giovedì 9 maggio 2013

Dedica ai miei amici lettori brasiliani.Murilo M. Mendes,L.Cotrim Garaude,A.Prado

                              
Adelia Prado
         Brazil  

                                                                                           





                                                                                                              
CANICOLA

A mezzogiorno, riversa l'amore
i sogni più freschi e intriganti;
sto dove stanno i torrenti.
Attorno alla grande casa spazia un cortile senza recinzione,
pieno di banani, solo banani,
alti come palme.
Arrivo al bordo del mare increspato di correnti,
gorghi azzurri.
C'è un pericolo sotto la fascia esigua
che è di sabbia ed è bianca.
Voglio bracciali
e la compagnia del maschio che ho scelto.

Lupe Cotrim Garaude
                                                                                
    ...    Nella mia  testa,poi,riecheggiano i versi asciutti di Lupe Cotrim Garaude[1]:
Possesso/lei[2]

Innanzitutto il ritmo del tuo corpo.
Tessevi le parole e le tue mani
Stringevano fantasmi fortemente.
Le parole assumevano un aspetto,
un modo d’ essere,
un movimento alterno della stanza.
   

Il tuo guardare mi percorse tutta
E fui strada, pianura,
distesa d’acqua,
cosa, gente. E lasciai che proseguisse:
un oscuro richiamo ti cercava.
Murilo Monteiro Mendes
Noi eravamo stranamente un viaggio.
                                                                                                                                         
                                                                                              









...e ,poi,riscoprire Mendes – va sottolineato- vuol dire comprendere e rileggere il Brasile come un luogo ricco di contraddizioni e non solo patria di samba, mulatte
 e carnevale. Invece del cliché , Mendes ha offerto piuttosto un’immagine di 
Brasile fiero di sé anche se contraddittorio:

Laggiù[3]

Laggiù
Dove la polizia serve ad arare i campi,
laggiù
dove nessuno cresce  né diminuisce
laggiù
dove le navi da guerra dormono nelle bottiglie,
laggiù
dove Oriente e Occidente
dialogano affacciati alla finestra,
laggiù
dove ciascuno
ha il suo pane, la sua donna e la sua pace,
laggiù
dove le cantilene antiche muovono il fiume,
laggiù
dove si uniscono la forma, la parola e l’energia,
 laggiù
dove Dio cammina con piedi d’ombra,
laggiù
dove la morte dice :"Voglio nascere"

.



                                                                          








[1] Maria José Lupe Cotrim Garaude Gianotti nasce a São Paulo nel 1933. Docente di Estetica alla Escola  de Communicações  e Artes dell’università di San Paolo. Muore nel 1970.
[2] Dalla settima raccolta di Lupe Cotrim Garaude, “Poemas ao outro”(”Poemi all’autunno”), 1969, premio Governador do Estado, ottobre 1969; in “Poesia del Brasile d’oggi”, di Salvatore D’Anna, 1970, editrice i. l. a.Palma, Renzo Mazzone editore, Palermo, Italia-São Paulo, Brazil.
[3] Da Murilo Mendes, “Parole e Libertà”, a cura di Ruggero Jacobbi, Sansoni, 1971

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