martedì 7 luglio 2020

VI.ISRAELE. 23.Yitshak Laor..a.Silhouette






VI.ISRAELE

23.Yitshak Laor

è nato nel 1948 a Padres Hannah, in Palestina,
un anno prima che diventasse territorio israeliano
Lavora e scrive a Tel Aviv, come poeta, drammaturgo,
romanziere. E' anche editorialista e critico letterario
del prestigioso quotidiano Haaretz. Ha pubblicato una
dozzina di volumi di poesia, romanzi, commedie e racconti,
oltre ad alcuni saggi. Il suo lavoro è tradotto in più di dieci
lingue, tra cui l'arabo. Nel 1972 ha scontato sei mesi di
detenzione,per diserzione dalle armi e, negli anni '80, ebbe
risonanza internazionale una sua poesia  in cui condannava
la guerra dell'esercito israeliano in Libano. Per le sue opere 
apertamente critiche nei confronti della politica israeliana è
stato censurato e gli sono stati negati premi e riconoscimenti.
Nel 2007 denuncia la politica militare e oppressiva di Israele
verso i Palestinesi, la strumentalizzazione propagandistica
della stessa Shoah in funzione anti-islamica e anti araba.
Secondo Laor, la responsabilità della propaganda ipocrita e
bellicosa del suo paese ricade anche su alcuni intellettuali
israeliani che si presentano come "pacifisti", quali David
Grossman, Amos Oz, Abraham B. Yeoshuah. 


a.Silhouette

Come un boa il tuo respiro è rimasto
a pelo dell’acqua scura, il tuo corpo
attraccato al mio che naviga o galleggia,io
mi aggrappo ai sussurri,la radio o un mormorio giunge
da fuori dalla strada accanto,forse litigano
o scherzano sulla gita del mattino,forse
qualcuno parla da solo e se ti sveglio(su’
 traduci)quanto in fretta ricorderai che ti ho ferita?In me,
per esempio,ogni rabbia è sfumata. Vago
nel buio,in cui nulla riconosco se non il tuo  respiro
il tuo corpo,un’oscura silhouette rimasta da quando spegnemmo la luce.

 Yitshak Laor,” Silhouette”, in Poeti israeliani. 

Da”Poeti Israeliani “. A cura di Ariel Rathaus, Einaudi ed. 2007.

Una notte non comune senza,peraltro, mai evocarne il nome.
Gli elementi caratteristici ci sono però tutti.Qui la precarietà
si è eretta ad assoluto. E la serie di enjambements,(figura metrica
per cui la fine del verso non coincide con la fine di una frase o di
una parte di essa; l’enunciato che continua nel verso seguente
provoca l’enjambement.) come le spire sinuose e soffocanti del boa,
avvolge il lettore e lo stringe alla gola. Sembra mancargli il respiro.
Il conseguente disorientamento lo  porta a rivivere una deriva
sfilacciata di trafitture, che sfibrano la volontà. Non c’è più irritazione
 né amarezza. Soltanto un fatalistico,rassegnato lasciarsi andare.
Sul lettore l’ effetto  del graffio di un ‘unghia che stride su un vetro.
          In conclusione, possiamo constatare che dalla stessa terra
emergono anche le modalità poetiche in forte contrasto.
 Dall’assoluto del mito del poeta palestinese Darwich al particolare
 della dimensione quotidiana individuale dei poeti israeliani,
come Laor,per dire anch’essi del disagio esistenziale,ma,questa volta
,iscritto nel tempo storico,contemporaneo.ahmud Darwish viene a
rappresentare il cittadino del mondo,l’astronauta che ha sperimentato
 l’orizzonte del cosmo,il cesellatore della parola per cantare l’Uomo
in equilibrio con il mondo naturale e la sofferenza universale di chi
ha dovuto recidere il legame con la propria terra e non ha potuto vivere
pienamente l’amore e la fratellanza con i suoi simili. Visionarietà,ricerca
 sapienziale ed energia mitica connotano il registro alto della sua poesia.
        I poeti israeliani cantano anch’essi,con modalità personali diverse,
 il dolore e la sofferenza  – nella sfera privata –della vita di coppia,o
le tensioni,i desideri e i sentimenti- nel contesto politico nazionale–
per esprimere,in nome del loro radicato legame con il proprio paese,
un’aspra critica alle scelte della politica nazionale,conferendo spesso
una forza espressionistica alla fisicità delle cose comuni della vita di
ogni giorno».I poeti israeliani contemporanei [1]rivelano nei loro testi
un profondo coinvolgimento emotivo con la storia,la politica,la cultura
nazionale del popolo ebraico. La loro produzione non aspira a
immergersi nella parola fino a restarne sommersa. Ambisce piuttosto
a scegliere parole che mostrino lo spessore delle cose,con una ricerca
costante di adesione a tutte le pieghe dei toni,dei timbri,del lessico e
del ritmo del parlato. E si capisce perché. Con duemila e più anni  di vita
letteraria della lingua ebraica,il poeta israeliano oggi non può aspirare
che a un’immersione liberatoria nella lingua della quotidianità. Questo
non vuol dire,però ,che la discontinuità sia totale. Un legame con quella
tradizione plurimillenaria  permane. Se infatti il poeta israeliano oggi
spesso tende a parlare di trascendenza vuota,quando  parla di Dio,
ha tuttavia conservato il gusto dell’allusione biblica come tratto evidente
dello stile ,comune alla poesia contemporanea come a quella medioevale –
liturgica e secolare – dove era consueto quello stile a intarsio, quella
pratica dell’intertesto che costituisce un’arte raffinata della citazione
tanto cara a moderni maestri come Eliot e Pound.


*Enjanbement:figura metrica per cui la fine del verso non coincide con la fine

di una frase o di una parte di essa; l’enunciato che continua nel

verso seguente provoca appunto  l’enjambement.

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