sabato 4 maggio 2013

Dedica ai miei amici lettori mediorientali.Libano.Ahmed al-Barbir




























Ahmed al-Barbir (1747-1811)è il poeta di una nazione martoriata, giurista e autore di poesie a carattere religioso. La scelta di questa breve poesia di un autore vissuto nel settecento sta a significare la oggettiva difficoltà a descrivere un paese come il Libano in forma poetica. Di una letteratura libanese si può parlare dalla seconda metà del sec. XIX, poiché la produzione anteriore viene considerata, convenzionalmente, parte della letteratura araba generale. Paese di commerci e passaggi, il Libano si identifica in Beirut, dove costumi occidentali e arabi si mescolano indifferentemente. Qui si alternano suq e discoteche, bagni turchi e grattacieli, moschee e auto sportive, hijab e minigonne. La tradizione sopravvive nell'artigianato dei tappeti e degli abiti, delle armi bianche, degli ornamenti d'argento, dei cuoi lavorati, del rame e del legno scolpito. Se nei difficili anni della guerra civile e dell'invasione israeliana, erano quasi spariti, il teatro e le danze popolari, la fine del secolo, benché sia stata una fase tutt'altro che pacificata, ha visto una ripresa di queste forme.




 
Foresta di cedri
























Ah, signor Commerciante!
Ah signor Commerciante! Nient’altro che un cuore di banca.
Fede nel profitto: disperazione nella perdita.
Banca Fede in Dio –
                                              e Profeta! E affari senza perdite.



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