AFRICA
SÉNÉGAL
La nuvola in Léopold Senghor:
Al poeta la distesa di nuvole appare come un lungo
perizoma lattiginoso che avvolge la notte sognante
Léopold Sédar Senghor
Léopold Sédar
Senghor nasce da agiata famiglia a Joal,
poche centinaia di chilometri a sud di Dakar,Senegal,
nel 1906 e muore a
Verson, Normandia, Francia, terra
natale della moglie, nel 2001.
E’ Césaire ad affermare l’importanza che ha
rappresentato
per lui l’incontro con Senghor al liceo Louis le Grand a
Parigi.
” C’est lui, ami
fraternel et témoin d’élection qui
m’introduit
abbiano rivelato per lui,
politico dell’azione militante e poeta
ricercatore delle radici ancestrali, gli
studi etnografici africani
e come Senghor, infine, abbia confessato di averlo
contagiato
con la sua curiosità onnivora.
Léopold Sédar Nyilane Senghor è
uno dei
cento km. circa a sud di
Dakar, ombreggiata da alberi
di cocco e di mango, nonché dal baobab maestoso[3],
fra dossi scintillanti di sale. Terre di pastori, le sue.
Le terre paterne sono
parzialmente appartenute ai re
solidi rapporti di
amicizia. Un universo dove vige il
regime matrilineare nella trasmissione dei
valori del
gruppo e dei suoi beni. Senghor porterà, accanto
manterrà per tutta la vita un
legame molto forte con
la madre.
Già da questi primi accenni, emergono elementi
importanti: il senso del clan, la fratellanza e
l’amore, la forte
influenza femminile, la multiculturalità
di addomesticare
con amore il francese di cui si serve
per la sua scrittura poetica. Elementi
tutti che lo
portano a considerare l’ibrido culturale una ricchezza,
Notte
di Sine[8]
Donna posa sulla mia fronte le tue mani balsamiche,
le tue mani più dolci di una pelliccia.
Lassù le palme che
ondeggiano fanno un lieve rumore
nell’alto della brezza notturna
Appena. Neppure la
ninnananna della nutrice.
Che ci culli, il silenzio ritmato.
Ascoltiamo il suo
canto ,ascoltiamo battere il nostro sangue scuro,
ascoltiamo battere il polso
profondo dell’Africa nella bruma
dei villaggi perduti
Ecco che declina la luna
stanca verso il suo letto di mare tranquillo
Ecco che si
assopiscono le risate, che i narratori
anche loro
Dondolano il capo come il bimbo sul dorso
materno
Ecco che i piedi dei
danzatori si appesantiscono,
che si
appesantisce la lingua dei cori alternati
È l’ora delle stelle e
della notte sognante
che si affaccia da
questa collina di nuvole,
appesa nel suo
lungo perizoma di latte
I tetti delle capanne luccicano teneramente.
Che dicono di così confidenziale alle stelle?
Dentro, il focolare si
spegne nell’intimità di odori acri e dolci
Donna, accendi la
lampada al burro chiaro, che parlino gli avi
come i genitori, i bambini a
letto.
Ascoltiamo la voce
degli Anziani d’Elissa. Come noi esiliati
Non han voluto morire, che si perdesse attraverso la
sabbia
il loro torrente seminale .
Che io ascolti ,nella
capanna piena di fumo che un riflesso
d’anime propizio visiti
all’uscita dal fuoco e fumante
Che io respiri l’odore
dei nostri Morti, che io raccolga
e ridica la loro voce vivente, che io impari a
Vivere prima di
scendere, al di là di colui che si tuffa,
nelle alte profondità del sonno.
[1]“ È lui, amico fraterno e
testimone d’elezione che m’introduce all’Africa”.
[2] Vive, infatti, in una casa in
muratura, nel fasto.
[3]
Il baobab è detto anche arbre à
palabre, luogo di riunione, delle decisioni, del raccoglimento con gli
antenati. E’ anche noto come albero al
contrario, perchè i suoi rami quasi privi di foglie sembrano piuttosto
radici volte al cielo.
[4] I re di Sine discendono dai
conquistatori malinké dell’Alta Guinea, le loro terre hanno fatto parte di quel
regno fino al 1925, data dell’annessione al Senegal.
19Parlante
nativo delle lingue sérère e peul, sa servirsi del francese, a partire
dall’età scolare in cui frequenta istituti cattolici; nell’età adulta potrà
servirsi anche dell’inglese e di altre lingue europee e africane: molto
interessanti,di questo periodo, le traduzioni in francese di canti popolari
orali bambara, bantu e da numerose altre lingue africane .
[5]“Assimilare, non essere
assimilato” Come in questo caso, tutte le citazioni anche in seguito proposte
tra virgolette, senza indicazione dell’autore, appartengono a Léopold Senghor.
[5]
Léopold Senghor,”Nuit de Sine”, da Poèmes, Op. Cit. La traduzione dal
francese è di Maria Gabriella Bruni.
[8]
Léopold Senghor,”Nuit de Sine”, da Poèmes, Op. Cit. La traduzione dal
francese è di Maria Gabriella Bruni.
[9]Termine senegalese per indicare cibo,
impasto di riso cotto, semola, analogo al couscous maghrebino e siciliano.
Nella raccolta “Poèmes”, Editions du Seuil –Points,
Paris, 1974,da cui è tratta la poesia qui presentata , Senghor risponde alle
critiche ricevute per la sua consuetudine di inserire nelle sue poesie parole
d’origine africana che non si com-prendono: “Si tratta di
com-prendere meno il reale del surreale -
il sotto-reale. Per prima
cosa scrivo per il mio popolo...del
resto è toccando gli Africani di lingua francese, che toccheremo meglio i
Francesi e, al di là di mari e frontiere, gli altri uomini. Tuttavia
la mia
intenzione non è di fare l’esotismo per l’esotismo, ancor meno, ermetismo a
buon mercato. Perciò ho pensato non fosse forse inutile dare una breve
spiegazione dei termini d’origine africana
usati nelle poesie”. Perciò, aggiunge un breve glossarietto delle parole
utilizzate all’edizione, in cui però DANG manca. Per questo noi abbiamo
conservato intradotti i termini d’origine africana incontrati. (Nota della
curatrice)
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