sabato 5 settembre 2015

57.Ancora Tagore.



Il fiume è azzurro e le ventate cariche

di nuvole di sabbia.

Mattina inquieta e scura! Gli uccelli azzittiti

in fondo ai loro nidi scossi dal vento,

mentre il mio abbandono mormora:

«e Lei dove può essere?»

Una volta, seduti vicini vicini, lasciavamo

fuggire il tempo. Tra giochi e risate,

la grandezza dell'amore non trovava espressione.

Io ero soddisfatto di piccole cose,

Lei dilapidava le ore in ciarliere futilità.

Oggi invano la vorrei qui, nella malinconia

di questo vicino temporale, nell'anima

di questa solitudine!

- da Petali sulle ceneri -

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