venerdì 10 maggio 2019

3.Lunario.Antonio Tabucchi.2



EUROPA

ITALIA

La luna in Tabucchi.
Un sogno compensatore dove anche la luna piena offre il suo
 generoso contributo di gioia,inargentando i prati con la sua luce.
Gli elementi drammatici dell’ospedale,della gamba amputata del
 poeta che non riesce a separarsene,vengono cancellati dall’incontro
 del poeta con una donna giovane dai capelli  sciolti capace di rinfrancarlo
 tanto da non rinunciare ad andare incontro cantando alla Comune di Parigi ,
camminando come se la sua gamba non fosse mai stata amputata.

Antonio Tabucchi B)
Un libro “Sogni di sogni”che è un azzardo ,una supposizione  un’ipotesi,
ma anche un gioiello,e ,ad un tempo un fervido omaggio a venti artisti
 amati da uno scrittore di oggi. Numerose e di successo le sue opere tra
le quali in particolare molto conosciute”Sostiene Pereira”;L’edizione
 italiana dell’opera di F.Pessoa;le poesie di Carlos,Drummond De Andrade
”Sentimento del mondo”.Nel 1987 gli è stato attribuito in Francia il premio
 Médicis Etranger per il suo “Notturno indiano”.

3.Arthur  Rimbaud:
Charleville,1845  - Marseille,1891.
Nato in una famiglia oppressiva,bigotta e conservatrice,a sedici anni fuggì
 a Paris per partecipare alla Comune e iniziò la sua vita inquieta e sregolata,
fatta di vagabondaggi e di avventure. Come una meteora  attraversò la poesia
 francese,lasciando versi visionari e di misterioso lirismo. Amò il poeta Paul
Verlaine che in un litigio lo ferì a revolverate.Conobbe l’infamia e l’ospedale.
Vagò per l’Europa in compagnia di un circo. Abbandonata la poesia fu in
Abissinia come contrabbandiere.Rientrò in Francia per un tumore a un
ginocchio,subì l’amputazione  di una gamba e morì in un ospedale di  Marsiglia.

Sogno  di Arthur Rimbaud,poeta e vagabondo.

  La notte del 23 giugno del 1891,nell’ospedale di Marseille ,
Arthur Rimbaud,poeta e vagabondo,fece un sogno. Sognò
 che stava attraversando le Ardenne.Portava la sua gamba
 amputata sotto  il braccio e si appoggiava a una stampella.
 Là c’era stampata una sua poesia. Era verso la mezzanotte,
e c’era la luna piena. La gamba amputata era avvolta nella
carta di un giornale sul quale ,a titoli cubitali ,c’era stampata
 una sua poesia. Era verso la mezzanotte,e c’era la luna piena.
I prati erano d’argento,e Arthur cantava. Arrivò nei pressi di
 un casolare dove c’era una finestra accesa. Si stese sul prato,
sotto un enorme mandorlo,e continuò a cantare. Cantava una
 canzone rivoluzionaria e vagabonda che  parlava di una donna
e di un fucile. Dopo un po’la porta si aprì e una donna uscì e
venne  avanti. Era una donna giovane,e aveva i capelli sciolti .
Se vuoi un fucile, come chiede la tua canzone,io posso dartelo,
disse la donna,lo tengo nel granaio. Rimbaud si strinse alla sua
gamba amputata e rise. Vado alla Comune di Paris,disse,e ho
bisogno di un fucile. La donna lo guidò fino al granaio. Era una
costruzione  a due piani. Al pianterreno c’erano delle pecore e al
 piano di sopra,dove si saliva con una scala a pioli,c’era il granaio .
 Non posso salire fin lassù.,disse Rimbaud,io ti aspetterò qui,fra
 le pecore. Si stese sulla paglia e si tolse i pantaloni. Quando la
donna discese lo trovò pronto a fare l’amore. Se vuoi una donna
come chiede la  tua canzone,disse la donna,io posso dartela.
Rimbaud l’abbracciò e le chiese:come si chiama questa donna?
 Si chiama Aurelia,disse la donna, perché è una donna di sogno.
E sciolse il vestito. Si amarono fra le pecore,e Rimbaud teneva
 ben vicino la sua gamba amputata. Quando si furono amati la
donna disse: resta. Non posso,rispose Rimbaud,devo partire ,
vieni fuori con me,a vedere l’alba che sorge . Uscirono sullo
spiazzo che faceva già chiaro. Tu non senti queste grida,
disse Rimbaud,ma io le sento,vengono da Paris e mi chiamano,
è la libertà, è il richiamo della lontananza. La donna era ancora
nuda, sotto il mandorlo. Ti lascerò la mia gamba,disse Rimbaud,
abbine cura. E si diresse verso la strada maestra .Che bello,ora
non zoppicava più .Camminava come se avesse due gambe. E sotto
 i suoi zoccoli la strada risuonava. L’alba era rossa all’orizzonte. e
lui cantava ,ed era felice.
                                              
da Antonio Tabucchi,in”Sogni di sogni”Sellerio ed.Palermo-1992.


Sogno proposto da Andrea Giuntini














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