci venne con il vento e andò via
                  con il vento che corre sulle savane.
2.Non aveva scarpe e non aveva neanche
una camicia e non sapeva neppure i corali!
E come un gatto era defluita nella grande
città, un gattino grigio preso tra le branche
di legni e di cadaveri, nel corso dei neri canali.
                  Lavava i bicchieri dall'assenzio,
                  ma lei pulita non era mai.
                  E pure Hanna Cash, ragazzo mio, un tempo
                  fu certo pulita anche lei.
3.E una notte entrò nel bar dei marinai
con gli occhi dei laghi neri,
e incontrò J. Kent, capelli di talpa,
quel tipo dal coltello del bar dei marinai,
e la portò via con sé.
                  E quando Kent, quel tipaccio,
                  si grattava la tigna e ammiccava,
                  Hanna Cash fino alla punta dei piedi, ragazzo
                  mio, sentiva quell'occhiata.
4.Loro "s'incontrarono tra selvaggina e pesce"
e "marciarono uniti per tutta la vita",
non avevano un letto, né un tavolo, niente
e non avevano neanche selvaggina né pesce
e neppure un nome per i bambini.
                  Fischia vento di neve, pioggia si versa             
                  e s'allaga anche la savana,
                  ma Hanna Cash, ragazzo mio, resta
                  presso l'uomo che ama.
5.Lo sceriffo dice: È un furfante.
E la lattaia: cammina tutto sghembo.
Ma lei dice: Che male ci trovate?
È il mio uomo. E lei si riprese la libertà di restare
vicino a lui. Proprio per questo.
                  E quando zoppica e quando fa il matto   
                  e quando la colpisce una botta dopo l'altra,
                  Hanna Cash si chiede, ragazzo
                  mio, questo soltanto: se lei lo ama.
6.Dove c'era la culla non c'era tetto, in alto,
e i colpi colpivano i genitori.
Loro marciarono insieme, anno per anno,
dentro i boschi dalla città d'asfalto
e nella savana dai boschi.
                  Per il tempo che si va, per vento e per neve,
                  fino a che non arriva il crollo,
                  Hanna Cash, seguì sempre,
                  ragazzo mio, il suo uomo.  
7.Nessuna veste era tanto malandata                                  
come la sua e per lei non c'era domenica,
non c'era nessuna passeggiata a tre
al bar - della-torta-di-ciliege e non v'era focaccia
nella madia e non suono d'armonica.
                   E un giorno era come ogni altro,
                   senza spiraglio di sole.
                   Ma Hanna Cash, nel volto, ragazzo
                   mio, aveva sempre il sole.
8.Lui rubava i pesci, lei il sale rubava.
era così. "È dura la vita".
E quando lei cucinava i pesci, guarda:
sulle ginocchia dell'uomo i bambini recitavano
in coro la dottrina.
                   Per cinquant'anni dormirono
                   nello steso letto per notte e per vento.
                   così Hanna Cash, ragazzo mio,
                   Dio gliene dia compenso.                                                                  

Bertolt Brecht,”La ballata di Hanna Cash”,
dal  Libro delle devozioni domestiche,1921, Einaudi,1964.

" Questa lirica partecipa e vive dell'universo della negazione,
dell'ascesi  della logica spettrale, un po' come [...] in Klee,
 perché è di un mezzo secolo di storia europea. Il suo obiettivo
è dirigere  la  propria  poesia  verso  gli  altri, l'avvenire, senza  mai
 coprire  però  la  cavità  buia dell'esistenza."

Franco Fortini, pseudonimo di Franco Lattes (1917-19994),
intellettuale, saggista, traduttore,  critico, poeta e paroliere












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