EUROPA
ITALIA
La luna in Tabucchi.
Un sogno compensatore dove anche la luna piena offre il suo
generoso contributo di
gioia,inargentando i prati con la sua luce.
Gli elementi drammatici dell’ospedale,della gamba amputata del
poeta che non riesce a
separarsene,vengono cancellati dall’incontro
del poeta con una donna
giovane dai capelli sciolti capace di
rinfrancarlo
tanto da non rinunciare ad
andare incontro cantando alla Comune di Parigi ,
camminando come se la sua gamba non fosse mai stata amputata.
Antonio
Tabucchi B)
Un libro “Sogni di sogni”che è un azzardo ,una supposizione un’ipotesi,
ma anche un gioiello,e ,ad un tempo un fervido omaggio a venti
artisti
amati da uno scrittore di
oggi. Numerose e di successo le sue opere tra
le quali in particolare molto conosciute”Sostiene Pereira”;L’edizione
italiana dell’opera di
F.Pessoa;le poesie di Carlos,Drummond De Andrade
”Sentimento del mondo”.Nel 1987 gli è stato attribuito in Francia
il premio
Médicis Etranger per il suo
“Notturno indiano”.
3.Arthur Rimbaud:
Charleville,1845 -
Marseille,1891.
Nato in una famiglia oppressiva,bigotta e conservatrice,a sedici
anni fuggì
a Paris per partecipare
alla Comune e iniziò la sua vita inquieta e sregolata,
fatta di vagabondaggi e di avventure. Come una meteora attraversò la poesia
francese,lasciando versi
visionari e di misterioso lirismo. Amò il poeta Paul
Verlaine che in un litigio lo ferì a revolverate.Conobbe l’infamia
e l’ospedale.
Vagò per l’Europa in compagnia di un circo. Abbandonata la poesia
fu in
Abissinia come contrabbandiere.Rientrò in Francia per un tumore a
un
ginocchio,subì l’amputazione
di una gamba e morì in un ospedale di
Marsiglia.
Sogno di Arthur
Rimbaud,poeta e vagabondo.
La notte del 23 giugno del
1891,nell’ospedale di Marseille ,
Arthur Rimbaud,poeta e vagabondo,fece un sogno. Sognò
che stava attraversando le
Ardenne.Portava la sua gamba
amputata sotto il braccio e si appoggiava a una stampella.
Là c’era stampata una sua
poesia. Era verso la mezzanotte,
e c’era la luna piena. La gamba amputata era avvolta nella
carta di un giornale sul quale ,a titoli cubitali ,c’era stampata
una sua poesia. Era verso
la mezzanotte,e c’era la luna piena.
I prati erano d’argento,e Arthur cantava. Arrivò nei pressi di
un casolare dove c’era una
finestra accesa. Si stese sul prato,
sotto un enorme mandorlo,e continuò a cantare. Cantava una
canzone rivoluzionaria e
vagabonda che parlava di una donna
e di un fucile. Dopo un po’la porta si aprì e una donna uscì e
venne avanti. Era una donna
giovane,e aveva i capelli sciolti .
Se vuoi un fucile, come chiede la tua canzone,io posso dartelo,
disse la donna,lo tengo nel granaio. Rimbaud si strinse alla sua
gamba amputata e rise. Vado alla Comune di Paris,disse,e ho
bisogno di un fucile. La donna lo guidò fino al granaio. Era una
costruzione a due piani. Al
pianterreno c’erano delle pecore e al
piano di sopra,dove si
saliva con una scala a pioli,c’era il granaio .
Non posso salire fin
lassù.,disse Rimbaud,io ti aspetterò qui,fra
le pecore. Si stese sulla
paglia e si tolse i pantaloni. Quando la
donna discese lo trovò pronto a fare l’amore. Se vuoi una donna
come chiede la tua
canzone,disse la donna,io posso dartela.
Rimbaud l’abbracciò e le chiese:come si chiama questa donna?
Si chiama Aurelia,disse la
donna, perché è una donna di sogno.
E sciolse il vestito. Si amarono fra le pecore,e Rimbaud teneva
ben vicino la sua gamba
amputata. Quando si furono amati la
donna disse: resta. Non posso,rispose Rimbaud,devo partire ,
vieni fuori con me,a vedere l’alba che sorge . Uscirono sullo
spiazzo che faceva già chiaro. Tu non senti queste grida,
disse Rimbaud,ma io le sento,vengono da Paris e mi chiamano,
è la libertà, è il richiamo della lontananza. La donna era ancora
nuda, sotto il mandorlo. Ti lascerò la mia gamba,disse Rimbaud,
abbine cura. E si diresse verso la strada maestra .Che bello,ora
non zoppicava più .Camminava come se avesse due gambe. E sotto
i suoi zoccoli la strada
risuonava. L’alba era rossa all’orizzonte. e
lui cantava ,ed era felice.
da Antonio Tabucchi,in”Sogni di
sogni”Sellerio ed.Palermo-1992.
Sogno proposto
da Andrea Giuntini
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