domenica 20 settembre 2015

72.Ancora Tagore.



 Non t’ho chiesto nulla,
al tuo orecchio non ho sussurrato il mio nome.
Quando mi hai salutato
sono rimasta zitta.
Sola, vicino al pozzo, sono stata
dove l’ombra degli alberi cadeva obliqua.
Le altre donne erano tornate a casa
con le giare piene fino all’orlo.
Gridando, mi chiamavano:
«Vieni, è mezzogiorno, il mattino è passato».
Pigra indugiavo, persa in fantasie vaghe.
Quando sei tornato non ho sentito i tuoi passi,
tristi erano i tuoi occhi
quando mi hanno guardato.
La tua voce era stanca
quando m’hai detto a bassa voce:
«Sono un viandante, ho sete».
Mi scossi dal mio sogno a occhi aperti
e versai l’acqua dal secchio del pozzo
nelle tue mani chiuse a conca.
Cantava un cuculo nell’ombra,
sopra di noi stormivano le foglie
e dalla curva in fondo alla strada
veniva il profumo dei fiori di babla.
Quando hai domandato il mio cuore
sono rimasta muta per la vergogna.
Non avevo fatto niente per te,
per meritare il tuo ricordo.
Il pensiero, però, che avevo potuto offrirti
l’acqua per calmare la tua sete
rimarrà per sempre nel mio cuore,
colmandolo di dolcezza.
L’ora del giorno è tarda,
l’uccello canta in stanche note,
s’agitano sui mio capo le foglie di neem
e io siedo a pensare, a pensare...
- da Offerta di canti -

1 commento:

  1. Ho ripreso a proporre post anche nel mio blog "bazar,blogspot.com".Domani pubblicherò un post di .Con il racconto"Le due finestre"non sono riuscita a coinvolgere i miei amici lettori perché scrivessero una loro propria personale conclusione.Vediamo se ci riesce Alice Munro...

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