lunedì 7 settembre 2015

59.Ancora Tagore.

Se vuoi riempire la tua brocca, vieni, vieni al mio lago.

L'acqua bagnerà i tuoi piedi e ti mormorerà

il suo segreto.

La traccia della pioggia vicina è già sulla sabbia,

le nuvole sono basse sulla linea azzurra

degli alberi come i folti capelli sopra i tuoi occhi.

Conosco bene il ritmo dei tuoi passi:

batte nel mio cuore.

Vieni, vieni al mio lago, se devi riempire la tua brocca.

Se vuoi startene oziosa e sedere indolente,

lasciando che la tua brocca galleggi nell'acqua,

vieni al mio lago.

Il declivio erboso è verdeggiante, i fiori di campo

sono innumerevoli.

I pensieri voleranno via dai tuoi occhi neri

come gli uccelli dal loro nido.

Il velo ti cadrà ai piedi,

vieni, oh vieni al mio lago, se vuoi sedere indolente.

Se vuoi interrompere il tuo gioco e tuffarti

nell'acqua, vieni, vieni al mio lago.

Lascia il tuo mantello azzurro sulla riva.

L'acqua azzurra, nascondendoti, ti coprirà.

Le onde si alzeranno in punta di piedi

per baciarti il collo e mormorare ai tuoi orecchi.

Vieni, oh vieni al mio lago, se vuoi tuffarti

nell'acqua.

Se vuoi essere folle e cercare la morte in acqua,

vieni, vieni al mio lago.

E' freddo e profondo.

E' scuro come un sonno senza sogni.

Nei suoi abissi sono uguali le notti e i giorni,

e i canti sono silenzio.

Vieni, vieni al mio lago, se vuoi darti

in braccio alla morte.

- da Il Giardiniere -

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