giovedì 10 settembre 2015

62.ancora Tagore.

L’uccello libero grida: «Mio caro, cantami


le canzoni della foresta».


L’uccello in gabbia dice: «Siedi vicino a me,


ti insegnerò il linguaggio dei sapienti».


L’uccello dei boschi dice: «No, no! Le canzoni


non possono essere insegnate».


L’uccello in gabbia risponde: «Ahimé, non conosco


i canti della foresta».


Il loro cuore è intenso e appassionato,


ma non possono mai volare insieme.


Attraverso le sbarre della gabbia si guardano


e invano desiderano conoscersi.


Scuotono ansiosamente le ali e cantano:


«Vieni più vicino, amore mio!»


L’uccello libero grida: «È impossibile!


Temo le porte chiuse della gabbia».


L’uccello in gabbia mormora: «Ahimé! Le mie ali  

sono impotenti e morte».


- da Il Giardiniere -

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