344.Janice Gould
.Venire a casa.
Papà portò mamma a Quincy.
I dottori bianchi tolsero il tumore.
forse perché era un sangue misto.
non la ricucirono con cura
La mandarono a casa iin treno.
La sua vita scivolò via
mentre il Southern Pacific serpeggiava lungo il canyon.
I freni gemevano nelle lunghe discese,
e l'emorragia apparve tra le pieghe
del vestito di cotone di mamma.
Bagliori di caldo
su mica e serpentino.
Forse guardò il fiume
come diventa impetuoso e turbina
e si gonfia in vortici nelle gole profonde.
Forse si aprì all'azzurro intenso del cielo
sentì il vento che penetrava tra i pioppi,
vide selle di neve sul dorso affilato dei crinali.
Furono trenta miglia di sofferenza
fin dove noi bambini eravamo ad aspettare.
Alla stazione di Belden
gli uomini la legarono a una sedia
e la portarono in città.
Già si lamentava
con una voce così diversa e bassa
che non apparteneva a nessuna donna.
In quel suono lei si lasciò trascinar via,
senza sapere che era la morte a cantare.
Janice Gould(1949,Maidu/Konkow )discendente da una tribù californiana, è nata a San Diego e cresciuta a Berkley :Beneath my heart(1990)è il suo primo volume di poesie. Vive ad Albuquerque, dove sta finendo il suo Ph. D .sulla letteratura indianoamericana.
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