65.Forugh Farrokhzad*.Nell'oscurità.*
Nell'oscurità
Nell'oscurità
ti ho chiamato
c'era il silenzio
e il vento leggero
scostava la tenda
Nel cielo triste
una stella bruciava
una stella passava
una stella moriva
ti ho chiamato,
sì,ti ho chiamato
tutto il mio essere
come una tazza di latte,
era tra le mie mani
lo sguardo azzurro di luna
scendeva sui vetri
una canzone triste
si alzava come fumo
dalla città dei grilli
e come fumo scivolava
sulle finestre
Tutta la notte. lì,
nel mio petto
qualcuno ansimava
ti desiderava
qualcuno
dalle mani fredde
lo respingeva
Tutta la notte, lì,
dai rami oscuri
scendeva tristezza
qualcuno si perdeva
qualcuno ti cercava
come cadenti rovine
l'aria lo schiacciava
Il mio piccolo albero
era innamorato del vento
del vento vagabondo
Dov'è la casa del vento?
Dov'è la casa del vento?
*Forugh Farrokhzad nasce a Tehran nel 1935 e perde la vita in un incidente d’auto nel 1967 a Tehran
*Ancora un componimento sull'oscurità ,sulla notte, ma meno drammatico e cupo. Qui la poetessa vuole esprimere piuttosto una profonda tristezza, dove ogni essere non riesce a rompere la propria solitudine: la stella come la poetessa ,la canzone come la città dei grilli e il piccolo albero innamorato del vento che però è vagabondo. Un isolamento per il quale solo la morte è liberatoria.
Ancora un componimento sull'oscurità ,sulla notte anche per esprimere la psicologia sofferente della stessa coraggiosa innovatrice della poesia novecentesca iraniana e la quasi solitaria coraggiosa ,ma difficilissima impresa per cercare una reale affermazione dei diritti della donna nel suo paese.
*Anche questi versi sono presi dalla pubblicazione a cura di
Faezeh Mardani, docente all'Università di Bologna ed. Aliberti
dal titolo "E' solo la voce che resta".
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