venerdì 3 maggio 2013

Curiosando nel Continente Nero.Congo(8).



Jean- Baptiste Tati-Loutard


Poesia africana. Congo(7)
   
  

    Le generazioni successive ancora finiscono per prendere le distanze da un’ideologia che considerano ormai improponibile. La poesia non prescinde dal fatto che le condizioni storico-culturali siano mutate. Ancora una volta tra i paesi più rappresentativi per l’area francofona , il Congo, con Jean – Baptiste Tati-Loutard:

Vecchia radice.[1]
Il tempo mi ha traforato
Sono una vecchia radice
Da questa terra non mi puoi strappare
Bevevo solo l’idromele dell’alba
Il soffio lustrale del mattino
E guardavo l’Oriente aprirsi
Come un tarso di uccello
Ora prendo i giorni a ritroso
Mi sveglio quando il crepuscolo
S’insinua tra le case
Il tempo si fa uomo
Come un serpente di roccia
Il mio cuore è una terra scavata
Depone il mio disamore
Nei territori abbandonati
E colpisce alla schiena
Sulle colonne già chine
Sei venuta  mi avresti appagato
Il sangue della tartaruga delle savane
S’infiltra in tutti i miei slanci
Ricordo l’eclissi
Che ammiravamo insieme
La danza della coppia siderale
La parata nuziale del sole
E della luna
Tu sei cambiata sotto il cielo oscuro
Ti ritrovo uccello di città
Con un piumaggio melanico
Il freddo d’agosto s’insinua tra i nostri corpi
Per riemergere in fumarole
Il mondo sta per disfarsi
Presto restituiremo le nostre spighe
Alla terra dopo la rovina delle braci
E il desiderio ci rimane
Annuncia un nuovo germogliare
La corda dello sciacallo vibra ancora
Nel cane
E quest’amore non sarà più in noi
Che il pizzicore d’una cicatrice
Sono una vecchia radice
E da questa terra non mi puoi strappare.



[1] Da: ”La tradition du songe” in « Présence africaine ».Paris.1985. Da:“ Poesia africana- poeti sub sahariani di area francofona".Op. Cit.














Nessun commento:

Posta un commento