martedì 14 maggio 2019

7.Lunario - Percy Bysshe Shelley






La luna in P. B. Shelley
Ancora una volta una luna protagonista affaticata
fisicamente e  psichicamente. Incostante e pronta
a continue trasformazioni,segnata dalla solitudine
pur  in mezzo alle stelle così diverse,è  però sorella 
prescelta dello Spirito in sua  contemplazione fino
a quando in lei riversa la sua disperazione.


7. P.B.Shelley
Percy Bysshe  Shelley, (1792– 1822) nasce a Field 
Place presso Horsham, nel Sussex; di antica famiglia 
nobile, fu educato ad Eton (dove lo  soprannominarono 
« mad  Shelley ») e a Oxford, dove fu espulso nel 1811
per un  suo opuscoletto  agnostico The Necessity of 
Atheism; s’alienò la famiglia per questa espulsione e
per il matrimonio con la sedicenne Harriet Westbrook, 
da cui si separò dopo tre anni di vita vagabonda durante 
 i quali compose Queen Mab, a philosophical poem,
e tentò di far propaganda  rivoluzionaria in Irlanda.
Per le sue idee era entrato in rapporti con William 
Godwin che venerava come maestro; con la figlia del
filosofo, Mary Wollstonecraft, fuggi sul Continente
(1814) con lei si unì in nuove nozze, dopo che Harriet 
si era tolta la vita (1816).
Per la  condanna della società inglese che le sue idee 
e la sua condotta avevano scandalizzato,nella primavera
del 1818 Shelley abbandonava l’Inghilterra per l’Italia, 
« paradiso degli esuli ».Nei più bei luoghi d’Italia,
Shelley compose il meglio della sua opera poetica. 
Nell’aprile del 1822 si era stabilito a Villa Magni, tra 
Lerici e San Terenzo,sul  golfo di La  Spezia. Al ritorno
da una gita in  barca a vela a Livorno, naufragò per una 
tempesta (8 luglio 1822).
Dieci giorni dopo il cadavere del poeta fu trovato sulla 
spiaggia presso Viareggio e lì inumato alla presenza di
Byron .Le ceneri furono seppellite nel Cimitero 
Protestante di Roma, presso la Piramide  di Cestio.

 Alla luna

Sei pallida per la stanchezza
d’arrampicarti in cielo e guardare sulla terra,
e andar vagando sola
fra le stelle che hanno diversa nascita,
sempre cambiando, come un occhio senza gioia
che non trova oggetto della sua costanza?

Tu, sorella eletta dello Spirito,
che ti contempla finché in te si dispera.


Proposta da Andrea Giuntini
al Festival del pensiero popolare
di San Miniato-Pisa-11.agosto.2018,
diretto da Andrea Mancini.

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