EUROPA
Ancor una volta lo specchio serve qui a riflettere una natura intristita
in tutti i suoi aspetti per l'attesa spenta,solo presagio vivo,che forse
consentirà al poeta di riconquistare un aspetto:e chiede a Lei una preghiera
per tornare a percepire il brulichio dei vivi e la sua vicinnza che gli consenta
di scendere senza viltà una via cittadina
INCONTRO
Tu non m’abbandonare mia tristezza
sulla strada
che urta il vento forano
co’ suoi vortici caldi e spare ;cara
tristezza al soffio che si estenua: e questo
sospinta sulla rada
dove l’ultime voci il giorno esala
viaggia una nebbia, alta si flette un’ala
di cormorano.
la foce è allato del torrente, sterile
d’acque, vivo di pietre e di calcine;
ma più foce d’umani atti consunti,
d’impallidite vite tramontanti
oltre il confine
che a cerchio si richiude :visi smunti,
mani scarne, cavalli in fila, ruote
stridule: vite no ; vegetazioni
dell’altro mare che sovrasta il flutto.
Si va sulla carraia di rappresa
mota senza uno scarto
simili ad incappati di corteo,
sotto la volta infranta ch’è discesa
quasi a specchio delle vetrine,
in un’aura che avvolge i nostri passi
fitta e uguaglia i sargassi
umani fluttuanti alle cortine
dei bambù mormoranti.
presagio vivo in questo nembo, sembra
che attorno mi si effonda
un ronzìo qual di sfere quando un’ora
sta per scoccare;
e cado inerte nell’attesa spenta
di chi non sa temere
su questa proda che ha sorpresa l’onda
lenta, che non appare.
radente un moto mi conduce accanto
a una misera fronda che in un vaso
s’alleva s’una porta di osteria .
A lei tendo la mano , e farsi mia
un’altra vita sento, ingombro d’una
forma che mi fu tolta; e quasi anelli
alle dita non foglie mi si attorcono
ma capelli.
Poi più nulla. Oh! sommessa!:tu dispari
qual sei venuta ,e nulla so di te.
La tua vita è ancor tua:
tra i guizzi rari
del giorno sparsa già. Prega per me
allora ch’io discenda altro cammino
che una via di città,
nell’aria persa ,innanzi al brulichio
dei vivi; ch’io ti senta accanto; ch’io
scenda senza viltà.
(Ossi di seppia)
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