EUROPA
Italia
Barilli si serve degli specchi per l'uso più abitualmente metaforico che ne vien fatto
e mostrare così quanto sia vana la sua trambustosa vita.
BRUNO
BARILLI
[…]L’arte tipografica è al servizio
della letteratura viva, ossia della voce o del discorso o della
rappresentazione,o recitazione: la distensione anche
panoramica – con la luce e la respirazione e il suono e il ritmo – di quel che non ha altro
di sé stesso da mostrare che la propria evidenza ed esistenza , non ha riflessioni o concetti da legare con lo spago, o da confezionare.
Quando non c’è pensiero da irreggimentare
ma invece c’è creazione non intellettuale, ma naturale, bisogna spiegarlo
distribuirlo, questo fenomeno , naturalmente e possibilmente con tutto il pulsare rorido e nativo.
(Dalle Carte inedite)
Dal
“TACCUINO”
Da sette
mesi – solo, travolto – gettato qua e là fra le braccia
di me stesso
– in questo trambustoso viaggio – spruzzi di cognac –
e bottiglie
rotte da farti strabiliare – in continuo, -
di una casa,
abitazione
beccheggiante da poppa a prua, gira intorno a sé come
un gran
deretano – vascello – sopra un gorgo- sette mesi senza
requie.
Piena di gabinetti (lieux d’aisance) dove rotolano (da un
angolo
all’altro)i pitali. Sì che non riesco a tenermi in piedi, - o
aggrapparmi
o arrampicarmi sugli specchi come un gallo spaurito,
fin che
l’inferno non l’inghiotte, - cerco scampo.
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