giovedì 28 ottobre 2021

103 .La poesia affonda le sue radici nell’humus popolare, si presenta quindi come una scacchiera di paesaggi, di sensazioni, di stati d’animo la cui costante cornice è però il Continente Nero.

 

             E poiché la poesia affonda le sue radici nell’humus popolare, si presenta come una scacchiera di paesaggi, di sensazioni, di stati d’animo la cui costante cornice è però il Continente Nero.

            La cornice geografica è tuttavia anche profondamente mitifera, poiché il riferimento alla natura, più che descrittivo, tende ad essere una vasta e stratificata rete di simboli, di corrispondenze, che scaturiscono dall’animismo panteista dell’Uomo Africano. Un buon esempio lo abbiamo già incontrato con l’hain  teny malgascio.              La percezione magica della natura attraverso la poesia aiuta a ritrovare le proprie  radici, a riaffermare la dignità africana con la riappropriazione di sé e del mondo.

           Torna, con un testo suggestivo, Véronique Tadjo della Côte d’Ivoire:

 

Insegnami.[1]

 

Insegnami

l’aria dei prati azzurri

e soffia la mio orecchio

il tuo alito di principe

ci sono tante parole

sotto la polvere

tanti amori

nei cassetti.

Faccio fatica a credere che i fuochi della savana

siano spenti.

 



[1]Véronique Tadjo ,” Insegnami”, dalla raccolta Latérite, 1984; -Hatier/CEDA, Paris. In Poésie d’Afrique au sud du Sahara ,op.cit. Trad .dal fr. di Maria Gabriella Bruni.

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