192.Poesia hindi. Agghyeya
Benedizione all'alba.
Vivi nell'amore
ch'io t'ho donato,
non nel dolore che ho spento.
Da solo ho lottato.
Vivi nel canto:
io canto per te non richiesto;
non nel pianto sofferto
che ho nascosto.
Passa per la porta
che ho aperto e tenuto illuminata per te,
non attraverso le tenebre la cui profondità
tante volte ho sondato per proteggere te dalla notte.
Possa il rifugio essere il tuo focolare
che con le benedizioni ho edificato e continuo a edificare per te;
estirpa le spine e le ortiche,
che dai sentieri raccolgo.
Possa essere tuo il cammino
che per te ho tracciato e spianato;
io, il selciato accidentato di ciottoli,
io,l'artigiano di me,
che picchiando di martello,
mi son posto con precisione.
Il mio sia il volontario servizio
per scortarti fio alla riva del mare,
là,dopo,l'onda,la stella,la barca d'oro,
l'alba , tinta di rosa,
tutto,o mia unica eletta,
sia tuo per sempre.
Agghyeya (1911)
Nasce a Kasiya (Uttar Pradesh) nome d'arte e di battaglia (colui del quale non si può sapere) di Saccidanand Hiranand Vatsyayan, laureato in scienze e letteratura inglese.E' uno degli iniziatori dello sperimentalismo nella moderna poesia hindi.Terrorista ,durante il dominio inglese,dovette entrare in clandestinità e prese allora lo pseudonimo che conservò anche quando riemerse ,libero ,e si dedicò alla scrittura di versi. Incarcerato per motivi politici ,compose in prigione una raccolta di poesie in inglese("Prison's days and others poems "). E' poliglotta e la perfetta padronanza delle lingue conferisce ai suoi componimenti una concisione tipica che ,gli ha anche permesso di stringere vincoli saldi e fecondi con la letteratura occidentale. Oltre alle numerosissime raccolte di poesie in cui meglio palesa la sua personalità, ha scritto ottimi saggi in difesa delle sue convinzioni estetiche e,inoltre racconti,romanzi - stimolanti e discussi - opere , infine, sulle sue esperienze di viaggiatore.
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