domenica 26 settembre 2021

71.Ajanta.La mia canzone..

 71.Ajanta.*La mia canzone.


La mia canzone..


I miei pensieri sono forche

e manette le mie parole;

le pietre scagliate contro di me sono il mio alfabeto,

per me il mondo è niente.


La mia canzone è la mia casa,

la mia canzone è il mio destino,

Io distruggo la luce,

mi diletto ad adorar l'inquietudine.


Vesto l'abito del chiaro di luna 

che illumina invano la foresta.

Quando l'orrore a mezzanotte si desta

quando i demoni fanno un pasto 

di briciole e briciole di terra,

quando la morte come una finestra si apre

sulla vacuità inutilmente seduta,

io compongo i miei canti sulle stelle, che rabbrividiscono,

 facendo cadere una pioggia di luce.

Dove il cielo preferisce rimanere invisibile.

dove l'oscurità erge la testa come un patibolo,

ove il tempo sta come un cadavere,

che siede taciturno sul silenzio,

compongo i miei cantinui lumi zoppicanti nel vento.

Io non ho forma alcuna,

la morte è la mia casa,

la morte è il mio destino.

Come la fronte d'un vecchio,

raccolta nella palma delle mani,

come la bellezza della ragazza col cobra,

riflessa in uno specchio,

come le macchie sulla faccia  della luna,

come il valore ricorrente di un decimale,

io vado sempre ,

non ho casa

né destino;

la mia forma è la mia canzone,

il mio mondo è la mia rapsodia.


I versi sono tratto da "Poesia moderna ondiana"

Guanda editore .Parma. - collana La  Fenice'

testo e note a cura di Maria Gabriella Bruni


Una constatazione cupa di sè e della condizione del proprio mondo

dopo l'esperienza del colonialismo britannico , un modo molto innovativo,

di esprimerla, influenzato dalle esperienze delle avanguardie occidentali.

Non resta  che la poesia a sostenerlo ,ora che anche la luce che le  stelle

lasciano cadere, somiglia piuttosto al triste cadere della pioggia.


*Ajanta:Poeta telugu (1929),considerato una

promessa negli anni '60 del secolo scorso.


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