Elsa ti amo[1]
Allo smusso dei baci
passa in fretta la vita[2]
Sfuggita sfuggita sfuggita
Ai ricordi fugaci
Oh una stagione intera in cui vivere era
stato bello
Come un’estate dei libri un bel periodo fu
quello.
Insensato avevo creduto di poterti fare
gioiosa
Quando era la foresta della Grande Certosa
O il fascino d’una sera nel porto di Toulon,[3]
brama di felicità che mal
sopravvive all’ombra.
Allo smusso dei baci
passa in fretta la vita
Sfuggita sfuggita sfuggita
Ai ricordi fugaci
Cantavo l’anno scorso, le foglie sul punto
di ingiallire,
Chi dice addio crede di nuovo tuttavia di venire.
A quel che muore appare un mondo che ridanza
Non resta più nulla dei versi da romanza
Guarda nei miei occhi che ti vedono così
attraente
Non intendi più il mio cuore né me pazzo
demente
Allo smusso dei baci
passa in fretta la vita
Sfuggita sfuggita sfuggita
Ai ricordi fugaci
Il sole è come il pianista terreo
Che cantava sempre parole di colore plumbeo
Mia adorata, ti ricordi quei giorni di relàx
Quando abitavamo tutti e due a Montparnasse
La vita sarà scorsa via senza starci attenti
Il freddo torna, e a sera i cuori sono scontenti
Allo smusso dei baci
passa in fretta la
vita
Sfuggita sfuggita sfuggita
Ai ricordi fugaci.
Questa
quartina che ti è piaciuta per il
canto intristito
Quando te l’ho offerta come un trifoglio
appassito
Sterilmente dormiva in fondo alla miamemoria
Oggi la tiro fuori dall’armadio della storia
Perché lui almeno tu l’amavi come si canta
Elsa ti amo, o mia perfida che incanta
Allo smusso dei baci
passa in fretta la
vita
Sfuggita sfuggita sfuggita
Ai ricordi fugaci
Motivetto di cristallo, monotono mormorio,
Non è mai per nulla che l’aria che canticchio io
Dica macchinalmente parole come incanti
Un giorno viene in cui le parole si modellano
sui pianti
Ah chiudiamo quello scuro che sbatte senza che
ci scocci
Questo ritornello d’acqua cade fra noi, pare che gocci
Sfuggita sfuggita sfuggita
Ai ricordi fugaci
Allo smusso dei baci
Passa in fretta la vita
[1] Louis Aragon, « Elsa ti amo » , da Le crève-coeur, Gallimard,Paris,1941.
[2] Qui è stato preferito un leggero scostamento di senso
dall’originale, per privilegiare, nella
traduzione, la fedeltà alle sonorità e al ritmo scelti da Aragon, valori
a lui così cari. Per un’assoluta fedeltà di senso ai suoi versi, sarebbe invece
necessario ricorrere all’artificio dello arretramento dell’ictus nei versi del refrain :”passa in fretta là vita/evita
evita évita”, costruendo la rima franta o spezzata.
[3] Cfr».La Rime en 1940”, dove Aragon ,a proposito dell’enjambement romantico,dove solo il
senso scavalca la fine del verso,
aggiunge che nell’enjambement moderno anche il suono, la rima si scompongono
per collocarsi a cavallo tra la fine del
verso e l’inizio del successivo: per l’esempio si autocita:”ne parlez pas d’amour. J’écoute mon coeur battre/ […]…Que fait-elle là-bas/Trop
proche et trop lointaine ô temps martyrisé”. A questa nuova rima, che chiama enjambée,
aggiunge le considerazioni sulla rima che chiama complessa,fatta di più parole che
scompongono fra loro il suono rimato:”…un seul moment d’ivresse/un moment de folie un moment de bonheur/que
savent-ils du monde et peut-être vivre est-ce/
Tout simplement Maman mourir de très bonne heure”.
O ancora sottolinea il
movimento inverso di sintesi della
rima scomposta nell’esempio dei tre versi che seguono:”Nous ne
comprenons rien à ce que nos fils aiment/aux fleurs que la jeunesse
ainsi qu’un défi
sème/Les roses de jadis vont à nos emphisèmes».
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