mercoledì 13 ottobre 2021

88. Le generazioni successive ancora finiscono per prendere le distanze da un’ideologia che considerano ormai improponibile

 

        Le generazioni successive ancora finiscono per prendere le distanze da un’ideologia che considerano ormai improponibile. La poesia non prescinde dal fatto che le condizioni storico-culturali siano mutate. Ancora una volta tra i paesi più rappresentativi per l’area francofona , il Congo, con Jean – Baptiste Tati-Loutard:

 

Vecchia radice.[1]

 

Il tempo mi ha traforato

Sono una vecchia radice

Da questa terra non mi puoi strappare

Bevevo solo l’idromele dell’alba

Il soffio lustrale del mattino

E guardavo l’Oriente aprirsi

Come un tarso di uccello

Ora prendo i giorni a ritroso

Mi sveglio quando il crepuscolo

S’insinua tra le case

Il tempo si fa uomo

Come un serpente di roccia

Il mio cuore è una terra scavata

Depone il mio disamore

Nei territori abbandonati

E colpisce alla schiena

Sulle colonne già chine

Sei venuta  mi avresti appagato

Il sangue della tartaruga delle savane

S’infiltra in tutti i miei slanci

Ricordo l’eclissi

Che ammiravamo insieme

La danza della coppia siderale

La parata nuziale del sole

E della luna

Tu sei cambiata sotto il cielo oscuro

Ti ritrovo uccello di città

Con un piumaggio melanico

Il freddo d’agosto s’insinua tra i nostri corpi

Per riemergere in fumarole

Il mondo sta per disfarsi

Presto restituiremo le nostre spighe

Alla terra dopo la rovina delle braci

E il desiderio ci rimane

Annuncia un nuovo germogliare

La corda dello sciacallo vibra ancora

Nel cane

E quest’amore non sarà più in noi

Che il pizzicore d’una cicatrice

Sono una vecchia radice

E da questa terra non mi puoi strappare.



[1]Jean Baptiste Tati-Loutard, « Vecchia radice » .Da La tradition du songe in  Présence africaine, Paris,1985, in Poesia africana- poeti sub sahariani di area francofona. Op. Cit.

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