Questo non vuol dire però che la poesia scritta e orale siano antitetiche, perché, anzi, interagiscono in quanto fonte dinamica, portatrici, ciascuna, della memoria dei popoli e del loro presente storico. Di più, interagiscono anche quando ad essere utilizzate sono le lingue europee, perché l’ibridazione, l’introduzione di neologismi, la produzione di una parola mutilata, disgregata, svuotata e infine ricomposta, danno luogo a un processo di ri-creazione che attribuisce nuova linfa, imprime una vitalità nuova anche alle lingue del Vecchio Continente. Numerosi sarebbero gli esempi. Qui possiamo limitarci ad alcuni rappresentanti che si esprimono in francese, in inglese, in italiano e che appartengono alla diaspora; la prima poetessa nasce in Côte d’Ivoire ed è d’espressione francese: Pascale Quao-Gaudens[1]
Le parole stuzzicano i suoi sensi[2]
Il verbo striscia nei suoi antri
lei desidera
diffondersi
sentire
la voce
del suo canto
E la musica esclama :
Ritmo!
Il tuo corpo Karité
con un ancheggiamento
per vibrare in sorda
insolenza
inarca le tue curve in
un rituale
strega i suoi rifugi
senti la mia cadenza
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