mercoledì 20 ottobre 2021

95.Esiste tuttavia una coscienza poetica panafricana, il poeta è veggente ed emana l'essenza del popolo.

 

       Esiste tuttavia una coscienza poetica panafricana per cui il  poeta è sempre qualcuno dotato di veggenza e che emana l’essenza del popolo.

       Senza ombra di dubbio prima della scrittura viene la parola e gran parte del patrimonio letterario africano è fondato sulla potenza e  sulla bellezza  della  parola.

        A  Gibuti Omar Gode Bouh[1]canta in somalo le sue storie:


Siddeed sano [2]

 

Sono otto anni, Siraad, che ho perso il sonno

La sera non posso addormentarmi o mi sveglio di soprassalto

Se mi volgo alla preghiera la tua immagine si impone ai miei occhi

Tutte le donne non sono per me qualunque siano le loro qualità

fra le donne di questo secolo tu brilli come Sulekhaad

Non saprei dire se mi sarai salutare

Solo gli angeli in cielo e Dio lo sanno

Dio solleva gli ostacoli per chi pazienta

Noi seguiremo lo stesso cammino o tu hai un altro segreto

Dopo questo periodo sinistro ti porrò la domanda.

 



[1]Omar Gode Bouh nasce intorno al 1930 a Gibuti. Poeta e cantastorie. Si esprime in somalo.

[2] Omar Gode Bouh,”Siddeed sano”(in somalo) (”Sono otto anni“ in italiano), in Bulletin des études africaines Vol.IX, 1992, INALCO (Paris). Trad. in franc. di Susanne Lilius  in Poésie d’Afrique au sud du Sahara , Op. Cit. trad. dal franc . di Maria Gabriella Bruni.

Nessun commento:

Posta un commento