64.Forugh Farrikhzad*
Incontro notturno.
E quel volto insolito
al di là della finestra
mi disse:
"la verità è di chi ti vede
io sono
come il tremendo senso di smarrimento,
ma ,Dio mio,come posso spaventarvi
proprio io ,mentre non sono nient'altro
che leggero e girovago aquilone
sui tetti nebbiosi del cielo
e un ratto chiamato morte,
nella nostalgia notturna dei cimiteri
ha masticato
il mio amore ,la mia brama,
il mio dolore, la mia rabbia
e quel volto insolito
vagava al di là della finestra
il vento cancellava a poco a poco
la scia delle sue tracce sottili e fiacche
il muoversi segreto della notte
rapiva i suoi lunghi e soffici capelli
e li stendeva in tutta la distesa notturna
come piante in fondo al mare
e gridò:
"credetemi, io non sono vivo"
Vedevo ancora, al di là di quel volto,
diradarsi e spandersi delle tenebre
i frutti argentei del pino
ma lui...
Lui scivolava su tutto
e il suo cuore immenso risaliva
come il verde senso degli alberi
e il suo sguardo continuava
fino all'eternità
"Avete ragione
Mai più dopo la morte,
ho avuto il coraggio
di guardare nello specchio
e sono morto così a lungo
che nulla può provare la mia morte
oh, avete sentito,
in fondo al giardino,
la voce del grillo che di notte
fuggiva verso la luna?
Penso che tutte le stelle
siano migrate verso un cielo ignoto
e la città, come era quieta la città!
Lungo la strada , non ho incontrato altro
che spazzini odoranti di tabacco e pattume
e poliziotti stanchi e assonnati
e comitive di pallide statue
Peccato,
io sono morto
e la notte sembra continuare
nella stessa inutile notte di sempre
Ha smesso di parlare
un amaro senso del pianto
oscurava la distesa dei suoi occhi
"Voi che nascondete le vostre facce
dietro la penosa maschera della vita
non pensate mai a questa triste verità
che i vivi di oggi non sono altro
che scorie della vita stessa?
Sembra invecchiarsi un bimbo
al suo primo sorriso
e il cuore - questa alterata epigrafe
dai tratti originali manomessi -
sembra non fidarsi più
della propria certezza granitica
Forse l'assuefazione dell'essere
e il continuo consumo dei calmanti
ha trascinato fino al vortice del declino
o desideri puri e semplici degli uomini
forse lo spirito è stato esiliato
in un'isola deserta
forse ho solo sognato il canto del grillo
così, questi docili soldati
sorretti dalle loro lance di legno
sono quegli agili cavalieri?
E questa gente china ,ossuta e oppiomane
quei puri mistici di nobile pensiero?
Dunque è vero che gli uomini
non attendono più il Promesso
e le ragazze innamorate
squarciano i propri occhi
con il loro sottile uncinetto
Ora si sente
l'eco del grido dei corvi
in fondo ai sogni mattutini gli specchi si risvegliano
e singole forme isolate
si arrendono al primo strascico di risveglio
e all'assalto segreto degli incubi funesti
Ahimè
io, sono qui, al termine del mio tempo
con tutti i miei ricordi
di un sangue che non verga più
epopee tinte di rosso
di un orgoglio che non visse mai
così miseramente
e ascolto: nessuna voce si sente
e guardo fisso: nessuna foglia si muove
e il mio nome
l'essenza di tutta la purezza
ora non smuove più
neppure la polvere dei santuari"
Rabbrividì
e si sgretolò dai due lati
mentre le sue supplici mani,
come interminabili sospiri,
tendevano dalle fessure verso di me
"Fa freddo
e il vento taglia i miei tratti
c'è forse qualcuno ancora, su questa terra,
che non ha paura di conoscere
il proprio volto consumato?
Non è arrivato ancora il momento
di aprire questa piccola finestra ,
e per il cielo di piovere
e per l'uomo di piangere
pregando sul proprio cadavere?"
Forse era l'uccello che pianse
oppure il vento tra gli alberi
oppure io, che di fronte al vicolo cieco del mio cuore
fluivo come un'onda di dolore e pudore
e vedevo di là dalla finestra
quelle due mani di amaro rimprovero,
tese ancora verso le mie mani,
svanire al chiarore d'un'alba illusoria
e una voce nell'orizzonte freddo gridò;
"addio"
Un misticismo tutt'affatto nuovo , tutto immerso
com'è nella natura , ci propone una grande poetessa ,
pur dell'Oriente, ma Medio :Forugh Farrokhzad.,iraniana.
*Forugh Farrokhzad nasce a Tehran nel 1935 e perde la vita in un incidente d’auto nel 1967 a Tehran.
*da "E' solo la voce che resta" canti di una donna ribelle del novecento iraniano:Aliberti editore