martedì 8 aprile 2014

Poesia boliviana contemporanea.E.Mitre.4

Eduardo Mitre













   





                     Introduzione e analisi di Antonella Ciabatti


In Líneas de otoño/Versi d'autunno, uno dei più intensi componimenti della raccolta (che non a caso porta lo stesso titolo), dove all'osservazione della stagione autunnale si intreccia la riflessione filosofica, la prima strofa si apre con una sinestesia, Luz líquida de otoño (Luce liquida d'autunno), su cui si fonda il gioco verbale e la nuova sinestesia dei due versi successivi en la copa de los árboles / beben los ojos (nella chioma degli alberi / bevono gli occhi).
Luce liquida e occhi che bevono non sono sinestesie rare: l'associazione della luce alla liquidità la si ricava anche da espressioni come "la luce scorre sulle cose" o "si allarga sul pavimento", per esempio. Mangiare con gli occhi o bere con gli occhi sono modi di dire che appartengono anche alla lingua corrente.
Eppure in questa strofa l'immagine degli occhi che bevono, assorbono, la luce autunnale affondando lo sguardo nel fogliame policromo degli alberi si sfuma e al tempo stesso si concreta nella polisemia del sostantivo copa che sta a indicare indifferentemente sia la coppa, recipiente in cui si beve, sia la chioma degli alberi, che, in effetti, soprattutto nelle latifoglie, richiama la forma semisferica della coppa-contenitore. Ovverosia, in spagnolo, la luce liquida d'autunno trova nella copa degli alberi il recipiente che può contenerla e in cui gli occhi potranno abbeverarsi, dando all'immagine una freschezza e una vivacità inedite.
Nella traduzione, la sinestesia iniziale, perdendo il tramite della copa del secondo verso va a riflettersi tale e quale nella sinestesia finale "bevono gli occhi" e dà vita a un'immagine suggestiva, ma non altrettanto efficace. 



                             Da Versi d'autunno
             









LÍNEAS DE OTOÑO                                      


Luz líquida de otoño:
en la copa de los árboles
beben los ojos.

No pasa el verano, no.
Arde, eso sí, y en mil ascuas:
el otoño es su húmeda llama.
Del verde
              al amarillo
                            al rojo
arde como el alcohol,
como la vida de Rimbaud,
como el cuerpo cambiante
de la pasión.

Pasa el viento
como siempre pasa en el otoño:
haciendo caer las hojas.
Y en cada rama brota
la transparencia del invierno.

Me observan curiosos
desde la misma rama:
la ardilla y el tordo.

El cuarto de hotel.
En la ventana: el jilguero
también de paso.

Lección del otoño:
¿asirse a la tierra
o desprenderse de todo?

Árboles desnudos:
hojas las alas
y los pájaros frutos.

Los versos de Wang Wei,
desgajo uno,
lo injerto y prende bien:
Otoño corto: el crepúsculo.

Hormiguero de astros.
Sola
         la luna
con fulgor prestado.
Pero no importa.
Ya lo dijo
Antonio Porchia:
Nadie - ni aún el sol -
es la luz de sí mismo.

El invierno a la puerta.
El vino. La amistad
de los amigos
distantes o muertos.
Digo sus nombres:
oigo sus voces.

Los niños de Somalia:
muda se quedará la página
y a oscuras mi casa
si no salto a otra línea.

El fresno:
silencio
de pie.

Sea agita - barca su cuerpo -
mi mujer dormida.
¿El viento en su sueño?

La luz de la lámpara.
El poema:
árbol de palabras.
Contigo hablarán del otoño
si tu voz las despierta,
si las palpan tus ojos
              


        
            ***




VERSI D'AUTUNNO



Luce liquida d'autunno:
nella chioma degli alberi
bevono gli occhi.

Non passa l'estate, no.
Arde, piuttosto, in mille braci:
l'autunno è la sua umida fiamma.
Dal verde
              al giallo

                             al rosso
arde come l'alcool
come la vita di Rimbaud,
come il corpo cangiante
della passione.

Passa il vento
come sempre passa d'autunno:
facendo cadere le foglie.
E su ogni ramo sboccia
la trasparenza dell'inverno.

Mi osservano curiosi
dallo stesso ramo
lo scoiattolo e il tordo.

Stanza d'albergo.
Alla finestra: il cardellino,
anche lui di passaggio.

Lezione dell'autunno:
barbicarsi alla terra
o staccarsi da tutto?

Alberi nudi:
foglie le ali
e gli uccelli frutti.

I versi di Wang Wei,
ne stacco uno,
lo innesto e prende bene.
Autunno breve: il crepuscolo.

Brulichio di stelle.
Sola
         la luna
con fulgore prestato.
Ma non importa.
L'ha già detto
Antonio Porchia:
Nessuno - neanche il sole -
è la luce di se stesso.

L'inverno alle porte.
Il vino. L'amicizia

  degli amici
lontani o morti.
Dico i loro nomi:
sento le loro voci.

I bambini somali:
muta resterà la pagina
e al buio la mia casa
se non salto a un altro rigo.

Il frassino:
silenzio
in piedi.

Si agita - barca il suo corpo -
nel sonno la mia donna.
C'è vento nel suo sogno?

La luce della lampada.
Una poesia:
albero di parole.
Con te parleranno dell'autunno,
se la tua voce le sveglia,
se le toccano i tuoi occhi.

                


                      ***
     


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