martedì 11 agosto 2020

XIX.BRASILE.43.Marcia Theophilo.b,Il Boto





XVIII.BRASILE


43.Marcia Theophilo

Nata a Fortaleza - 1941 - è una poetessa brasiliana.

Ha studiato a Rio De Janeiro, San Paolo e Roma,
dove si è laureata in antropologia. 
( ha vissuto e lavorato a Roma a lungo. È anche italofona).
La foresta amazzonica è il tema attorno cui ruotano la vita
 e l'opera di Marcia Theophilo: le sue genti, i suoi fiumi, 
i suoi miti, le sue specie animali e vegetali e gli sforzi 
per preservarne la sua ricchezza naturale e culturale. 
Vive e lavora a Roma dal 1971 ed è bilingue  - 
i suoi testi sono scritti prevalentemente in portoghese e italiano.
E’ nel 1971  dunque che viene in Italia, per sottrarsi
alla repressione della dittatura che le impedisce di scrivere.
Qui si impegna a mantenere relazioni culturali tra l'Italia e
il Brasile, rappresentando l'Unione Brasiliana di Scrittori.
Nel corso degli anni ha organizzato incontri di poesia, ha
tradotto in portoghese poeti italiani e in italiano poeti
brasiliani. La sua poetica è tutta incentrata sulla natura,
sui miti e le leggende della foresta Amazzonica, sui popoli
indigeni e sulla denuncia dello scempio che ai suoi danni
si compie e all'impegno di salvaguardare il patrimonio
naturale dalle aggressioni della civilizzazione.
A lungo ha vissuto poi  tra Roma e il Brasile.


b,Il Boto *

Quando nelle sue notti di fuoco Yací spaventata si sveglia
Boto si trasforma
in guerriero e invade il suo letto. Le voci soffocate
nel buio, cresce il silenzio, serpente lui si arrotola
e si avvolge al suo corpo
Poco a poco sale sinuoso, tra le carezze ammorbidendo
l'asprezza delle squame.
Fra i suoi lunghi capelli s'alza dicendo: amore mio
È pietra, è acqua.
Dov'è il suo nido? Navigando fra foglie
archi cipressi lo raggiunge in delirio,
togliendole il respiro: nuvola lei, polpa di frutta matura,
odori selvaggi e colori.
Pensieri senza senso esaltano il suo corpo:
i suoi sensi sette balzi di gatto lascivo,
s'interroga, pensa, singhiozza tra le trecce.
Yacì gli abbraccia le cosce dorate.
Molto lontano comincia il tuo fiume Boto.
In disaccordo s'incrociano sguardi profondi,
Lei cerca forza nelle sue viscere.
Le unghie lacerano i fianchi, le gambe, la schiena di Boto:
Vendetta bramata.
Ascolta il suo nome sussurrato da lui: Yací.
Boto senza rimorso ferisce e lei si scioglie.
Lo cerca nelle notti senza riposo,
nei giorni seguenti arriva inatteso.
Lui appare e lei si esalta.
Cavalli, nidi, uccelli, farfalle,
legni, monti, rami, sfere ruscelli
Boto metà acqua
metà pesce e metà uomo.
Quando ama tocca il fondo del fiume, cavalca travolto
dalle acque, inonda gli arbusti tra le isole.
Yacì stringe le squame fra le braccia
pesce che fugge, sapore di acqua e frutti di mare
Boto, pesce sale -sole-sale. Vita. Respiro.

*Marcia Theòphilo,”Il Boto”, da Il fiume l’uccello le nuvole,( 1982)
ed. Rossi&Spera, 1987.

        Boto Yacì… La  poesia di Marcia Theòphilo
nasce dalla musicalità delle parole indie-brasiliane
più che da un’idea, come se volesse dare voce
alla natura: il fiume, la pioggia, gli animali, gli alberi
e i loro frutti parlano attraverso il suono che li denota.
Uno stralcio di una lettera amica su  quella realtà
vista da un europeo:
 “…  e così, passo il tempo rileggendo i poeti latino-americani,
studio questa loro presentazione di una realtà tanto diversa 
e ricca rispetto a quella europea -pur variegata-con cui siamo 
abituati a  confrontarci… e cerco, contemporaneamente, 
di lasciare un po’d’ordine tra i lavori e i progetti sui quali 
continuerà poi a lavorare l’ottimo Bertrand. Gordon, 
non vedo l’ora di partire e di passare qualche altro giorno
insieme. E tu? Cosa stai facendo?’
       Anche Gordon infatti sta lavorando sodo
per preparare il suo intervento a Buenos Aires
e i progetti da discutere con i responsabili locali;
cerca, però al tempo stesso, di lasciare il pensiero
di Zoé da una parte, nascosto da ansie che si stanno
sempre più chiarendo per lui. Ma non sempre ci riesce.”





Nessun commento:

Posta un commento