EUROPA
Italia
22.LO SPECCHIO IN SIBILLA ALERAMO
Un ruolo eccezionale che Sibilla Aleramo affida allo specchio per un tuffo nel
remoto passato di se stessa bambina per attingere in quella ricca profondità il
coraggio che la vita adulta domanda.
SIBILLA ALERAMO
non si scioglie. Non l’ha mai spiegato neppure nessun critico.
Né alcuno dei tanti poeti che m’han dato gioia, nostri e d’altri linguaggi e d’ogni epoca …
( da Gioie d’occasione.)
Te sola, fra tante ch’io son stata,
sola te non ricordo quale m’appari
Così io ero? Ancora in specchi non ti miravi,
sapere non potevo se m’assomigliavi.
E or s’incontrano i nostri sguardi.
Come seria sei, piccina, e assorta,
parrebbe quasi veramente tu vedessi
quella che oggi io sono,
e in balenante prescienza vivessi
interi i settant’anni che ti attendevano,
lunghi anni e folti e gravi,
c’è nell’ovale dolce del tuo viso
come un lieve, oh lieve, alito di sgomento,
tu creaturina sana, amata, armoniosa,
così composta nella posa,
manine annodate in grembo,
piccina brava ch’io son stata
nella età remota che non ricordo,
ma or dimmi, per quanto mai tempo
ancora occorrerà aver coraggio, dimmi,
tu che sì fissamente con la luce dei pensosi occhi
mi guardi mi guardi mi guardi?
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