MEDIO ORIENTE
PAKISTAN
La luna in Muhammad Iqbal
Ora la luna ci appare in tutto il suo splendore che
circonda adorante
la terra
santuario ,marchiata dal segno del desiderio .Il poeta sulla
terra e la luna alta in cielo intrecciano il loro
dialogo di ricerca per
illuminare
il cuore e il cammino dell’Uomo. La natura
tutta ci canta
di Lui alla nostra ricerca. Un Dio che ci ha perso,
anche Lui bisognoso
d’amore, si è
nascosto per ammirare la nostra bellezza. Una domanda
capitale: è
nella terra la perla lucente di Vita, è Lui quella perla splendente,
o siamo noi? Il poeta vede
la decrepitezza del nostro mondo e l’urgenza
del suo rinnovamento. Una
constatazione e una volontà forte che vanno
oltre il semplice rilievo
di Dio.
14.Muhammad Iqbal
Dottor Sir Allamah Muhammad Iqbal (Sialkot,9 novembre 1877 –
Lahore,21 aprile 1938) è stato un
accademico, poeta, barrister,
filosofo, politico e
opinionista pakistano.
È considerato il
"padre spirituale del Pakistan", una delle figure
più importanti della
letteratura di lingua urdu, persiana. È ammirato
come poeta di rilievo dai Pakistani, dagli
Indiani, dagli Iraniani dal
popolo del
Bangladesh, dello Sri Lanka e da numerosi studiosi
internazionali di letteratura.
internazionali di letteratura.
La luna
O Luna! La bellezza tua è
l’onore dei cieli
tu, che per antica natura
t’aggiri adorante attorno a questo santuario di terra!
Quel marchio che porti nel
petto è cicatrice d’amore, o forse è segno cocente
di sempre viva brama?
Turbato io qui sulla
terra, inquieta tu alta nel cielo, noi siamo eterna ricerca,
tu cerchi e cerco pur io.
Forse della stessa santa
Assemblea candela è l’uomo e tu pure. Forse
la tua ultima tappa è quella cui
anch’io, viandante, m’avvio?
E su pianori e
deserti e campi ampi e montagne
identico brilla il tuo
volto lucente, come sul cuore dell’uomo!
VII
La nostra immagine
eterna ha percorso tutti i cieli,
ha cavalcato la luna, l’ha
stretta la Via Lattea al seno!
Non credere ,no, che questa
terrosa terra sia la nostra dimora,
ché ogni stella è un mondo
o un mondo è stato in antico!
E nell’occhio
umilissimo della formica si scorgono chiare e innocenti
mille segrete saggezze
all’occhio nostro nascoste.
Sostiene la terra
sul dorso il Bisutùn e l’Alvand possenti, ed Ei ci cerca ancora
ma è la nostra polvere
viva che sulla schiena sua pesa!
VIII
Un Dio ci ha perso
come noi bisognoso d’amore,
preda del desiderio!
ora ci scrive un messaggio
sull’esile petalo del tulipano,
Ora ci grida di Lui il
cuore segreto degli uccelli, pieno di melodie.
S’è nascosto silente nel
narciso per vedere la nostra bellezza
e tanto è ebbro di carezze
di sguardi che sembra parli con gli occhi.
E’ un sospiro
mattutino che gli sgorga dal cuore per la pena di non
mai ritrovarci tutto quel ch’è fuori e dentro le cose e il sopra e il sotto,
e tutto lo spazio!
mai ritrovarci tutto quel ch’è fuori e dentro le cose e il sopra e il sotto,
e tutto lo spazio!
Ha suscitato un tumulto
per vedere un pugno di polvere,
ed è pretesto di sguardi
cercanti lo spettacolo dei colori e dei profumi
del mondo.
del mondo.
Nascosto in ogni
atomo, oppure invisibile ancora,
chiaro come luce di
luna , ma come chiaro di luna abbracciato a strade
e castelli notturni.
e castelli notturni.
E’ sperduta nella nostra
terra la perla lucente di Vita
E
‘ lui quella perla splendente , è
Lui? Oppure siam noi?
IX
No! questo mondo decrepito
deve diventar giovane ancora !
E una sua pagliuzza deve
essere dura e greve qual monte!
Quel pugno di terra che
onniveggente sguardo possiede nel petto
abbisogna di grida impastate di cuore!
Questo vecchio sole, questa vecchia luna camminano senza mèta ciechi:
stelle nuove ci vogliono per
ricostruire il mondo!
Ogni bella fanciulla che mi si presenti allo sguardo,
è bella , sì , ma più bella deve essere ancora!
Iddio mi dice :” Così è ,e tu non dir più parole!”
Ma risponde l’uomo :” Così è, ma altrimenti deve essere. e meglio!”
Da Zabùr ‘Ajam
ovvero “ I Salmi di Persia”(1927 in persiano)
a cura di Bausani -
Guanda ed. in Parma
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