lunedì 7 aprile 2014

Poesia boliviana contemporanea.E.Mitre.2.




EDUARDO MITRE





















Versi d'autunno

Introduzione e analisi di Antonella Ciabatti


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              Con nosotros se acuestan,
                 con nosotros se levantan 
                 las amorosas palabras.
                  Sólo el silencio las ama.
                       Con noi si coricano,
                       con noi si alzano
                       le amorose parole.
                        Solo il silenzio le ama. 


Eduardo Mitre è uno degli esponenti di spicco della poesia boliviana contemporanea.
 La raccolta Versi d'autunno (Sinopia, 2005)  tradotta da Antonella Ciabatti , ripropone integralmente quella pubblicata nel 1993 con il titolo Líneas de otoño. Rigoroso e 
incisivo nello sguardo come nel linguaggio, Mitre convoca nei suoi versi temi cari
 alla poesia d'ogni tempo e d'ogni luogo: amore, eros, natura, memoria, assenza,
 silenzio, arricchiti dalla sensualità della sua voce. I suoi testi ricorrono in modo 
esplicito alla citazione, al riferimento, all'allusione letteraria e non solo. Rulfo,
Cortázar, Vallejo, Lezama, Neruda, Baudelaire, Rimbaud, Whitman, Machado,
 Wang Wei, solo per fare alcuni nomi, sono prepotentemente presenti nell'opera
 poetica di Mitre, che non per questo è priva di una sua cifra inconfondibile. Cifra 
che rimanda alla sacralità quasi pagana della natura  e del quotidiano attraverso
 la sua voce profonda e intensa, il linguaggio piano e conciso, il verso breve e spontaneamente ritmico, le immagini fortemente evocative, ottenute con 
 accostamenti improvvisi, inattesi, che aprono finestre sulla nostra  percezione 
del mondo, mentre una costante consapevolezza metapoetica indaga  sul rapporto
 fra spazio e  vuoto, fra parola e silenzio e crea ponti tra il presente e la memoria.
 A volte, come ne "L'albero", il poeta soffre per l'impotenza della parola. L'albero
 era quello che viveva e cresceva insieme al poeta e ai suoi fratelli nel cortile della
 casa di Cochabamba: un giorno è stato abbattuto e ora il poeta amorosamente ricostruisce un albero di  parole. Ma invano. Le parole non evocano che una pura 
immagine, la realtà dell'assenza demolisce anche il ricordo e alla fine non resta, 
nella memoria e nei versi, che cielo deserto.
Una poesia, quella di Eduardo Mitre,







VERSI D'AUTUNNO
                                                 traduzione di Antonella Ciabatti







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EL ÁRBOL

Hoy derribaron al árbol
que nos acompañó tantos años.
Sin más venda que una nube
la herida azul del espacio.
Palabra a palabra,
hoja por hoja,
vuelvo a plantarlo
en el huerto de la memoria.
Pero en vano.
No pasa el viento por su follaje
o pasa sin tocarlo.
No dora la luz sus hojas
ni en sus ramas
se posan los pájaros.
Ya pura imagen el árbol
sin fruto ni canto.
Como la realidad rugosa
hambre de sueños,
sed de su sombra
padece mi cuerpo.
Alzo los ojos y sólo veo
un incendio de alas.
Y al fondo:
        el sol sediento
errando sin raíz en su desierto.



*****




L'ALBERO


Oggi hanno abbattuto l'albero
che ci aveva accompagnato tanti anni.
Senz'altra benda che una nube
la ferita azzurra dello spazio.
Parola per parola,
foglia a foglia,
lo pianto di nuovo
nell'orto della memoria.
Ma invano.
Non passa il vento fra le sue fronde
o passa senza toccarle.
Non dora la luce le sue foglie
né sui suoi rami
si posano gli uccelli.
Ormai pura immagine, l'albero
senza frutto né canto.
Come la realtà rugosa ha
fame di sogni,
sete della sua ombra
patisce il mio corpo.
Alzo agli occhi e vedo solo
un incendio di ali.
E in fondo.
        il sole assetato
che vaga senza radici

                                                                          






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