209.Poesia malayalam.Vallathol.
"Non c'è nessun deserto."
la regola dell'invito del re Yudhishthir*
non poté allettare
neanche un bisognoso
tra i sudditi del re Mahabadi.*
Perché oggi i figli
di quella stessa terra
dovrebbero accettare la carità?
Perché ora quei figli
dovrebbero stare in attesa
degli avanzi degli altri?
Madre natura con la sua grazia
queste forti braccia mi ha dato
per lavorare,
per sopportar la fatica.
e questa schiena mai sarà china
pei ricchi che vorrebbero farne un gradino.
O difficoltà, io non sono quell'esile paglia
che si inchina davanti ad un colpo di vento,
Io non voglio bagnar la mia vita
nella corrente pietosa di lacrime
di persone pietose
per logorarla.
Io voglio che sia in aumento ,così diffuso il lavoro
che questi grandi palazzi,
costruiti da donatori caritatevoli
per la povera gente,
sian loro, un giorno,
a diventar postulanti.
La nostra forza
è l'essere uniti e tentare insieme.
La nostra medicina
è la purezza degna dell'Uomo.
E questi fiori di cotone
sono il nostro corredo.
Mai noi apriremo la porta alla povertà!
Fratelli miei ,mai più apatici, mai più saremo affogati
nella nostra debolezza!
la scienza dei nostri sapienti
dovremo imparare
per migliorare
per migliorare lo scritto del nostro destino!
Se saremo pronti al lavoro,
potremo falciare
il raccolto d'oro,
perchè in questa terra emersa*
dal buio del mare
no esiste il deserto.
Yudhishthir*:re indù del quale si dice che non pranzasse mai senza aver fatto sedere alla sua mensa un bramino
Mahabadi.*:re del Kerala di cui un giorno fu ospite Yudhishthir.Si dice che in quel fortunato paese allora tutti erano così soddisfatti che, per la prima volta Yudhishthir dovette derogare alla propria regola di sedere a mensa in compagnia.
Vallathol (1878-1958)
Nacque in un piccolo villaggio del Malabar. Degli statisti, dei dotti,
degli uomini in qualche modo illustri del Kerala, nessuno ha saputo come Vallathol sentire la gioia e il dolore, le speranze, le ambizioni, il passato, il presente del suo paese .La sua voce è ascoltata non soltanto nel piccolo Stato del Sud ,ma in tutta l'India tanto che gli fu attribuito il titolo di "Mahakavi" "grande poeta. Già a 13 anni pubblicò tre volumi di poesie, che, pur denunciando l'ossequio naturale in un esordiente, verso la tradizione poetica regionale, contenevano il presagio della sua spiccata originalità. Sempre del primo periodo della sua carriera è la traduzione del Ramayana ,opera colossale che stabilì la fama dell'ancor giovane letterato ,Vallathol rivide le sue posizioni .quando tutta l'India fu agitata dal movimento di liberazione nazionale e dal riserbo dell'erudito passò ad un aperto appoggio alla lotta per l'indipendenza e agli oppressi egli diede il dono proprio della sua natura di poeta, che, radicato profondamente nella sua terra e fra la sua gente, seppe esaltarne con sincerità appassionata le intime aspirazioni, svelarne le segrete angosce. Di questo periodo è l'ode per Gandhi"Il mio maestro " forse
la più famosa poesia che l'India abbia dedicato al suo apostolo .Ma la libertà politica non è sufficiente senza il completamento naturale e necessario della libertà economica e della giustizia sociale :queste
esigenze si riflettono nell'opera poetica di Vallathol e la congiungono, almeno idealmente .,con il gruppo degli scrittori progressisti, Gli ultimi anni di vita furono da Vallathol dedicati alla traduzione in malayan del Rigveda (veda :dottrina, conoscenza:rig: inni)Scelta significativa che ci induce a considerare come l'India sempre rimanga fedele al suo genio ,che consiste nel trarre dalle ceneri del passato l'ispirazione e l'auspicio per ogni più ardito rinnovamento.
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