lunedì 6 luglio 2020

V.PALESTINA. 22.Mahmud Darwich .b.Sonetto IV.



V.PALESTINA.

22.Mahmud Darwich

 nasce nel 1941 nel villaggio di al-Birwa, in Galilea, Palestina,
oggi  distrutto . Nel 1948 - durante il primo conflitto arabo-
israeliano - l'esercito di Israele scacciò i suoi abitanti  e lo rase
 al suolo. I genitori di Mahmoud cercarono rifugio in Libano ,
 ma riuscirono a  rientrare nel loro paese, illegalmente, l’anno
successivo,diventato parte di Israele, i loro beni confiscati
 e alcun diritto di cittadinanza. Pubblicò la sua prima raccolta
di poesie, Foglie d'Ulivo, nel 1964. Divennero famose
poesie che raccontano la condizione dolorosa e folle dell'esilio.
La poesia di Darwish assumeva un ruolo di riferimento collettivo
 per la causa palestinese. Nel 1970 abbandonò definitivamente
 la Palestina/Israele per un periodo di studio in Unione Sovietica.
Da allora trascorse la sua vita risiedendo per periodi diversi nelle
 principali città del mondo arabo: Il Cairo, Beirut, Amman. Dopo
un periodo di esilio a Cipro, visse tra Beirut e Parigi. Lavorò anche
al Cairo presso il quotidiano nazionale "al-Ahrām". La seconda
metà degli anni ottanta furono l'epoca del suo maggiore impegno
 politico. Nel 1987 fu eletto nel Comitato Esecutivo dell'OLP.
Si dimise nel 1993, perché contrario agli accordi di Oslo.
Mahmoud Darwish ha redatto il testo della Dichiarazione
d'Indipendenza dello Stato Palestinese, documento
promulgato nel 1988 e riconosciuto da diversi stati. Dopo
26 anni di esilio, ottenne un permesso per visitare la sua
famiglia nello stato di Israele. E’ morto a Houston,Texas,
USA, nel 2008, per le complicanze di un delicato intervento
al cuore.

b.Sonetto IV

Lentamente massaggio il tuo sonno. O nome che abito in sogno, dormi.
La notte si coprirà con i suoi alberi e si addormenterà
Sulla sua terra, sovrana di un'assenza breve.
Dormi ché io galleggi
[Sulle lentiggini che filtrano in me da una luna…
 
I tuoi capelli campeggiano sul tuo marmo, beduini che dormono incauti
e non sognano. Il tuo paio di colombe t'illumina dalle spalle
alle margherite del tuo sogno. Dormi su di te e in te
e che la pace dei cieli e della terra spalanchi per te tutte le sue
[sale, una dopo l'altra.
 
Il sonno ti avvolge di me. Non un angelo a portare il tuo letto,
né uno spettro a svegliare il gelsomino. O nome mio al femminile, dormi.
Nessun flauto piangerà una cavalla in fuga dalle mie tende.
 
Sei ciò che sogni, estate di una terra nordica
che offre le sue mille foreste al regno del sonno. Dormi
e non svegliare il corpo che desidera un corpo nel mio sogno.


Mahmud Darwish,”Sonetto IV ”, da Il letto della straniera.  Epoché ed., 2009.

Ecco infatti Darwich venirci incontro con il suo “Sonetto IV”,
 squarci di mondi come incantesimi, che  rispecchiano con
il loro balenìo la lacerazione costante che gli procura la
sofferenza dell'esilio. Un'ansia che  lo pone sempre in bilico
sul crinale che separa l’evocazione nostalgica della sua terra
 natale,forzatamente abbandonata e la realtà di quella terra
 straniera, precaria e mutevole, che lo accoglie nel presente.
Versi oracolari, fatti di illuminazioni ed ellissi.
La luna filtra le sue lentiggini di luce e dal corpo dell'amata
che dorme sorgono le epifanie della sua terra martoriata di
Palestina. I capelli di lei evocano beduini addormentati e senza
 sogni e i suoi seni le bianche colombe. Ha invaso il suo sogno
avvolgendola, nessuno spettro sveglierà il gelsomino col
profumo del desiderio; nessun flauto per rimpiangere la
cavalla che non abita più accanto alla tenda del poeta. Quel
 flauto, finora muto sul tappeto dentro la tenda beduina
 del sogno, si  sente intonare per noi - che ci commuoviamo –
 le melodie languide e struggenti di Marcel Khalife –
musicista che ha messo in musica tanti canti di Darwich- …
 Ma nel sonetto, in chiusura, un'altra realtà insorge e si
oppone.  Il sogno di lei a lei sola appartiene ed è quello
straniera.




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