XVIII.BRASILE
43.Marcia Theophilo
Nata a Fortaleza - 1941 - è una poetessa brasiliana.
Ha studiato a Rio De Janeiro, San Paolo e Roma,
dove si è laureata in antropologia.
( ha vissuto e lavorato a Roma a lungo. È anche italofona).
La foresta amazzonica è il tema attorno cui ruotano la vita
e l'opera di Marcia Theophilo: le sue genti, i suoi fiumi,
i suoi miti, le sue specie animali e vegetali e gli sforzi
per preservarne la sua ricchezza naturale e culturale.
Vive e lavora a Roma dal 1971 ed è bilingue -
i suoi testi sono scritti prevalentemente in portoghese e italiano.
E’ nel 1971 dunque che viene in Italia, per sottrarsi
alla repressione della dittatura che le impedisce di scrivere.
Qui si impegna a mantenere relazioni culturali tra l'Italia e
il Brasile, rappresentando l'Unione Brasiliana di Scrittori.
Nel corso degli anni ha organizzato incontri di poesia, ha
tradotto in portoghese poeti italiani e in italiano poeti
brasiliani. La sua poetica è tutta incentrata sulla natura,
sui miti e le leggende della foresta Amazzonica, sui popoli
indigeni e sulla denuncia dello scempio che ai suoi danni
si compie e all'impegno di salvaguardare il patrimonio
naturale dalle aggressioni della civilizzazione.
A lungo ha vissuto poi tra Roma e il Brasile.
dove si è laureata in antropologia.
( ha vissuto e lavorato a Roma a lungo. È anche italofona).
La foresta amazzonica è il tema attorno cui ruotano la vita
e l'opera di Marcia Theophilo: le sue genti, i suoi fiumi,
i suoi miti, le sue specie animali e vegetali e gli sforzi
per preservarne la sua ricchezza naturale e culturale.
Vive e lavora a Roma dal 1971 ed è bilingue -
i suoi testi sono scritti prevalentemente in portoghese e italiano.
E’ nel 1971 dunque che viene in Italia, per sottrarsi
alla repressione della dittatura che le impedisce di scrivere.
Qui si impegna a mantenere relazioni culturali tra l'Italia e
il Brasile, rappresentando l'Unione Brasiliana di Scrittori.
Nel corso degli anni ha organizzato incontri di poesia, ha
tradotto in portoghese poeti italiani e in italiano poeti
brasiliani. La sua poetica è tutta incentrata sulla natura,
sui miti e le leggende della foresta Amazzonica, sui popoli
indigeni e sulla denuncia dello scempio che ai suoi danni
si compie e all'impegno di salvaguardare il patrimonio
naturale dalle aggressioni della civilizzazione.
A lungo ha vissuto poi tra Roma e il Brasile.
a.Aquiloni farfalle*
Ubirajara se ne
andò dal villaggio.
Il desiderio che sentiva di Yací
lo stava facendo morire:
conficcati nel cielo due aquiloni farfalle.
La foresta usciva dalla sua vita, attraverso il fiume.
il fiume scorre a fior d'acqua, il fiume non è acqua,
il fiume è un serpente, è il mare,
riflette quel che tocca,
cambia colore, il fiume non è. È ció che tocca.
Nasce con la vita: io voglio vivere.
Il suolo è fatto di immagini: triangoli e quadrati.
E la mia storia con te è finita,
scuoto le ali che ancora avvolgono i nostri abbracci
per vedere come sono le tue carezze quando arriva il giaguaro.
La passione continua trascinando segnali di lussuria
una lussuria insana moltiplicata da freddi pensieri.
La voce consumata in penombra,
turbamenti di cristalli
demenza il contatto silenzioso della tua pelle.
Volando, la testa eretta, nella vastità della foresta.
Fra gli alberi, per i corsi d'acqua,
dai pantani alle pianure tranquille
si udiva il rimbombo della Pororoca:
incontro fra il fiume e il mare.
il mare è un grande lago, un lago immenso.
