martedì 16 novembre 2021

122.Torna ora una donna di carta per proporsi come la voce di P.Salinas.

 

          Di rimbalzo, quasi a farsi perdonare la parsimonia della sua bella, ma solitaria proposta, ritorna ora la seconda Donna di Carta, che si è già esibita, per dire, adesso, ”La voce a te dovuta” , testo poetico di Pedro Salinas.[1]

         Anche  lei  è cambiata. Ora la sua voce è più spoglia e sobria e sgrana,  decisa e quasi severa, i versi della sua verità, fino ad approdare alla conquista del distico conclusivo con una sorta di luce trionfante nello sguardo.

 

La voce a te dovuta[2]

 

Per vivere non voglio

isole, palazzi, torri.

Che altissima allegria:

vivere nei pronomi!

 

Getta i vestiti,

i connotati, i ritratti;

non ti voglio così,

travestita da altra,

figlia sempre di qualcosa.

ti voglio libera, pura,

irriducibile: tu

quando ti chiamerò, so bene,

fra tutte le genti

del mondo,

solo tu sarai tu.

E quando  mi chiederai

chi è che ti chiama,

che ti vuole sua,

sotterrerò i nomi,

le pergamene, la storia.

Comincerò a distruggere quanto

m’hanno gettato addosso

da prima ancora ch’io nascessi.

E ritornato ormai

all’eterno anonimato

del nudo, della pietra, del mondo,

ti dirò:

Yo te quiero,

soy yo”.

 



[1]  Pedro Salinas y Serrano nasce a Madrid,Spagna, nel 1891 e muore a Boston, Massachusetts, USA, nel 1951.

[2] Pedro Salinas,” La voce a te dovuta” , scritta nel 1933, pubblicata da Einaudi, nella raccolta con il titolo La voce a te dovuta nel 1979, a cura di Emma Scoles.

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