6.Canada.
a.Mark Strand
Mark Strand, nato nel 1934 a Summerside in Canada,
è cresciuto e vive negli USA. Autore di molti libri di
poesia, racconti, saggistica e libri per bambini, ha
vinto il premio Pulitzer nel 1999, il Wallace Stevens
Award nel 2004. Insegna alla Columbia University e
vive a New York.
Mark Strand ha trasposto
in poesia due quadri di
De Chirico (cfr Baudelaire:” la miglior descrizione
di
un quadro potrà essere un sonetto o un’elegia”).
Tale trasposizione non è
spiegazione né parafrasi, ma
espressione della staticità e ripetitività dei
quadri di
De Chirico. Strand ha anche pubblicato una riscrittura
di “La sera al dì
di festa” di Giacomo Leopardi.
Mark Strand,”Mare
nero”, da Man and Camel, pag.25,
apparsa in italiano nel n° 34 di
Nuovi Argomenti e
tradotta da Damiano Abeni, Uomo e Cammello,
Mondadori, 2007.
Eduard Hopper(Nyack,NY, 1882-New York,NY,
1967),
pittore statunitense che ritrasse scene di vita quotidiana
caratterizzate
da un vuoto esistenziale. Indicativa una sua
affermazione: ”Non dipingo quello
che vedo,ma quello che
provo».
La
personalità più interessante nel panorama odierno è
sicuramente quella del
poeta e narratore Mark Strand,
considerato il maggior poeta americano vivente.
Una poesia metafisica e
negativa la sua, venata di assurdo,
in cui un’ umanità sperduta in una realtà
nebbiosa, priva
di senso, notturna, vive
una sorta di incubo.Qualcosa
accade, o meglio minaccia di accadere,ai
personaggi
infelici dei suoi versi. C’è
un’impostazione narrativa del
discorso poetico, ma non si racconta una storia,
piuttosto
un evento, un accadimento in “un’ epoca di banalità
ritmate dal respiro.
La contemplazione della
normalità, in apparenza
rassicurante, si colora di un senso di attesa di
qualcosa
o di qualcuno, reso tattile, come nei quadri di Eduard
Hopper[4].
La minaccia è nella cosa che si avvera e
corrisponde al desiderio che le cose
non finiscano mai.
E come per il grande poeta americano Wallace Stevens,
la
poesia diventa per Strand un paradiso di felicità provvisoria.
Mare nero[5]
Una notte chiara,
mentre gli altri dormivano, ho salito
le scale fino al tetto della casa e sotto un cielo
fitto di stelle ho scrutato il mare, la sua distesa,
il moto delle sue creste spazzate dal vento, divenire
come pezzi di trina gettati in aria. Sono rimasto nella lunga
notte piena di sussurri, aspettando qualcosa, un segno, l’avvicinarsi
di una luce lontana, e ho immaginato che tu venivi vicino,
le onde scure dei tuoi capelli mescolarsi col mare,
e l’oscurità è divenuta desiderio, e desiderio la luce che approssimava.
La vicinanza, il calore momentaneo di te mentre rimanevo
su quell’altezza solitaria guardando il lento gonfiarsi del mare
rompersi sulla riva e in breve mutare in vetro e scomparire …
Perché ho creduto che saresti venuta, uscita dal nulla? Perché con tutto
quello che il mondo offre saresti venuta solo perché io ero qui?
le scale fino al tetto della casa e sotto un cielo
fitto di stelle ho scrutato il mare, la sua distesa,
il moto delle sue creste spazzate dal vento, divenire
come pezzi di trina gettati in aria. Sono rimasto nella lunga
notte piena di sussurri, aspettando qualcosa, un segno, l’avvicinarsi
di una luce lontana, e ho immaginato che tu venivi vicino,
le onde scure dei tuoi capelli mescolarsi col mare,
e l’oscurità è divenuta desiderio, e desiderio la luce che approssimava.
La vicinanza, il calore momentaneo di te mentre rimanevo
su quell’altezza solitaria guardando il lento gonfiarsi del mare
rompersi sulla riva e in breve mutare in vetro e scomparire …
Perché ho creduto che saresti venuta, uscita dal nulla? Perché con tutto
quello che il mondo offre saresti venuta solo perché io ero qui?
In”326 poesie dal mondo per una storia d’amore”
Onyx ed.e.book
a cura di Maria Gabriella Bruni e Isabella Nicchiarelli
[1] Mark Strand,”Mare nero”, da Man and Camel, pag.25, apparsa in italiano nel n° 34 di Nuovi Argomenti e tradotta da Damiano Abeni, Uomo e Cammello, Mondadori, 2007.
[1] Cfr. Marco Belpoliti, Crolli, Einaudi, 2005.
[2] Cfr. Marco Belpoliti, op. cit.
[3]Mark Strand ha trasposto in poesia
due quadri di De Chirico (cfr Baudelaire:” la miglior descrizione di un quadro
potrà essere un sonetto o un’elegia”). Tale trasposizione non è spiegazione né
parafrasi, ma espressione della staticità e ripetitività dei quadri di De
Chirico. Strand ha anche pubblicato una riscrittura
di “La sera al dì di festa” di
Giacomo Leopardi.
[4] Eduard Hopper(Nyack,NY, 1882-New
York,NY, 1967),pittore statunitense che ritrasse scene di vita quotidiana
caratterizzate da un vuoto esistenziale. Indicativa una sua affermazione: ”Non
dipingo quello che vedo,ma quello che provo».
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