Il desiderio che sentiva di Yací
lo stava facendo morire:
conficcati nel cielo due aquiloni farfalle.
La foresta usciva dalla sua vita, attraverso il fiume.
il fiume scorre a fior d'acqua, il fiume non è acqua,
il fiume è un serpente, è il mare,
riflette quel che tocca,
cambia colore, il fiume non è. È ció che tocca.
Nasce con la vita: io voglio vivere.
Il suolo è fatto di immagini: triangoli e quadrati.
E la mia storia con te è finita,
scuoto le ali che ancora avvolgono i nostri abbracci
per vedere come sono le tue carezze quando arriva il giaguaro.
La passione continua trascinando segnali di lussuria
una lussuria insana moltiplicata da freddi pensieri.
La voce consumata in penombra,
turbamenti di cristalli
demenza il contatto silenzioso della tua pelle.
Volando, la testa eretta, nella vastità della foresta.
Fra gli alberi, per i corsi d'acqua,
dai pantani alle pianure tranquille
si udiva il rimbombo della Pororoca:
incontro fra il fiume e il mare.
il mare è un grande lago, un lago immenso.
Un’ altra grande artista e antropologa contemporanea,
la brasiliana,
Marcia Theòphilo.
La sua poetica è tutta incentrata sulla natura,sui miti e
le leggende della foresta Amazzonica, sui popoli indigeni
e sulla denuncia dello scempio che ai suoi danni si compie
e all'impegno di salvaguardare il patrimonio naturale
dalle aggressioni della civilizzazione.
A partire dal 1971 è esule volontaria in Italia.
La sua poetica è tutta incentrata sulla natura,sui miti e
le leggende della foresta Amazzonica, sui popoli indigeni
e sulla denuncia dello scempio che ai suoi danni si compie
e all'impegno di salvaguardare il patrimonio naturale
dalle aggressioni della civilizzazione.
A partire dal 1971 è esule volontaria in Italia.
Nelle sue opere accanto agli elementi ricorrenti nella
poesia latino-americana, accennati fin qui, si
aggiunge
quello leggendario e fantastico, quello della fusione
fra memoria emotiva e mito. Secondo la poetessa,
infatti, i miti antichi convivono con il mondo moderno
ed esorcizzano la distruzione delle tradizioni. La
poesia
deve, dunque, testimoniare l’intreccio fra arcaico e
contemporaneo per far cogliere nel suo canto l’essenza
del tutto.
Ecco, della Theòphilo, "Aquiloni
farfalle", dove
il sentimento d’amore si riversa in quello che fu lo
spazio
da lei abitato da bambina, la foresta amazzonica.
Quella
enorme foresta, polmone del mondo, minacciata da una
continua e inarrestabile deforestazione, che ha già
colpito
un quinto dell’intera area, e che è l’ispirazione di
tutta la
sua opera:
L’eroe-uccello abbandona il villaggio per far tacere un
desiderio che lo consuma
e si allontana volando
“nella vastità della foresta”.
È costretto a lasciare
la sua vita, la foresta,
circondata dal fiume-serpente,
divino, camaleontico nel
divenire tutto quello che
rispecchia nel suo
fluire. L’eroe- uccello sente ancora
sulle sue braccia-ali le carezze che preludevano
alla passione-giaguaro, divenuta ancora più totalizzante
nel ricordo degli amori
furtivi (penombra/ silenzioso).
Lontano, il rumore del fiume
che si getta nel mare tranquillo
come un lago immenso.
Non è esotismo, ma
identificazione e conciliazione di elementi
eterogenei. La foresta è
l’umanità tutta, il Brasile è il mondo e
la
sofferenza dell’Amazzonia
minacciata è la sofferenza del mondo.
Le aeree creature, quei colorati uccelli tropicali dai
richiami
inquietanti, con orrore si ritrovano ad abitare in
altre foreste.
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