giovedì 18 novembre 2021

123.Torna a conclusione la voce che ha aperto l'offerta poetica.

 

Io di più non posso darti.

 

Io di più non posso darti.

Non sono che quello che sono.

 

Ah, come vorrei essere

sabbia, sole, in estate !

Che tu ti distendessi

riposata a riposare.

Che andando via tu mi lasciassi

il tuo corpo, impronta tenera,

tiepida, indimenticabile.

E che con te se ne andasse

sopra di te, il mio bacio lento:

colore,

dalla nuca al tallone, bruno.

 

Ah, come vorrei essere

vetro, tessuto, legno,

che conserva il suo colore

qui, il suo profumo qui,

ed è nato tremila chilometri lontano!

Essere

la materia che ti piace,

che tocchi tutti i giorni,

che vedi ormai senza guardare

intorno a te, le cose

-collana, profumi, seta antica-

di cui se senti la mancanza

domandi: Ah, ma dov’è?

 

Ah, e come vorrei essere

un’allegria fra tutte,

una sola,

l’allegria della tua allegria!

Un amore, un solo amore:

l’amore di cui tu t’innamorassi.

 

Ma

non sono che quello che sono.

 

         Il pubblico  può ora tributare un applauso convinto e grato.

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