mercoledì 16 ottobre 2019

6.CANADA.a.Mark Strand.I.Mare nero.



6.Canada.

a.Mark Strand


Mark Strand, nato nel 1934 a Summerside in Canada,
 è cresciuto e vive negli USA. Autore di molti libri di
 poesia, racconti, saggistica e libri per bambini, ha 
vinto il premio Pulitzer nel 1999, il Wallace Stevens 
Award nel 2004. Insegna alla Columbia University e
 vive a New York.
Mark Strand ha trasposto in poesia due quadri di
 De Chirico (cfr Baudelaire:” la miglior descrizione 
di un quadro potrà essere un sonetto o un’elegia”). 
Tale trasposizione non è spiegazione né parafrasi, ma
 espressione della staticità e ripetitività dei quadri di 
De Chirico. Strand ha anche pubblicato una riscrittura
di “La sera al dì di festa” di Giacomo Leopardi.
Mark Strand,”Mare nero”, da Man and Camel, pag.25,
 apparsa in italiano nel n° 34 di Nuovi Argomenti 
tradotta da Damiano Abeni, Uomo e Cammello
Mondadori, 2007.
Eduard Hopper(Nyack,NY, 1882-New York,NY, 1967),
pittore statunitense che ritrasse scene di vita quotidiana 
caratterizzate da un vuoto esistenziale. Indicativa una sua 
affermazione: ”Non dipingo quello che vedo,ma quello che
provo».
La personalità più interessante nel panorama odierno è 
sicuramente quella del poeta e narratore  Mark Strand, 
considerato il maggior poeta americano vivente. 
Una poesia metafisica e negativa la sua, venata di assurdo,
in cui un’ umanità sperduta in una realtà nebbiosa, priva 
di senso, notturna, vive una sorta di incubo.Qualcosa 
accade, o meglio minaccia di accadere,ai personaggi  
infelici dei suoi versi. C’è un’impostazione narrativa del 
discorso poetico, ma non si racconta una storia, piuttosto 
un evento, un accadimento in “un’ epoca di banalità 
ininterrotta”[1]. È la poesia di “un tempo penultimo:una 
fine che non finisce di finire”[2].Una poetica in transito tra 
poesia, traduzione e pittura[3]. Poesia e prosa insieme, 
ritmate  dal respiro.
       La contemplazione della normalità, in apparenza 
rassicurante, si colora di un senso di attesa di qualcosa
o di qualcuno, reso tattile, come nei quadri di Eduard
Hopper[4]. La minaccia è nella cosa che si avvera e
corrisponde  al desiderio che le cose non finiscano mai. 
E come per il grande poeta americano Wallace Stevens,
la poesia diventa per Strand un paradiso di felicità provvisoria.

Mare nero[5]

Una notte chiara, mentre gli altri dormivano, ho salito
le scale fino al tetto della casa e sotto un cielo
fitto di stelle ho scrutato il mare, la sua distesa,
il moto delle sue creste spazzate dal vento, divenire
come pezzi di trina gettati in aria. Sono rimasto nella lunga
notte piena di sussurri, aspettando qualcosa, un segno, l’avvicinarsi
di una luce lontana, e ho immaginato che tu venivi vicino,
le onde scure dei tuoi capelli mescolarsi col mare,
e l’oscurità è divenuta desiderio, e desiderio la luce che                                          approssimava.
La vicinanza, il calore momentaneo di te mentre rimanevo
su quell’altezza solitaria guardando il lento gonfiarsi del mare
rompersi sulla riva e in breve mutare in vetro e scomparire …
Perché ho creduto che saresti venuta, uscita dal nulla? Perché con                           tutto
quello che il mondo offre saresti venuta solo perché io ero qui?








In326 poesie dal mondo per una storia d’amore

Onyx ed.e.book

 a cura di Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli







[1] Mark Strand,”Mare nero”, da Man and Camel, pag.25, apparsa in italiano nel n° 34 di Nuovi Argomenti e tradotta da Damiano Abeni, Uomo e Cammello, Mondadori, 2007.





[1] Cfr. Marco Belpoliti, Crolli, Einaudi, 2005.
[2] Cfr. Marco Belpoliti, op. cit.
[3]Mark Strand ha trasposto in poesia due quadri di De Chirico (cfr Baudelaire:” la miglior descrizione di un quadro potrà essere un sonetto o un’elegia”). Tale trasposizione non è spiegazione né parafrasi, ma espressione della staticità e ripetitività dei quadri di De Chirico. Strand ha anche pubblicato una riscrittura di “La sera al dì di festa” di Giacomo Leopardi.
[4] Eduard Hopper(Nyack,NY, 1882-New York,NY, 1967),pittore statunitense che ritrasse scene di vita quotidiana caratterizzate da un vuoto esistenziale. Indicativa una sua affermazione: ”Non dipingo quello che vedo,ma quello che provo».








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