Eduardo Mitre |
Introduzione e analisi di Antonella Ciabatti |
Nella traduzione, sia per cause oggettive che soggettive, si operano continuamente scelte che inevitabilmente condizionano la lettura. Dare conto delle proprie scelte di traduzione, offre a chi legge uno strumento in più per riuscire a intravedere nel testo d'arrivo, il testo originale.
In Húmeda llama (Umida fiamma), poesia che apre la raccolta con un'ardente atmosfera erotica, l'ossimoro presente nel titolo si sviluppa nelle strofe seguenti fino a svelarsi e, insieme, a riprodursi ancora più intensamente: Llama que moja y quema, / llama que llama: / tu lengua. Fiamma che bagna e brucia: la lingua, appuntita e rossa come una fiamma, passa sulla pelle dell'amante inumidendola di saliva e incendiandola di passione. L'ossimoro è chiaro ed evidente anche nella traduzione. Ma la lingua è anche l'organo che ci permette di articolare le parole e in particolare in questo contesto, di articolare il nome dell'amante, divenendo così una "fiamma che chiama", traduzione corretta che però perde completamente il gioco fra il sostantivo llama (fiamma) e la terza persona singolare del presente indicativo del verbo llamar (chiamare). Dell'identità llama / llama dell'originale, nella traduzione resta, ahimè, soltanto un'assonanza ...amma / ...ama.
HÚMEDA LLAMA
Tu
desnudez expuesta,entera como el pan en la mesa. Beso a beso, caricia a caricia, se dora al sol del deseo. Llama que moja y quema, llama que llama: tu lengua. Arqueros enardecidos disparan sus flechas los cinco sentidos Entre tus piernas el blanco: carbón de sangre, corazón de la hoguera. Doble latido y un solo ritmo como la vida y la muerte al principio. Caracol el oído: el oleaje de los suspiros y la marea de los ayes y los suspiros. La mirada se pierde. Salivan las sílabas. Las pupilas ascienden en alta caída. Memoria del vértigo: hacia dentro el quejido y tus ojos abiertos enceguecidos. Zumbido de abeja: el silencio de vuelta sin haberse ido. Te descubro a mi lado todavía temblando como recién rescatada de un naufragio o de un incendio. Y tienen de nuevo sed de nombrar los labios: la almohada, tu cabellera, una pared de ladrillos, un trozo de cielo: tribus con rumbo desconocido. Cruzan el aire ya quieto tu nombre y el mío. A recordarnos han vuelto, a recrearnos los mismos. Sobre el tiempo intacto nuestros cuerpos tendidos, expuestos al vacío, melancólicamente plenos.
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UMIDA FIAMMA
La tua
nudità esposta,intera come pane sul tavolo. Bacio dopo bacio, carezza dopo carezza, si dora al sole del desiderio. Fiamma che bagna e brucia, fiamma che chiama: la tua lingua. Arcieri incandescenti scoccano frecce i cinque sensi Tra le tue gambe il centro: brace di sangue, cuore del falò. Battito doppio e un ritmo solo Come la vita e la morte al principio. Conchiglia l'orecchio: il fluttuare dei sospiri e la marea degli ah! e i sospiri. Lo sguardo si perde. Le sillabe salivano. Le pupille si alzano in un'alta caduta. Memoria di vertigine: in dentro il gemito e i tuoi occhi aperti ottenebrati. Ronzio d'ape: il silenzio ritorna senza essersene andato. Ti scopro al mio fianco ancora tremante come appena scampata a un naufragio o a un incendio. E hanno di nuovo sete di nominare le labbra: il cuscino, i tuoi capelli, un muro di mattoni, un pezzo di cielo: tribù dalla rotta sconosciuta. Attraversano l'aria ora quieta il tuo nome e il mio. Di nuovo si ricordano di noi, ci ricreano tali e quali. Sul tempo intatto i nostri corpi distesi, esposti al vuoto, malinconicamente pieni.
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