martedì 28 maggio 2019

21.Lunario.Forugh Farrokhzad.4



ASIA

IRAN

La luna in Forugh Farrokhzad
La poetessa constata tutte le difficoltà della vita per concludere
con la domanda essenziale Quanto bisogna pagare dopo aver
perso tutto il possibile? Ci siamo tuttavia incamminati
completamente immersi nell’oscurità quando  l’affabile
femmina luna ci offriva la sua costante  presenza luminosa
attraverso i ricordi infantili di un uomo di argilla come  nei
campi verdi impauriti dall’assalto delle cavallette.


21. Forugh Farrokhzad
Nasce il 29 dicembre 1934 a Tehran,Iran.
Forugh  Farrokhzâd : sfidando le autorità religiose e i letterati conservatori,
 Farrokhzad espresse con fermezza sensazioni  e sentimenti della situazione
 femminile nella società iraniana degli anni ‘50/’60, contribuendo in modo
 decisivo al rinnovamento della letteratura persiana del '900. Il ruolo  della
 donna nel matrimonio convenzionale, le libertà prevaricanti del ruolo di
madre e donna libera, il rapporto conflittuale dell'essere donna e non poter
 godere del proprio corpo liberamente, le diedero la forza di combattere,
ma le impedirono di godere di una vita normale. E’ morta a Darband ,Tehran,
il 13 febbraio 1967 in un incidente stradale, di ritorno da una visita alla madre.

Dopo di te
Oh! L’età di sette anni
Oh!Attimo stupendo di partire
dopo di te,tutto ciò che è passato,
è passato nella densità della follia e della barbarie

Dopo di te
la finestra,quell’intenso legame,
vivo e lucente
tra noi e gli uccelli
tra noi e la brezza
si è infranta
si è infranta
si è infranta

Dopo di te
quella bambola d’argilla
che non diceva nulla,
null’altro se non acqua, acqua, acqua,
è annegata nelle acque

Dopo di te
abbiamo messo a tacere il vociare dei grilli
e ci siamo affezionati alle campane
che suonavano sulle lettere dell’alfabeto
e alle sirene dell’industria delle armi
Dopo di te
da sotto il tavolo dove giocavamo,
siamo passati dietro il tavolo
e da dietro il tavolo
siamo passati sopra il tavolo
e lì abbiamo giocato  abbiamo perso,
perso il tuo colore,
oh l’età di sette anni

Dopo di te
ci siamo traditi,
dopo di te,
noi con i brandelli di piombo e le gocce esplose di sangue
abbiamo cancellato dalle tempie  ingessate del muro
tutte le scritte di ricordo,

Dopo di te
siamo andati nelle piazze,
e abbiamo applaudito
al risuonare delle piccole monete scaltre
arrivate appena in città

dopo di te.
divenuti assassini tra di noi,
trepidi,abbiamo processato l’amore
abbiamo deciso la ripartizione dell’amore.

Dopo di te
ci siamo diretti verso il campo santo.
La morte respirava sotto il chador della nonna,
la morte era quell’albero robusto al quale
i vivi al di qua del principio
annodavano i voti ai suoi malinconici rami
e i morti dell’al di là della fine
si aggrappavano alle sue radici fosforescenti
e la morte era seduta in quel sacro sepolcro
nel quale,d’un tratto,ai quattro angoli,
si sono accesi quattro lumi azzurri

Sento soffiare il vento,
sento soffiare il vento
oh,l’età di sette anni

Mi sono alzata e ho bevuto l’acqua
e d’improvviso mi sono ricordata
dei tuoi verdi campi
impauriti dall’assalto delle cavallette
Quanto bisogna pagare?
Quanto
bisogna pagare per questo cubo di cemento che cresce?

Noi abbiamo perduto
tutto ciò che potevamo perdere
noi,ci siamo messi in cammino,senza lume,
e la luna,
l’affabile femmina luna,
era sempre lì
nei ricordi infantili di un uomo di argilla
e nei campi verdi
impauriti dall’assalto delle cavallette
Quanto bisogna pagare …?



Da FORUGH FARROKHZAD,”E’solo la voce che resta”,Aliberti  ed.2009.

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