giovedì 30 aprile 2015

Paul Eluard,Notti condivise.4




 
Paul Eluard














Perché non posso ,come ai tempi della mia giovinezza,dichiararmi ancora il
tuo discepolo,perché non posso convenire con te che il coltello e quel che
il coltello taglia ben s’accordano fra loro? Il pianoforte e il silenzio,l’orizzonte
e la distesa.
Con la forza e la debolezza,credvi poter conciliare le contraddizioni della
presenza e le armonie dell’assenza,una unione maldestra,ingenua,e la
scienza delle privazioni.Ma,più in basso d’ogni altra cosa,era il tedio.Che
vuoi ricordi,delle nostre nostalgie,quest’aquila accecata?
Per le vie,per le campagne,cento donne sono da te disperse,tu laceri la
somiglianza che le unisce,cento donne  sono da te riunite e tu non puoi
unificare quei loro lineamentied eccoche esse hanno cento volti,cento
volti che imprigionano la tua bellezza.  


                                                                              
                                                               *°*°*
                                                              continua

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