70.Forugh Farroikhzad.. Una finestra
Una finestra.
Una finestra per vedere
una finestra per sentire
una finestra, che come il cerchio di un pozzo
raggiunge, nella sua estremità ,il cuore della terra
e si apre verso la vastità di questa tenerezza
azzurra e ripetuta
una finestra che colma
di doni notturni dal profumo di stelle generose
le piccole mani della solitudine
E da lì
si può ospitare il sole
alla nostalgia dei gerani, una finestra mi basta
Io, vengo dal paese delle bambole
dall'ombra degli alberi di carta
nel giardino di un libro illustrato,
da aride stagioni di sterili esperienze
d'amore e d'amicizia
nelle stradine polverose d' infanzia,
vengo dagli anni in cui crescevano
pallide lettere d'alfabeto
dietro i banchi di una scuola infetta,
e dall'istante in cui gli alunni
potevano scrivere sulla lavagna la parola"pietra2
e gli stormi spaventati volavano via dal vecchio albero
Io vengo da radici di piante carnivore
e il mio cervello risuona ancora
del grido della farfalla,
crocefissa a un album con uno spillo
Quando la mia fiducia
pendeva dalle fragili corde della giustizia
in tutta la città
si frantumava il cuore delle mie luci
quando bendavano
col fazzoletto nero della legge
gli occhi ingenui del mio amore
e dalle tempie pulsanti del mio desiderio
schizzavano getti di sangue
quando la mia vita ormai
non era altro che il ticchettio dell'orologio,
capii che dovevo, dovevo
dovevo follemente amare
Una finestra mi basta
una finestra verso l'attimo di conoscenza, sguardo, quiete
ora il noce è cresciuto abbastanza
da spiegare alle tenere foglie
il perché della presenza del muro
chiedi allo specchio
il nome del mio redentore
la terra che trema sotto i tuoi piedi
non è forse più sola di te?
I profeti portarono al nostro secolo
l'annuncio della devastazione
e queste esplosioni continue
queste nuvole contaminate
non sono forse l'eco dei loro versetti sacri?
O amico, o fratello, o consanguineo
quando arrivi sulla luna
scrivi la data della strage dei fiori
I sogni sempre
precipitano dall'alto della loro ingenuità
e si infrangono
sento il profumo del quadrifoglio
che è cresciuto sulla tomba degli antichi significati
era forse la mia giovinezza
la donna, sepolta nel sudario della virtù e dell'attesa?
Salirò forse ancora
per le scale della curiosità a salutare
il buon Dio che passeggia sul tetto?
Sento che il mio tempo è finito
sento che l'istante solo
è la mia parte delle pagine della storia
Sento che il tavolo
è una distanza artificiale fra i miei capelli
e le mani di questo triste sconosciuto
Dimmi qualcosa
chi ti dona la tenerezza di un corpo vivo
cos'altro desidera da te
se non sentirsi vivo?
Dimmi qualcosa
Al riparo della mia finestra
io, sono amica del sole
La finestra di Forugh, aperta sul mondo durante tutto
il suo percorso esistenziale per conoscere
un mondo, che tuttavia il passato ci trasmette
carico di tutte le negatività che ha costruito con tenacia .
E Forugh ce lo fotografa impietosa con tutti i suoi tragici controsensi, con tutti i suoi aspetti reali e simbolici dei
più negativi ,che ci appaiono ineluttabilmente stravolti
e malaugurali .
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