XXIII.REGNO UNITO
49.
Dylan (Marlais) Thomas
poeta,
scrittore e drammaturgo gallese,
nasce a Swansea il 27 ottobre 1914.
Appena ventenne, pubblica la sua prima raccolta di poesie,
subito
accolta con interesse e seguita da altre
nel giro di pochi anni.
Scrive Under
Milk Wood,
‘commedia per voci’
che nella sua versione radiofonica vince nel
1954
il Prix Italia e i racconti autobiografici
Portrait
of the Artist as a Young Dog.
Muore
a New York, il 9 novembre 1953,
durante uno dei suoi cicli di
conferenze negli Stati Uniti.
a.I
loro volti splendevano sotto il misto chiarore 1
I
loro volti splendevano sotto il misto chiarore
Della
luce lunare e della lampada
Che
dava un senso ai loro vuoti baci,
E
trasformava l’isola di quell’amore da due soldi
In
un paese sontuoso, le tombe accanto a loro
In
pozzi di calore.
Per
pochi istanti
I
loro volti splendettero, la pioggia notturna
Pendeva
appuntita nel vento,
Prima
che la luna si spostasse e la linfa esaurisse,
Lei
nel vestito dozzinale dicendo cose dozzinali,
Lui
rispondendo,
Senza
sapere che il raggio era venuto e passato,
I
suicidi sfilano ancora, ora maturi per morire.
D.Thomas,
”I loro volti
splendevano sotto il misto chiarore”,
da Poesie inedite,
Einaudi, 1994
Con
Dylan Thomas2
è inevitabile parlare
della sua sfrenata immaginazione, del suo Neo
–Romanticismo,
della sua visione mitica del mondo da opporre
agli
intellettualismi di TS Eliot e di Auden stesso,
del suo infinito
repertorio di immagini insolite
che si generano l’un l’altra e si
distruggono
Basta pensare, ad esempio, all’iniziale
immagine
romantico-cimiteriale5
dei due volti illuminati
dalla luce naturale della luna e da quella
artificiale della lampada,
già s’incrina in quel dar “un senso
a vuoti baci” del terzo verso.
Quella luce, che come un riflettore
sul palcoscenico,
illumina i corpi dei due amanti
separandoli da
tutto il resto del mondo (“ l’ isola”),
rende prezioso
“quell’amore da due soldi”,
dà loro energia (“la linfa”
vitale del loro atto d’amore,generatore)
e trasforma in “pozzi di calore” anche le gelide tombe lì
accanto.
La visione in cui si conciliano gli opposti dura un attimo:
scomparsa la luna e sotto la pioggia che “pendeva appuntita nel
vento”,
tra cose e
parole “dozzinali”, lui e lei possono tornare ora
alla loro
banalità, al buio, alla mancanza di spiritualità,
e scegliere la
morte.
Thomas, come molti suoi contemporanei, esprimeva disgusto e
paura
verso il mondo ordinario
riflesso in quella visione statica della realtà,
per la quale gli
amanti di “ I loro volti splendevano” sono incapaci
di entrare in
relazione con un universo nuovo e dinamico,
di andare verso una
rigenerazione. Il senso di oppressione,
per Thomas, nasce anche dal
linguaggio convenzionale,
usato nel mondo “dozzinale”. Questo
linguaggio logoro deve,
catacresi**,
ecc. e tutti gli espedienti della ripetizione, dell’allitterazione
e dell’assonanza, del gusto per la materia sonora delle parole
un armamentario che serve a creare una nuova forma
di comunicazione solida.
Bisogna
leggere questi versi ad alta voce, assaporarli,
scandendo ogni
vocale e consonante,
soltanto dopo pensare al loro significato.
Quella
di Dylan Thomas è una poesia visionaria,
con una forte presa
ipnotica, espressa mediante immagini vivide
e un intreccio di parole
significative, dense, che hanno una consistenza
quasi fisica, come
nelle poesie di William Blake8.
Spesso, più che il loro valore lessicale,
è il suono stesso della
singola parola a dare il significato;
e più che creare parole
nuove, Thomas sembra dare
una forza nuova a quelle esistenti,
usando
i termini in modo ambiguo e distorto,
tanto da risultare spesso
oscuro, soprattutto nelle sue poesie giovanili.
Le sei terzine di
“Amore in manicomio”,del prossimo post
per esempio, si avviluppano e si
intrecciano in una spirale
di immagini che convoglia verso quella
finale in cui l’Io,
un Io altro dal poeta, un Io indifferenziato
che comprende
non solo tutto il genere umano, ma anche gli elementi
organici e inorganici dell’universo, è testimone del big
bang
che ha dato
inizio alla vita
Cfr. G.Melchiori, La poesia visionaria di D.Thomas,
da I funamboli, op.cit.
Cfr.
Poesia sepolcrale inglese (Young, Thompson, ...), fine sec 18°.
*Figura
retorica: consiste nell’accostamento di due parole
che hanno un
suono simile ma significato diverso;
viene usata per ottenere effetti
fonici: per es. TRADURRE/
TRADIRE.
**Figura
retorica: consiste nell’usare un senso al posto di un altro,
o
meglio servirsi di un termine oltre il suo significato; gioco di
parole;
per es. SUONO/
io SONO; SOLO AL SOLE.
William
Blake, poeta pre-romantico inglese.
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