347.Joy Hario.
New Orleans.
Questo è il Sud. Cerco testimonianze
di altri Creeck, tracce di voci,
scure ossa color tabacco che arrivino vagando
per Conti Street, Royale, o Decatur.
vicino al Mercato francese vedo un cavallo azzurro
raggelato nella prigionia della pietra in mezzo
a una piazza .Portato dagli spagnoli
in un viaggio senza fine sull'oceano diventò pazzo
furioso. Lo imprigionarono nella roccia
azzurra, dissero
non parlare.
so che non fu solo un cavallo
a diventare pazzo.
Vicino c'è un negozio con avori e coltelli.
Ci sono rocce rosse. L'uomo dietro
il banco non s di essere dentro
pietre magiche. Dovrebbe scoprirlo prima
che lo distruggano. Queste cose
hanno memoria ,
sapete.
Io ho memoria. .
Nuota nel profondo del sangue,
un delta nella pelle. Nuota al largo dell'Oklahoma,
nel profondo del Mississippi. Conduce i miei
stanze che sanno di chiuso, il sole dietro nuvole dense e
umide, e sento barche che si trascinano su e giù lungo il fiume.
Il mio spirito viene qui per bere.
Sangue è la corrente sotterranea.
Ci sono voci sepolte nel fango
del Mississippi . Ci sono antenati e futuri bambini
sepolti sotto le correnti mosse da
barche da diporto che vanno avanti e indietro.
Qui ci sono storie atte di memoria.
ricordo De Soto. E' sepolto da qualche parte in
questo fiume ,le sue ossa colate a picco come il tesoro
d'oro che si mise a cercare attraversando mezzo mondo,
come per cercare città d'oro, strade lucenti
d'oro battute per danzarvi con dame di seta.
Avrebbe dovuto starsene a casa.
(I Creeck sapevano di lui miglia
e miglia prima che arrivasse in città.
Sognavano spade d'argento
e croci).
E sapevano che era uno di quelli che agognava
qualcosa che il suo cuore non poteva
contenere .
(E De Soto pensava fosse l'oro).
I Creeck vivevano in città di terra,
non d'oro
intessevano bambini non oro.
Questo non era ciò che De Soto voleva vedere.
I Creeck lo sapevano ,e lo annegarono nel
Mississippi
così non avrebbe dovuto annegarsi lui stesso.
Forse il sui corpo è ciò che io cerco.
come prova. Per sapere in un'altra maniera
che la mia memoria è viva.
Ma lui deve essere scappato, in qualche modo,
perché ho visto New Orleans,
i palazzi di merletti e seta,
tram su sentieri d0argento battuto,
tombe che spuntano dalla terra soffice di pioggia,
negozi che vendono bambole di tate nere
con in braccio bambini bianchi.
E so di aver visto De Soto,
bere un drink in Bourbon Street
pazzo furioso
e danzare con una donna d'oro
dìoro come il fondo del fiume.
Joy Harjo(1951,Greek),nata a Tulsa in Oklahoma è stata docente presso if American Indian Arts e le università dell'Arizona, del Colorado, del New Mexico .Dopo essersi dedicata per alcuni anni allo studio del sassofono, Joy Harjo è òra anche una musicista di talento, come dimostra la recente scelta di poesie The Woman Who fell From the sky(1994)corredata da una cassetta in cui la lettura dei testi è accompagnata dalla musica jazz scritta da lei e dai membri del suo gruppo "Poetic Justice"La sua produzione è raccolta in cinque volumi The Last Song (1975),What Moon Drove Me to This?(1979) She Had Some Horses(1083)(1983) In Mad Love and War(1990) e Secrets From The Center Of The World (1989) che è la riuscita combinazione tra i suoi testi poetici e le fotografie del territorio Navajo ad opera di Stephen Strom, un astronomo della University of Massachussets.
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