Anzitutto emerge la
differenza fra gli intellettuali
anglofoni e francofoni. Ed era prevedibile. Se, infatti, la Francia aveva mirato a creare una classe dirigente nera,
insegnando con la lingua anche a
pensare e aveva selezionato con estremo
rigore l’élite da formare nelle
università parigine, la Gran Bretagna si era limitata a prestare la propria
lingua . Per questo gli intellettuali africani anglofoni erano prevalentemente
rimasti nei loro paesi, dove avevano potuto mantenere più stretti contatti con le comunità autoctone e con la tradizione
orale e avevano aspramente criticato i loro omologhi francofoni per essersi
lasciati metropolizzare.
Ed ecco allora, in Liberia,
Bai T. Moore[1]. Con
l’indipendenza è giunta l’ora decisiva per l’Africa. Nella sua opera poetica
sembra voler far rivivere i sentimenti di quegli africani partecipi ancora del
passato, ma nello stesso tempo protesi verso il futuro. Questo dualismo si
rileva specie quando,seguendo la tradizione dei cantastorie tribali, compone
poesie su temi di immediata attualità o di più vasto impegno morale e umano.
Lamento di un
amante[2]
Fatuma! Anche se è
difficile separarsi
Dai ricordi di amore
leale
Non posso cambiare il
cuore di tuo padre
La cui prova di
ricchezza è la tua gioventù.
Speriamo che in
qualche altro mondo
Io vinca ancora il tuo
tenero amore
E ti porti una serena
felicità.
[1]Bai Tamia Johnson Moore nasce a
Gola fra Monrovia e Tubmanburg, Liberia. Ministro degli affari culturali del
suo paese fino alla morte, che avviene a Monrovia nel 1988.
[2]Bai T. Moore,”Lamento di un amante”, da Voci d’Africa-poesia africana di lingua inglese, op.cit. Generalmente ogni fanciulla africana è un pegno di ricchezza per il capo –famiglia, in quanto il giovane che vuole ottenerla in sposa deve versare a quest’ultimo un considerevole quantitativo di beni o una certa somma di danaro. Si può supporre che l’autore non sia stato in grado di versare la somma richiesta.
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