Eduardo Mitre |
Luce liquida e occhi che bevono non sono sinestesie rare: l'associazione della luce alla liquidità la si ricava anche da espressioni come "la luce scorre sulle cose" o "si allarga sul pavimento", per esempio. Mangiare con gli occhi o bere con gli occhi sono modi di dire che appartengono anche alla lingua corrente. Eppure in questa strofa l'immagine degli occhi che bevono, assorbono, la luce autunnale affondando lo sguardo nel fogliame policromo degli alberi si sfuma e al tempo stesso si concreta nella polisemia del sostantivo copa che sta a indicare indifferentemente sia la coppa, recipiente in cui si beve, sia la chioma degli alberi, che, in effetti, soprattutto nelle latifoglie, richiama la forma semisferica della coppa-contenitore. Ovverosia, in spagnolo, la luce liquida d'autunno trova nella copa degli alberi il recipiente che può contenerla e in cui gli occhi potranno abbeverarsi, dando all'immagine una freschezza e una vivacità inedite. Nella traduzione, la sinestesia iniziale, perdendo il tramite della copa del secondo verso va a riflettersi tale e quale nella sinestesia finale "bevono gli occhi" e dà vita a un'immagine suggestiva, ma non altrettanto efficace. Da Versi d'autunno LÍNEAS DE OTOÑO Luz líquida de otoño: en la copa de los árboles beben los ojos. No pasa el verano, no. Arde, eso sí, y en mil ascuas: el otoño es su húmeda llama. Del verde al amarillo al rojo arde como el alcohol, como la vida de Rimbaud, como el cuerpo cambiante de la pasión. Pasa el viento como siempre pasa en el otoño: haciendo caer las hojas. Y en cada rama brota la transparencia del invierno. Me observan curiosos desde la misma rama: la ardilla y el tordo. El cuarto de hotel. En la ventana: el jilguero también de paso. Lección del otoño: ¿asirse a la tierra o desprenderse de todo? Árboles desnudos: hojas las alas y los pájaros frutos. Los versos de Wang Wei, desgajo uno, lo injerto y prende bien: Otoño corto: el crepúsculo. Hormiguero de astros. Sola la luna con fulgor prestado. Pero no importa. Ya lo dijo Antonio Porchia: Nadie - ni aún el sol - es la luz de sí mismo. El invierno a la puerta. El vino. La amistad de los amigos distantes o muertos. Digo sus nombres: oigo sus voces. Los niños de Somalia: muda se quedará la página y a oscuras mi casa si no salto a otra línea. El fresno: silencio de pie. Sea agita - barca su cuerpo - mi mujer dormida. ¿El viento en su sueño?
La luz de la lámpara.
El poema: árbol de palabras. Contigo hablarán del otoño si tu voz las despierta, si las palpan tus ojos *** VERSI D'AUTUNNO Luce liquida d'autunno: nella chioma degli alberi bevono gli occhi. Non passa l'estate, no. Arde, piuttosto, in mille braci: l'autunno è la sua umida fiamma. Dal verde al giallo al rosso arde come l'alcool come la vita di Rimbaud, come il corpo cangiante della passione. Passa il vento come sempre passa d'autunno: facendo cadere le foglie. E su ogni ramo sboccia la trasparenza dell'inverno. Mi osservano curiosi dallo stesso ramo lo scoiattolo e il tordo. Stanza d'albergo. Alla finestra: il cardellino, anche lui di passaggio. Lezione dell'autunno: barbicarsi alla terra o staccarsi da tutto? Alberi nudi: foglie le ali e gli uccelli frutti. I versi di Wang Wei, ne stacco uno, lo innesto e prende bene. Autunno breve: il crepuscolo. Brulichio di stelle. Sola la luna con fulgore prestato. Ma non importa. L'ha già detto Antonio Porchia: Nessuno - neanche il sole - è la luce di se stesso. L'inverno alle porte. Il vino. L'amicizia degli amici lontani o morti. Dico i loro nomi: sento le loro voci. I bambini somali: muta resterà la pagina e al buio la mia casa se non salto a un altro rigo. Il frassino: silenzio in piedi. Si agita - barca il suo corpo - nel sonno la mia donna. C'è vento nel suo sogno? La luce della lampada. Una poesia: albero di parole. Con te parleranno dell'autunno, se la tua voce le sveglia, se le toccano i tuoi occhi. *** |
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