EUROPA
Italia
23.LO SPECCHIO IN GIUSEPPE
UNGARETTI
Lo specchio è lo stesso poeta con la sua corazza di impassibilitànecessaria di fronte alla rarità di un bene che può anche aver colto nella sua
silenziosa durata,ma che si è poi spento
[…]La poesia[…] è il frutto di un momento di grazia, cui non sia stata estranea
,specie nelle lingue di vecchia cultura ,una paziente ,disperata
sollecitazione.[…]
Ecco già tre punti fissati: che la poesia è di
tutti, ch’essa scaturisce da un’esperienza strettamente personale ,ch’essa quindi
nella sua espressione deve portare il
segno inconfondibile dell’individualità di chi la esprime , e deve avere nello
stesso tempo quei caratteri d’d’anonimia per cui è poesia, per cui on è estranea
a nessun essere umano.Conduce la memoria alla poesia, perché essa porta l’uomo e porta la parola a quell’atto di desiderio di rinnovamento dell’universo per il quale l’umanità fa sulla terra il suo lungo viaggio d’espiazione.
DISTACCO
Eccovi un uomo
uniformedeserta
uno specchio impassibile
M’avviene di svegliarmi
e di congiungermi
e di possedere
Il raro bene che mi nasce
così piano mi nasce
E quando ha durato
così insensibilmente s’è spento
Locvizza il 24 settembre 1916 (L’Allegria)
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