martedì 18 agosto 2020

XXIII.REGNO UNITO.52.Dylan (Marlais) Thomas.b.Amore in manicomio





XXIII.REGNO UNITO

52. Dylan (Marlais) Thomas
 poeta, scrittore e drammaturgo gallese,
nasce a Swansea il 27 ottobre 1914. Appena
ventenne, pubblica la sua prima raccolta di poesie,
 subito accolta con interesse e seguita da altre
 nel giro di pochi anni. Scrive Under Milk Wood,
  ‘commedia per voci’ che nella sua versione radiofonica
vince nel 1954 il Prix Italia  e i racconti autobiografici
Portrait of the Artist as a Young Dog.
 Muore a  New York, il 9 novembre 1953,
durante uno dei suoi cicli di conferenze negli Stati Uniti.

b.Amore in manicomio[1]

Un'estranea è venuta
A spartire con me la mia stanza nella casa lunatica,
Una ragazza folle come gli uccelli

Che spranga la notte della porta col suo braccio di piuma.
Stretta nel letto delirante
Elude la casa a prova di cielo con nubi invadenti

E la stanza da incubi elude col suo passeggiare
Su e giù come i morti,
O cavalca gli oceani immaginati delle corsie maschili.

Venne invasata,
Chi fa entrare dal muro rimbalzante l'ingannevole luce,
Invasata dal cielo

Dorme nel truogolo stretto e tuttavia cammina sulla polvere
E a piacer suo vaneggia
Sopra l'assito del manicomio consumato dalle mie lacrime
ambulanti.
 
E rapito alla fine (cara fine) nelle sue braccia dalla luce
 Io posso senza venir meno
Sopportare la prima visione che diede fuoco alle stelle.

Dylan Thomas,”Amore in manicomio”
(nella raccolta Collected poems,1934-1952, mai tradotta per intero),
 in Dylan Thomas, Poesie, Einaudi, 1970; a cura di Ariodante  Marianni

Come lo stesso D. Thomas scrisse :“Una mia poesia
abbisogna di una schiera di immagini perché il suo fulcro
è una schiera di immagini. Io creo una immagine
 – sebbene “creo” non sia la parola giusta; lascio piuttosto
 che una immagine “si crei” emotivamente dentro di me
e poi applico ad essa quel tanto di potere critico e intellettuale
di cui sono dotato; lascio che dia vita a un’altra immagine
contraddittoria e che questa contraddica la prima; faccio,
della terza immagine nata dalla congiunzione delle altre due,
una quarta immagine contraddittoria e lascio che tutte cozzino
insieme entro i limiti formali che mi sono imposto. Ciascuna
immagine contiene in sé il germe della propria distruzione,
e il mio metodo dialettico, così come lo intendo io, è
un costante insorgere e spezzarsi delle immagini che emergono
dal germe centrale, che allo stesso tempo è distruttivo e
costruttivo”**
(H. Treece, “Dylan Thomas: Dog among the Fairies”, Benn, London, 1949,
 citato in G.Melchiori, I funamboli, op.cit. pp. 238-239).



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