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Con nosotros se acuestan,
con nosotros
se levantan
las amorosas palabras. Sólo el silencio las ama.
Con noi si coricano,
con noi si alzano
le amorose parole.
Solo il silenzio le ama.
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Eduardo
Mitre è uno degli esponenti di spicco della poesia boliviana
contemporanea.
La raccolta Versi d'autunno (Sinopia, 2005) tradotta da Antonella Ciabatti , ripropone
integralmente quella pubblicata nel 1993 con il titolo Líneas de otoño.
Rigoroso e
incisivo nello sguardo come nel linguaggio, Mitre convoca nei suoi
versi temi cari
alla poesia d'ogni tempo e d'ogni luogo: amore, eros, natura,
memoria, assenza,
silenzio, arricchiti dalla sensualità della sua voce. I
suoi testi ricorrono in modo
esplicito alla citazione, al riferimento,
all'allusione letteraria e non solo. Rulfo,
Cortázar, Vallejo, Lezama,
Neruda, Baudelaire, Rimbaud, Whitman, Machado,
Wang Wei, solo per fare alcuni
nomi, sono prepotentemente presenti nell'opera
poetica di Mitre, che non per
questo è priva di una sua cifra inconfondibile. Cifra
che rimanda alla
sacralità quasi pagana della natura e del quotidiano attraverso
la sua voce
profonda e intensa, il linguaggio piano e conciso, il verso breve e
spontaneamente ritmico, le immagini fortemente evocative, ottenute con
accostamenti improvvisi, inattesi, che aprono finestre sulla nostra percezione
del mondo, mentre una costante consapevolezza metapoetica indaga sul rapporto
fra spazio e vuoto, fra parola e silenzio e crea ponti tra il
presente e la memoria.
A volte, come ne "L'albero", il poeta soffre
per l'impotenza della parola. L'albero
era quello che viveva e cresceva
insieme al poeta e ai suoi fratelli nel cortile della
casa di Cochabamba: un
giorno è stato abbattuto e ora il poeta amorosamente ricostruisce un albero
di parole. Ma invano. Le parole non evocano che una pura
immagine, la realtà dell'assenza demolisce anche il ricordo e alla fine non resta,
nella memoria
e nei versi, che cielo deserto.
Una poesia, quella di Eduardo Mitre,
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VERSI D'AUTUNNO |
traduzione di Antonella Ciabatti
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EL ÁRBOL
Hoy derribaron al árbol
que nos acompañó tantos años.
Sin más venda que una nube
la herida azul del espacio.
Palabra a palabra,
hoja por hoja,
vuelvo a plantarlo
en el huerto de la memoria.
Pero en vano.
No pasa el viento por su follaje
o pasa sin tocarlo.
No dora la luz sus hojas
ni en sus ramas
se posan los pájaros.
Ya pura imagen el árbol
sin fruto ni canto.
Como la realidad rugosa
hambre de sueños,
sed de su sombra
padece mi cuerpo.
Alzo los ojos y sólo veo
un incendio de alas.
Y al fondo:
el sol sediento
errando sin raíz en su desierto.
*****
L'ALBERO
Oggi hanno abbattuto l'albero
che ci aveva accompagnato tanti anni.
Senz'altra benda che una nube
la ferita azzurra dello spazio.
Parola per parola,
foglia a foglia,
lo pianto di nuovo
nell'orto della memoria.
Ma invano.
Non passa il vento fra le sue fronde
o passa senza toccarle.
Non dora la luce le sue foglie
né sui suoi rami
si posano gli uccelli.
Ormai pura immagine, l'albero
senza frutto né canto.
Come la realtà rugosa ha
fame di sogni,
sete della sua ombra
patisce il mio corpo.
Alzo agli occhi e vedo solo
un incendio di ali.
E in fondo.
il sole assetato
che vaga senza radici
*****
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